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Sono il maestro Martino da Como
conosciuto e apprezzato da ogni omo
che vede in la sua vita il desinare
come arte e non come semplice mangiare.
Per me il cuoco è un raffinato dosatore,
un abile e sottile assemblatore.
Perché le portate poste sopra un palcoscenico
mostrino a tutti il loro lato estetico.
Così è un tripudio, un trionfo di colori,
un intreccio, una festa di sapori:
agliata bianca, agliata paonazza,
una celebrazione, una gloria forte e pazza.
Bianco mangiare al modo catalano,
sapore giallo con molto zafferano,
minestra di uova di trota che paiono piselli,
minestre di gialli zanzarelli.
E se vuoi essere felice e gaio
sapore verde con l’ Herbolata di maio.
Sapor celeste, sapor camellino
raccomandato da Mastro Martino.
E poi giuncata di mandorle in Quaresima
o torta di gamberi nella quadragesima.
Cervellata di carne di porco o di vitello,
minestra di radici di petrosillo.
Sapore di ciliegie nere o viscioli,
ova in forma di raffioli.
Ah, dell’oro l’antico splendore,
la lucentezza, la ricchezza del colore!
Pastello di creste e testicoli di galli
per rimanere sempre tutti forti e belli.
Mostarda da portare in pezzi cavalcando,
frittelle di sambuco tutti in coro danzando.
ho lavorato per principi e cardinali
preparando apposta piatti speciali,
e perché le mie idee non finissero per aria
le ho riportate nel Libro de Arte Coquinaria.
Sono il Maestro Martino da Como
conosciuto e apprezzato da ogni omo!
3
pag. 2
Premessa
Karen Blixen pag. 6
Breve biografia pag. 11
Karen Blixen e il Pranzo di Babette pag. 13
La Comune di Parigi pag. 16
L’alimentazione nell’Ottocento pag. 21
Cibo e salute alla fine del Novecento pag. 23
L’evoluzione delle diete pag. 26
La cucina francese pag. 28
pag. 30
La cucina regionale francese pag. 31
La France gourmande pag. 32
Vol-au-vent au saumon pag. 33
Bouillabaisse pag. 34
Ratatouille pag. 35
Mousse au chocolat pag. 36
I vini e i formaggi pag. 38
I formaggi più celebri pag. 40
I principali vini
French Wines 4
pag. 41
Auguste Escoffier pag. 39
Vita di Escoffier pag. 43
Regole base indicate da Escoffier pag. 44
Breve storia della Pesca Melba pag. 45
Auguste Escoffier en français pag. 45
César Ritz, il decano degli albergatori pag. 46
La tartaruga pag. 47
Zuppa Tartaruga “Louisiana” pag. 49
Les cailles en sarcophage pag. 50
Slow Food pag. 54
pag. 57
Come aprire un ristorante pag. 58
Bibliografia
Conclusione 5
Karen Blixen
BREVE BIOGRAFIA
Karen Blixen (nata a Rungsted, Danimarca, il 17 aprile 1885 - morta a
Copenaghen il 7 settembre 1962), pseudonimo di
Karen Christence Dinesen, è stata una scrittrice e
pittrice danese che possedeva l'abilità di descrivere le
sue storie con
semplice chiarezza e
grande talento
abbinato ad uno stile
del tutto personale.
Durante la sua
carriera di scrittrice, la Blixen ha usato diversi
pseudonimi come: Isak Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrèzel e ancora
Osceola; questo largo uso di pseudonimi risultò talmente incomprensibile
nell'ambiente letterario del suo tempo che fu causa di pettegolezzi sulla
veridicità dei suoi scritti. Ma è col nome del marito che divenne famosa e
conosciuta: baronessa Karen Blixen-Finecke.
Durante i primi anni della sua vita, Karen
crebbe negli agi della sua bella residenza
di campagna a Rungsted, ad una trentina
di chilometri da Copenaghen, con la
madre Ingeborg Westenholz, con il padre
Wilhelm, a cui era molto affezionata, e
col fratello Thomas. Il padre, un
proprietario terriero che partecipava alla
vita politica del Paese, si suicidò quando
lei aveva solo dieci anni.
Ragazza dal carattere estroverso e romantico, Karen non era bella ma
possedeva quello che si chiama carisma, e la dote straordinaria di piacere alla
6
gente. Frequenta dal 1903 al 1906 l'Accademia delle Belle Arti di Copenaghen,
di Parigi (1910) e di altre città d'Europa.
