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Joker: Folie à Deux
Locandina Joker: Folie à Deux


Joker: Folie à Deux, diretto da Todd Phillips, è finalmente arrivato nelle sale italiane. Dopo il successo travolgente del primo capitolo, che ha conquistato pubblico e critica, le aspettative sul secondo capitolo erano alle stelle. 

Il sequel prosegue l’esplorazione emotiva di Arthur Fleck, interpretato da un magistrale Joaquin Phoenix, già premiato con l’Oscar per la prima pellicola.

Al suo fianco Lady Gaga, che, nei panni di Harley Quinn, porta un tocco diverso alla storia, questa volta prepotentemente governata dalla musica. 

Da qui la domanda: Joker: Folie à Deux riesce nell’impresa di essere all'altezza delle aspettative?

Indice

  1. Joker: Folie à Deux, il secondo capitolo che tradisce le aspettative dei fan
  2. La musica in Joker: Folie à Deux 
  3. L’ambientazione un po’ scarna di Joker 2
  4. Joker: Folie à Deux e il fandom tossico

Joker: Folie à Deux, il secondo capitolo che tradisce le aspettative dei fan

Diciamolo subito: Joker: Folie à Deux ha fatto e farà arrabbiare un gran numero di spettatori, soprattutto se appartenenti alle fila di chi ha apprezzato il primo film. A poca distanza dall’uscita, sono molte le critiche piovute sul secondo titolo della storia di Arthur Fleck.  

È una questione di aspettative: chi è andato al cinema pensando di trovarsi di fronte a una pellicola in linea con la precedente potrebbe rimanerne fortemente deluso. E dietro sembra esserci un vero e proprio intento registico, quasi una presa di posizione contro i fan. Anche perché, come spiegheremo, il film pare proprio scagliarsi contro il mondo del fandom

Ma perché i fan potrebbero rimanere delusi? I due film non solo sono lontani come stile, ma anche a livello di narrazione si muovono su binari completamente diversi. 

Il primo si concentrava sul triste e solitario declino mentale di Arthur Fleck, un uomo isolato e problematico che viene schiacciato dalla società che lo circonda. Il risultato: sei omicidi eclatanti che lo conducono in carcere e che, allo stesso tempo, lo rendono una sorta di paladino tra gli ultimi della città di Gotham

Il secondo film, ambientato tra carcere e tribunale, è invece tutto teso a scandagliare la dissociazione tra personaggio e persona, tra Joker e Fleck. E lo fa ricorrendo a una narrazione poco tradizionale e molto visionaria, tra canzoni, balletti e paesaggi sonori.

Joker e Fleck, Fleck e Joker, il pendolo oscilla da una parte e dall’altra fino alle ultime scene del film. 

La musica in Joker: Folie à Deux 

Punto forte di Joker: Folie à Deux è senza ombra di dubbio la musica, a cui la presenza di Lady Gaga dona sicuramente una marcia in più. 

Non si tratta di un musical nel vero senso della parola, ma comunque la musica fa da padrona, irrompendo spesso in scena. E quando avviene subito si apre una via di accesso per un piano surreale, a metà strada tra la realtà e i desideri allucinati dei protagonisti. 

I personaggi, nel bel mezzo della scena, cominciano a cantare e ballare dando luogo a dei veri paesaggi emotivi che però, invece di rimanere confinati nella fantasia, in diversi casi mandano avanti la trama. 

E tutto questo è disturbante, sì, ma anche affascinante. E parte di questo fascino deriva dal fatto che la colonna sonora di Joker: Folie à Deux è una vera e propria perla, che riesce a raggiungere picchi importanti, anche e soprattutto grazie alle sorprendenti interpretazioni canore dei due attori. Non solo Lady Gaga, quindi, da cui non ci si aspettava niente di meno, ma anche Joaquin Phoenix, che dà prova di sapersi muovere melodicamente con una voce ricca di nervature espressive.

L’ambientazione un po’ scarna di Joker 2

Punto a sfavore del film è forse l’ambientazione, che risulta un po’ scarna limitando di fatto il raggio di azione della trama. Le zone del film, salvo rare eccezioni, sono come abbiamo detto due: il carcere in cui è rinchiuso Arthur e il tribunale in cui avviene il processo nei suoi confronti. 

Questa ristretta scelta di location rende, in alcuni tratti, l’andamento del film un po’ monotono e, talvolta, leggermente ripetitivo e noioso

Tra i difetti del film, se proprio vogliamo essere puntigliosi, ci sono poi alcune scene che avrebbero meritato un approfondimento maggiore e che invece vengono trattate un po’ troppo sbrigativamente

Parliamo in primis del rapporto tra Arthur Fleck e Harley Quinn, che prende subito il volo senza prima passare per delle tappe intermedie che farebbero empatizzare di più con i personaggi.

Joker: Folie à Deux e il fandom tossico

Qui entriamo in territorio di spoiler, quindi se non hai ancora visto il film evita di leggere!

Non possiamo però non citare il filo discorsivo alla base di Joker 2, che sembra proprio parlare dei social, o meglio del rapporto talvolta tossico che viene a crearsi tra fan e creator.

Come detto, Joker: Folie à Deux mette in scena la dissociazione continua tra la persona e il personaggio. Da una parte Arthur Fleck, dall’altra Joker.

Tutto inizia perché Arthur Fleck ha dato il via - inconsapevolmente, involontariamente - a qualcosa di troppo grande, come un meme virale che trova il consenso della folla. Questa è la figura del Joker raccontata nel film. E per tutta la durata della pellicola, Arthur dovrà fare i conti con la sua identità: è davvero lui il personaggio che tutti gli hanno cucito addosso? Il finale ci dà una risposta inequivocabile: no, non è lui

Non c’è nessun Joker in questo film, tant’è che Arthur alla fine compie un gesto che tradisce completamente le aspettative, creando una frattura con il suo pubblico, rappresentato in prima persona da Harley Quinn, sua fan numero uno: ammette che gli dispiace. Una cosa che il Joker agente del caos non avrebbe fatto mai e poi mai.

E quello che sembrava amore, in realtà, è soltanto un abbaglio: Harley non è innamorata di Arthur, quanto piuttosto dell’idea di Joker. E il film sembra proprio metterci in guardia su questo punto: l’amore dei fan non è mai vero amore.  Che la scelta del regista sia in linea con questo messaggio? 

La parabola di Arthur, in definitiva, parla dunque di un reietto che non incarna gli ideali a cui ha dato involontariamente origine. E, proprio per questo, perde tutta la complicità della sua compagna, innamorata di un fantasma. Quello che resta di lui è soltanto una grande solitudine.

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