
10. Gli specialisti del settore alla regia
Il film è un thriller tratto dal romanzo Nerve della scrittrice Jeanne Ryan (pubblicato in Italia da Newton Compton) ed è stato girato da due registi tutt’altro che sconosciuti al grande pubblico: parliamo di Henry Joost e Ariel Schulman, entrati nella storia del cinema soprattutto per Catfish e Paranormal Activity 3 e 4.
9. Le regole del gioco
Il film parla di un social game, che funziona tramite un’applicazione per smartphone. I potenziali giocatori possono iscriversi ed iniziare a sfidarsi immediatamente: chi sceglie di essere spettatore può avere accesso alle informazioni personali dei giocatori tramite tutte le piattaforme social utilizzate da chi ha scelto di essere giocatore.Chi gioca invece si troverà ad affrontare alcune sfide che di norma eviterebbe, perché hanno come oggetto le principali paure e aspirazioni dei giocatori. Fareste mai un gioco che ha come scopo quello di sfidare tutti i vostri limiti?
8. “Non possiamo farne a meno”
Ciò che sicuramente ha ispirato i due registi è stato il loro primo film, il già citato Catfish, che con il suo successo è stato in grado di innescare una discussione sul tema di internet e delle identità degli utenti: infatti il film Nerve tratta proprio del seducente potere dei social media. Sapete tutti di cosa parliamo: con i social network tutti siamo portati in un modo o nell’altro a condividere foto e contenuti privati che prima non avremmo mai pensato di mostrare agli altri, soprattutto a persone che non conosciamo in maniera diretta.
7. L’attualità
Uno dei segreti del tanto successo ottenuto negli USA è l’estrema attualità del film e di tutta la sceneggiatura: preparatevi a vedere davanti ai nostri occhi la realtà di tutti i giorni, quella della vita di tutti gli utenti che non possono far a meno di essere connessi alla rete, in cerca della notorietà sui social network o, al contrario, di informazioni e dettagli sulle altre persone.
6. Il mondo di Internet
Secondo la visione di Joost e Schulman, Internet è uno strumento neutrale, che può essere utile oppure no, e che può nascondere dei pericoli. Ma tutto dipende da come lo si usa: “Può essere un messo che offre grande ispirazione, che ti fa conoscere tantissime persone, che spinge ad essere persone migliori. Oppure può tirare fuori il tuo lato più oscuro” hanno dichiarato i registi.
5. L’aspetto inquietante.
C’è un aspetto inquietante della storia: il “cattivo” è invisibile. L’uomo nero del film è rappresentato da tutti gli spettatori che celano la propria identità dietro a un nickname. La storia inizia con un gioco, divertente e spensierato, volto alla scoperta delle aspirazioni dei protagonisti. Il problema nasce nel momento in cui, per veder realizzati i desideri più nascosti, si è disposti a fare di tutto, anche rischiare la propria vita.Per questo i protagonisti della storia si troveranno ad affrontare una serie di prove pericolose e potenzialmente letali, sotto gli occhi della folla di spettatori, assetati di un divertimento allarmante, come “la folla che gridava ai combattimenti dei gladiatori”.
4. Scene imbarazzanti e vera autenticità
Dave Franco, l’attore che recita la parte di Ian, uno dei protagonisti del film, ha avuto qualche tentennamento durante la prima scena, nella quale gli spettatori lo avevano sfidato a fare una serenata ad una sconosciuta - Vee, interpretata da Emma Roberts - ma l’attore non è un grandissimo cantante. Ha però pensato che un romantico cantante stonato sarebbe apparso più affascinante di un cantante dotato di una bella voce, quindi ha accettato per davvero la sfida. Il lato divertente di questo film infatti è che gli attori hanno dovuto affrontare realmente alcune sfide: ce lo potrebbe confermare la stessa Roberts, che è dovuta passare in mutande e reggiseno per le strade affollate di New York.
3. Gli attori
Emma Roberts e Dave Franco si sono conosciuti per la prima volta cinque anni fa, in occasione delle riprese di un video musicale, ma prima del film non hanno avuto modo di approfondire questa conoscenza: si può dire che anche loro hanno fatto da “spettatori” l’uno all’altra durante le sfide… almeno però loro potevano guardarsi negli occhi!
2. New York e nient’altro
Essendo dei Newyorkesi doc, Joost e Schulman non hanno neanche dovuto riflettere su quale ambiente scegliere: la città è emozionante e piena di energia, impossibile da imitare. La gente è tantissima e anche girare una scena può richiedere sforzi impossibili: “Quando cerchi di chiudere al traffico una strada, i Newyorkesi non riescono a evitare quel posto, e così si crea un’energia incredibile”.
1.YouTube docet
Si potrebbe dire che la scelta della città di New York come ambientazione del film risulti essere più che azzeccata: è una città dinamica e interessante, esattamente come la storia del film, ambientata nel mondo degli smartphone, dei live streaming e dei video di YouTube.Gli autori infatti affermano di aver trovato ispirazione proprio dal mondo di YouTube, una delle piattaforme social in cui la fantasia dei giovani ha dato prova di quanto non possa esistere un limite a ciò che possono fare se in gioco ci sono le attenzioni del pubblico online.
Questa scelta ha portato ad un altro scacco matto a favore del film: girare le scene in questa maniera permette agli spettatori di vivere in prima persona la prospettiva dei giocatori.
Data pubblicazione 16 Giugno 2017, Ore 10:17
Data aggiornamento 16 Giugno 2017, Ore 11:13