Cristina.M
di Cristina Montini
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Traccia
Saggio breve/articolo Ambito socio-economico
''Siamo quello che mangiamo?'' con documenti di Adele Sarno “Otto ore seduti il cuore rischia il doppio”; articolo della “Repubblica” “Arriva l’auto-test per la prevenzione”; Cni-Unesco “La dieta mediterranea è patrimonio immateriale dell’umanità”; Carlo Petrini-Rifkin “Il nuovo patto per la natura /La Repubblica); Silvia Maglioni “Mangiare davanti al computer fa male alla linea”

Svolgimento
L’alimentazione come rappresentazione di noi stessi, un concetto basato soprattutto su come ciò che mangiamo, e le modalità con le quali facciamo ciò, possa incidere in un certo modo al nostro essere, e rispecchi chiaramente agli occhi degli altri il nostro modo di vivere e, più in generale, il nostro stile di vita.

Non a caso con il termine dieta, dal greco diaita, si identifica in generale il tenore di vita di ogni individuo e, nello specifico, esso è sinonimo di una sana e corretta alimentazione, la quale pertanto, si lega anche al concetto di bellezza, intesa anche come salute. L’espressione di Feuerbach “Siamo come mangiamo” sta alla base proprio di questi concetti. Alimentandoci, tendiamo a costruire il nostro corpo come una casa, lo abbelliamo e lo rendiamo sano a seconda di ciò che noi mangiamo abitualmente, e, allunghiamo il suo periodo di vita. Erroneamente noi siamo soliti non dare grande importanza all’alimentazione; concepiamo questa attività come un qualcosa di necessario, utile per la nostra sopravvivenza, senza però interessarci di come essa influenzi non poco sulla nostra persona per diversi aspetti, la salute in primis; esiste pertanto un’etica comportamentale sull’alimentazione. Secondo degli studi effettuati sul nostro modo di nutrirci emerge che la gran parte della popolazione non segue un’alimentazione corretta, e, secondo quanto dice il cardiologo Massimo Volpe, è necessario cambiare, o meglio migliorare, le modalità con le quali si assumono i pasti e soprattutto, cambiare i pasti stessi, secondo il modello della “dieta mediterranea”, composta principalmente da olio d’oliva, cereali, frutta secca, verdure, pesce e latticini. La dieta mediterranea quindi è un modello da prendere in considerazione non solo perché ci fornisce ciò che è consigliabile mangiare per garantire il perfetto funzionamento dell’organismo, ma soprattutto perché rappresenta anche un insieme di tradizioni e conoscenze che ci accomunano, includendo per esempio la pesca, la conservazione, le modalità di preparazione dei cibi, e il consumo di questi. Tuttavia noi però siamo portati, a non dare troppa importanza al valore qualitativo di un cibo, quanto al suo valore in termini di prezzo; la convenienza (economica) prevale sulla qualità, che un alimento possiede rispetto a un altro. Causa di tutto ciò è soprattutto il contesto sociale nel quale oggi ci troviamo a vivere, che mostra molteplici differenze col passato: prima di tutto la frenesia nella vita di tutti i giorni, in quanto molte persone, soprattutto lavoratrici, tendono a consumare pasti veloci, fuori casa, e poco sostanziosi, magari avendo già trascurato l’importante momento della colazione, il pasto principale della giornata. Pertanto l’alimentazione in questo caso si adegua all’attività lavorativa che un individuo svolge quotidianamente. In secondo luogo, il problema economico attuale, in quanto precedentemente si era soliti consumare alimenti derivanti dalla piccola agricoltura o dall’allevamento; nonostante le condizioni economiche siano sensibilmente migliorate, l’attuale società consumistica tende a privilegiare la spesa su beni secondari che non su quelli di prima necessità; si tende quindi a sminuire il valore dell’alimentazione, senza riconoscerne l’effettiva importanza. Inoltre anche il fatto di svolgere attività e contemporaneamente mangiare è un fattore che può comportare dei rischi per alcuni studiosi, in quanto ci si concentra più sull’attività che si sta eseguendo, piuttosto che all’assunzione del pasto, che assume in questo caso, un’importanza secondaria, e non si è quindi consapevoli della quantità di sostanze che introduciamo e di cui abbiamo bisogno. Col passare del tempo la tecnologia, che ha fatto grandi progressi, contribuisce al giorno d’oggi, a farci stare ore e ore davanti a pc (oltre che per lavoro, anche per passatempo), alle televisioni e ai videogames, riducendo ulteriormente il modo di valorizzare gli alimenti assunti e limitando le necessarie attività fisiche. L’espressione “Siamo ciò che mangiamo” è in parte veritiera e relativa perché in un certo modo noi ci possiamo “identificare” facendo riferimento al tipo di alimentazione che seguiamo, o comunque siamo agli occhi altrui il risultato delle nostre abitudini alimentari e più in generale del nostro stile di vita.