
Dopo il debutto a Sanremo 2024 con "Diamanti grezzi", Clara si presenta per il secondo anno consecutivo tra i Big del Festival con "Febbre".
Accompagnata dalla produzione di Dardust, Clara esplora un amore altalenante, descritto come una febbre che "sale e scende", tra desiderio e incertezza.
Un pezzo che racconta il tentativo di trovare un equilibrio emotivo, senza perdere sé stessi. Ecco il testo dopo l'ascolto della prima serata di Festival.
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Testo "Febbre" di Clara, Sanremo 2025
Testo: Clara Soccini, Jacopo Ettorre, Calearo
Musica: Federica Abbate, Dario Faini
Ed. Universal Music Publishing Ricordi/Jet Music Publishing/
Dodo Music Italia/Sugarmusic/Miriolinga
Ti sei preso una parte di me
Quella ancora più in fonndo dell’anima
Un sentimento
Che se si rompe taglia
Come il vetro
E anche deludere
È un’abitudine
Come nel mio
Primo giorno di scuola
Non so che faccio qui
Il buio è tagliato dalle luci viola
Il cielo fa come un glitch
Tu mi guardi dall’alto
Trascinandomi in basso
Non ascolti quando grido
Sembri fatto di ghiaccio
Io sono fatta così
Alle feste chic
Sola su un terrazzo
Tutti fanno bling bling
Io nemmeno mi piaccio
Non dire “je t’aime”
Dimmelo se
Ciò che provi è solo febbre
Che sale e scende
Che mi fa male male
I tuoi occhi Blu Klein
Dicono che
Stanotte è solo febbre
Che sale e scende
Tu prend me
Come un enfant per strada
In abito da gala
Non ci amerà la fama
Non cambierà la trama
Mille lune passeranno
E una ci sarà per sempre
Per te che non vuoi scendere
Come la febbre
Ti sei preso una parte di me
Quella ancora più in fondo dell’anima
Un sentimento
Che se si rompe taglia
Come il vetro
Corro corrro come dentro un bosco
Dentro questo inferno è più difficile
Questo amore dimmi quanto costa
Ti senti un’ombra qua vicino a me
Non ascolti quando grido
E nemmeno se taccio
Non ascolti quando grido
Non dire “je t’aime”
Dimmelo se
Ciò che provi è solo febbre
Che sale e scende
Che mi fa male male
I tuoi occhi Blu Klein
Dicono che
Stanotte è solo febbre
Che sale scende
Tu prendi me
Come un enfant per strada
In abito da gala
Non ci amerà la fama
Non cambierà la trama
Mille lune passeranno
E una ci sarà per sempre
Per te che non vuoi scendere
Come la febbre
Mille lune passeranno
E una ci sarà per sempre
Per te che non vuoi scendere…
Non dire “je t’aime”
Dimmelo se
Ciò che provi è solo febbre
Che sale e scende
Che mi fa male male
I tuoi occhi Blu Klein
Dicono che
Stanotte è solo febbre
Che poi ti prende…
Come la febbre
Come un enfant per strada
In abito da gala
Non ci amerà la fama
Non cambierà la trama
Mille lune passeranno
E una ci sarà per sempre
Per te che non vuoi scendere
Come la febbre
Clara Sanremo 2025, significato di "Febbre"
La canzone utilizza la metafora della "febbre" per descrivere un sentimento che sale e scende, creando un contrasto tra il desiderio di affetto e la sofferenza che ne deriva.
"Febbre" è una canzone che esplora il lato doloroso e intenso dell’amore, con un linguaggio crudo e diretto.
L'amore vissuto da Clara è turbolento, che oscilla tra passione e sofferenza.
Questo legame non è mai stabile e lascia cicatrici emotive.
La protagonista si sente come se fosse stata presa "più in fondo dell’anima", un gesto che implica una connessione profonda e intensa, ma anche il rischio di essere distrutti da quella stessa intensità.
L'immagine di "non dire 'je t’aime', dimmelo se / Ciò che provi è solo febbre" è un invito alla sincerità. Non si tratta di un amore romantico idealeizzato, ma di un amore che è vero se è vissuto come un'emozione pura e instabile, che non può essere nascosta sotto parole convenzionali.
Il desiderio della protagonista è che l'amore sia onesto, anche se doloroso, e che non sia una maschera per qualcosa di superficiale.
La metafora del "prendere me come un enfant per strada in abito da gala" suggerisce una sensazione di fragilità; nonostante l’apparenza esteriore, Clara appare vulnerabile, come un bambino in un mondo che non lo protegge, mentre la fama e il successo non riusciranno a cambiare la "trama" della relazione.
Nel finale, l’idea che "mille lune passeranno / E una ci sarà per sempre" riflette l’idea di un amore che, pur passando attraverso cicli difficili e dolorosi, può trovare una sua stabilità o verità nel tempo, anche se la sofferenza continua a essere presente. La ripetizione della "febbre" in chiusura rafforza l’idea di un amore che, pur essendo doloroso, è inevitabile e ineluttabile, come una malattia che non si può fermare.