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Lo studio della percezione visiva deve molto all'indirizzo psicologico sviluppatosi agli inizi del 900, la Psicologia della Gestalt (in tedesco forma).
L'uomo, secondo la Gestalt, possiede schemi e meccanismi innati, cioè indipendenti dall'esperienza, per organizzare il materiale fornito dai sensi, senza i quali non si avrebbero percezioni.
La Gestalt sottolinea l'importanza del concetto di globalità o totalità:
«il tutto è maggiore o, comunque, diverso dalla semplice somma delle parti che lo costituiscono».
Significa che il fenomeno percettivo, se visto nel suo insieme, acquisisce un nuovo significato. Un artista del '500 che ha utilizzato questo concetto è stato Arcimboldi. Le figure di questo artista possono essere riconosciute come esseri umani sono grazie ad una visione globale.
Un altro concetto importante della Gestalt è quello di isomorfismo. In un soggetto c'è uguaglianza strutturale tra il mondo esterno e la sua rappresentazione interna (Un cubo compatto composto da legno e un cubo compatto composto da piombo sono entrambi cubi compatti; anche se il loro materiale è differente, le loro strutture geometriche sono isomorfe. Un normale mazzo di 52 carte da gioco con dorso verde e un normale mazzo di carte con dorso marrone; anche se il colore del dorso è differente, i mazzi sono strutturalmente isomorfi: le regole per un gioco con 52 carte o l'andamento di una partita di un tale gioco sono indifferenti, indipendentemente dal mazzo che scegliamo. Cioè ciò che è e noi sappiamo che è rimane invariato anche se il colore o altre caratteristiche cambiano). Gli psicologi della Gestalt hanno individuato leggi in grado di piegare come e con quali regole la persona organizza e riconosce ciò che vede. Tra queste ci sono l'organizzazione figura-sfondo e le leggi dell'organizzazione percettiva.
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La Gestalt e la percezione visiva
Lo studio della percezione visiva deve molto all'indirizzo psicologico sviluppatosi agli inizi del 900, la Psicologia della
Gestalt (in tedesco forma).
L'uomo, secondo la Gestalt, possiede schemi e meccanismi innati, cioè indipendenti dall'esperienza, per organizzare il
materiale fornito dai sensi, senza i quali non si avrebbero percezioni.
La Gestalt sottolinea l'importanza del concetto di globalità o totalità:
«il tutto è maggiore o, comunque, diverso dalla semplice somma delle parti che lo costituiscono».
Significa che il fenomeno percettivo, se visto nel suo insieme, acquisisce un nuovo significato. Un artista del '500 che ha
utilizzato questo concetto è stato Arcimboldi. Le figure di questo artista possono essere riconosciute come esseri umani
sono grazie ad una visione globale.
Un altro concetto importante della Gestalt è quello di isomorfismo. In un soggetto c'è uguaglianza strutturale tra il mondo
esterno e la sua rappresentazione interna (Un cubo compatto composto da legno e un cubo compatto composto da piombo
sono entrambi cubi compatti; anche se il loro materiale è differente, le loro strutture geometriche sono isomorfe. Un
normale mazzo di 52 carte da gioco con dorso verde e un normale mazzo di carte con dorso marrone; anche se il colore del
dorso è differente, i mazzi sono strutturalmente isomorfi: le regole per un gioco con 52 carte o l'andamento di una partita di
un tale gioco sono indifferenti, indipendentemente dal mazzo che scegliamo. Cioè ciò che è e noi sappiamo che è rimane
invariato anche se il colore o altre caratteristiche cambiano). Gli psicologi della Gestalt hanno individuato leggi in grado di
piegare come e con quali regole la persona organizza e riconosce ciò che vede. Tra queste ci sono l'organizzazione figura-
sfondo e le leggi dell'organizzazione percettiva.
La percezione delle forme e l'organizzazione figura-sfondo
la realtà è composta da figure, forme con un significato e che identifichiamo come oggetti, e da sfondi, superfici o aree in
cui si collocano le figure e che appaiono retrostanti ad esse. La loro differenziazione ci semplifica la comprensione di ciò
che guardiamo. Secondi Rubin, l'organizzazione in figura-sfondo segue regole ben precise che permettono di prevedere
quale zona del campo visivo verrà percepita come figura. Entrano in funzione meccanismi automatici che fanno identificare
la figura e il suo sfondo. Tra le regole più importanti ci sono:
Le dimensioni relative alle parti: viene riconosciuta più facilmente come figura l'area più piccola.
La presenza di bordi o contorni favorisce l'individuazione della figura, anche se il contorno non è regolare.
I tipi di margini: l'area con margini convessi, anziché concavi, viene riconosciuta più facilmente come figura.
L'orientamento spaziale: emergono come figure quelle posizionate su assi verticali o orizzontali ma non obliqui
La figura ha valore oggettuale: l'esperienza e la familiarità con gli oggetti ne facilita il riconoscimento.
La figura ha un colore più pregnante: il contrasto di colore tra figura e sfondo facilita l'individuazione della figura.
Quando manca avviene il mimetismo.
Il movimento: si individua più facilmente come figura quella parte d'immagine in movimento rispetto ad una statica.
Immagini ambigue o reversibili
Nella quotidianità alcune immagini non presentano un carattere univoco, ma sono caratterizzate da una condizione di
ambiguità o reversibilità. L'immagine ambigua più conosciuta è la Coppa di Rubin, basata sul meccanismo di inversione
figura-sfondo. Perché se si considera come figura il vaso i volti verranno percepiti come uno sfondo nero e quindi non si è
in grado di vederli contemporaneamente. Altre immagini ambigue sono:
Il cubo di Necker: è una figura il cui lato più vicino cambia a seconda di dove si guarda.
La figura ambigua di Wittgenstein: a seconda di dove si osserva, destra o sinistra, si riconosce un coniglio o una
papera.
La “giovane e vecchia” di Boring: in questa immagine più complessa è facile il riconoscimento del profilo di una
ragazza, mentre il volto della vecchia è più difficile da cogliere.
La scala di Schroder: è una scala che cambia punto d'appoggio a seconda di dove si osserva. L'applicazione artistica di
questa reversibilità è osservabile nell'opera “Relatività” di Escher. Il quadro è composto da scale viste da prospettive
diverse nello stesso tempo. Ci sono scale che poggiano sul pavimento o che pendono dal soffitto a seconda di come le si
osservano.
Le figure ambigue ci fanno capire che uno stesso stimolo visivo dà luogo a più di un'immagine percettiva. Quindi la
percezione visiva non è solamente la registrazione passiva dei dati, se così fosse vedremmo tutti la stessa ed unica cosa. Il
riconoscimento di figure diverse dipende dall'interpretazione di chi percepisce, è un processo costruttivo.
Le leggi dell'organizzazione percettiva secondo la psicologia della Gestalt