Nel 1907 scrive i suoi primi racconti sotto lo pseudonimo di Osceola, con il
titolo Gli eremiti e l'aratore, mentre è del 1909 La famiglia dei Cats. Nel 1912
visita anche Roma durante un viaggio col fratello Thomas.
Nel 1913, il 2 dicembre, decide di partire per l'Africa insieme al cugino il
barone Bror von Blixen-Finecke col quale nel
frattempo si era fidanzata, con lo scopo di
acquistare una fattoria, per vivere lontano dalla
civiltà e provare nuove emozioni. Nel 1914 sposa il
cugino Bror a Mombasa ed insieme acquistano una
piantagione di caffè ai piedi delle colline vicino a
Nairobi, e vi si trasferiscono iniziando l'avventura
da tanto tempo sognata.
Il matrimonio termina nel 1921 con il divorzio e
Karen resta da sola a dirigere la piantagione che
ormai è la sua ragione di vita. Una grande crisi del mercato del caffè la
costringe però a chiudere la fattoria nel 1931 e a far ritorno quindi in
Danimarca il 31 agosto dello stesso
anno. Non tornerà mai più nella sua
amata Africa e si dedicherà con
passione
alla
scrittura.
Le resterà
sempre
però una
grande
nostalgia
per la sua terra africana. 7
Blixen collaborò col giornale di sinistra Politiken come corrispondente da
Berlino durante l'anno 1940 e nel 1941 da Helsinki e scrisse Lettera da un
paese di guerra.
Usando lo pseudonimo di Isak Dinesen scriverà il lavoro che le porterà il
successo: Sette storie gotiche, una raccolta di sette racconti pubblicata sia in
America che in Inghilterra nel 1934. Tre anni dopo, nel 1937, scrisse quello
che resterà il suo capolavoro e col quale resterà famosa nel panorama letterario
del XX secolo: La mia Africa, una sorta di diario dove racconta i suoi anni
passati in Kenia, i suoi rapporti con la natura e con i nativi del posto dei quali
ammira il modo di vivere.
Ed è appunto nel romanzo La mia Africa che Karen racconta la storia del suo
amore per Dennis Finch Hatton, amore che durerà per poco tempo poiché
Dennis morirà in un incidente aereo il 14 maggio del 1931.
Negli anni che trascorse in Danimarca la sua salute fu molto cagionevole e
passò lunghi periodi in ospedale a causa di una grave malattia venerea che
aveva contratto dal marito. Negli ultimi
anni di vita fu costretta a dettare i suoi
romanzi alla sua segretaria a causa della
malattia che non le consentiva di stare
seduta. La fine arriverà il 7 settembre
del 1962, quando Karen all’età di
settantasette anni passa a migliore vita.
A volte
curiosamente celata sotto pseudonimi diversi (Isak
Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrézel, ecc…), ha
comunque raccolto ampi consensi nel mondo
letterario: Hemingway, per citarne uno, al momento
della consegna del premio Nobel sostenne che l’ambito riconoscimento
avrebbe dovuto essere assegnato anche alla gran signora venuta dal nord.
Non considerandosi mai una vera e propria scrittrice, quanto una narratrice,
Karen nelle sue storie amava raccontare ciò che le capitava nella vita. La sua
8
capacità di osservare il mondo esterno e costruire molteplici vite e destini
immaginari ricorda la travagliata esistenza che lei per prima possedeva come
bagaglio.
I rovesci di fortuna e i dolorosi lutti che dovette subire la portarono a scrivere
per guadagnare, lasciandole la scrittura come unico reale possesso personale,
quasi come Babette, in esilio volontario in Norvegia, dimostra quanto il
possedere a livello materiale sia cosa per lei del tutto secondaria, poiché è
l’arte a dare significato alla sua esistenza...
I suoi ricordi africani, le fotografie e le lettere del suo amato Dennis, la sua
scrivania e molti suoi oggetti
personali sono conservati nella
sua casa divenuta museo nel
1991 grazie agli introiti del
film tratto dal suo romanzo,
La mia Africa. Nel museo si
possono ammirare anche
diversi quadri dipinti dalla stessa Blixen.
Nel 1968 Orson Welles trasse un film dal suo racconto La storia immortale,
contenuto nell'ultima raccolta scritta dalla
Blixen, Capricci del destino; La storia
immortale è stata anche oggetto di
rappresentazioni teatrali.
Nel 1982, ad opera del regista Emidio Greco,
trova
trasposizione cinematografica il raffinato
racconto Ehrengard, pubblicato postumo.
Da un racconto della medesima raccolta
Capricci del destino, Il pranzo di Babette,
nel 1987 è stato realizzato l’omonimo film
9
danese, vincitore di numerosi riconoscimenti, fra cui l'Oscar al miglior film
straniero nel 1988.
Dalle pagine del racconto La mia Africa è stato invece tratto nel 1985 il
celebre film omonimo. 10
Bibliografia delle opere di Karen Blixen
Gli eremiti e l'aratore – 1907
La famiglia dei Cats – 1909
Ex Africa – 1915 (poesie)
Il matrimonio moderno – 1923
Lettere dall'Africa - 1914-1931
La rivincita della verità – 1926
Il pranzo di Babette – 1952
Sette storie gotiche – 1934
La mia Africa - 1937
Dagherrotipi
I sognatori e altre storie gotiche
Carnevale e altri racconti postumi
Racconti d'inverno – 1942 (undici racconti)
Il matrimonio moderno
I vendicatori angelici – 1944
Ultimi racconti – 1957
Capricci del destino – 1958
Ombre sull'erba – 1960
Ehrengard – 1963
11
Karen Blixen & Il Pranzo di Babette
In un piccolo centro danese, alla fine del Diciannovesimo secolo, un
Reverendo fonda una propria comunità di
seguaci
e alleva
con
purezza
e
riserbo due figlie ricche di qualità e doti.
Le due giovani donne non rimangono
inosservate, due visitatori del villaggio
infatti si innamorano di loro, per dover
però rinunciare al loro sogno di fronte alla impossibilità di entrare e di essere
accettati fino in fondo nel loro mondo. La riservatezza e l'educazione rigorosa
che le due hanno ricevuto dal reverendo hanno ridotto e frenato la
realizzazione dei loro desideri e delle loro
aspirazioni. Passano così 35 anni di vita
quando una lettera di uno dei due uomini
introduce in scena il personaggio di
Babette, che costretta ad andarsene da
Parigi (ricercata dalla polizia dopo i giorni
della Comune di Parigi) vorrebbe trovare
rifugio nel piccolo villaggio.
L'arrivo di Babette sarà la forza
scatenante che andrà a muovere la
stagnante energia del villaggio. Assunta
come governante dalle due donne, Babette scopre di aver vinto alla lotteria.
Decide allora di organizzare un grande pranzo in onore della ricorrenza del
compleanno del defunto Reverendo, ormai diventato una guida spirituale per
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tutto il paese. La sola idea del pranzo scatena stupore ed inquietudine ma
nessuna osa chiedere nulla a proposito.
Babette introduce la gioia di una vincita, ma non solo, lascia che emozioni e
meraviglia irrompano nelle restrizioni e nella quotidianità, il pranzo che
organizzerà sarà al di fuori di ogni abitudine sensoriale e razionale per gli
abitanti del villaggio.
Babette per l'occasione ha infatti
ordinato il cibo più raffinato, le salse,
le spezie, le tovaglie di lino, i piatti di
ceramica direttamente da Parigi.
Un'invasione di colori, di bellezza, di
armonia, di piacere e di gusti raffinati
squarciano il velo dell' umile e modesto
stile di vita del paese che aveva
impedito alle due donne di cogliere il gusto della vita, di coltivare la loro arte o
i loro amori. In un mondo di moralismi
e di regole controllate,
dove i desideri e gli istinti
venivano repressi e
compressi nel minimo
necessario, Babette
introduce la passione, le
emozioni ed il gusto per il bello attraverso un
pranzo che cambierà il destino del villaggio e
dei suoi abitanti. I personaggi sembrano infatti
liberarsi da una sorta di catena che li teneva
legati da 35 anni: cominciano a rivelarsi cose
mai dette prima e una nuova linfa vitale sembra pervadere ancora una volta i
rapporti tra le persone. 13
14
La Comune di Parigi
La Comune di Parigi, è il governo rivoluzionario popolare e operaio istituito
dal popolo parigino nella capitale francese in seguito alla rivoluzione scoppiata
il 18 marzo 1871, dopo la sconfitta francese a Sèdan; la Comune si colloca in
una situazione di ampi
mutamenti nella storia
d’Europa, la cosiddetta
“svolta dell’anno ‘70”, che
fu caratterizzata in
particolare dalla guerra
franco-prussiana, dal crollo
dell’impero di Napoleone
III, e dalla costituzione di quello tedesco (II Reich), dall’annessione di Roma
al regno d’Italia e dalla nascita dei nazionalismi.
La Comune fu resa possibile da una sollevazione civile, il 2 settembre 1870