Marcello G.
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Sanremo e i giovani: due mondi troppo distanti. Se il Festival della canzone italiana è tornato a convincere la quasi totalità del pubblico c’è una fetta consistente di potenziali spettatori che, nonostante gli sforzi, continua a snobbare canzoni, esibizioni, polemiche e pettegolezzi. È un dato di fatto, gli adolescenti non guardano – ormai da anni – lo spettacolo su cui la Rai punta tutto. Un sforzo notevole autoriale ed economico che, però, non paga più. Non è bastato aver ridato ritmo alla conduzione, affidandola a un conduttore dinamico e popolare come Carlo Conti. Non è bastato infarcire il cast di cantanti appena usciti dai talent – proprio per strizzare l’occhio ai più giovani - facendoli passare per ‘big’ quando ancora sono all’alba della propria carriera. Soprattutto, non è bastato invitare alla festa Maria De Filippi, regina incontrastata della Tv e idolo dei teenager.

Sanremo: piace a tutti tranne che ai giovani

Tutti ingredienti, quelli appena elencati, che in condizioni normali garantirebbero una navigazione tranquilla verso il successo. Ed effettivamente ciò è avvenuto: la prima serata è stata vista da oltre la metà degli italiani, la seconda e la terza da poco meno. Peccato che all’appello manchi il pubblico forse più importante, quello che fa girare più di altri l’economia del settore discografico. Sono, infatti, i ragazzi che scaricano la musica, sono sempre loro che guardano i video in streaming attirando pubblicità, sono ancora loro che affollano i palazzetti per i concerti. Ma sono anche loro che hanno voltato le spalle al Festival. Secondo un sondaggio di Skuola.net, più di 3/4 dei teenager non hanno seguito neanche la prima serata della kermesse sanremese, quella che in teoria dovrebbe interessare praticamente tutti.

La maledizione del teatro Ariston

Il paradosso è che sembra ci sia una sorta di ‘maledizione dell’Ariston’: quello che funziona fuori, all’interno di quel leggendario teatro non funziona più. Prendete un concorrente a scelta (tra quelli più amati ovviamente) di ‘Amici’ o ‘XFactor’, portatelo in un programma qualsiasi - ma basterebbe anche per strada, in un centro commerciale, in un negozio di dischi – è avrete un successo assicurato: centinaia di fan pronti a sgomitare solo per guardarlo. Bene, ripetete la stessa cosa all’Ariston e la magia svanisce; tranne rari casi anche i personaggi più ribelli presentano canzoni tradizionali, sciogliendosi come neve al sole agli occhi di chi li osannava fino a qualche minuto prima. Lo stesso sta accadendo per gli ospiti internazionali – attori o musicisti non fa differenza - nonostante siano in vetta a tutte le classifiche. Non c’è niente da fare, gli under18 preferiscono guardarsi un film o una serie tv.

I ragazzi hanno in mente un altro Festival

A questo punto, a meno che non ci sia la precisa volontà di confezionare un prodotto solo per adulti (ma onestamente è difficile crederlo), sarebbe forse il caso di indagare su cosa potrebbe piacere ai più giovani, visto che il risultato dell’equazione teen idol uguale successo, con i fattori utilizzati sinora, non torna. Noi abbiamo tentato di farlo, parlando direttamente con i ragazzi; ne viene fuori il disegno del Festival di oggi. Troppo impostato, irrimediabilmente vecchio, per nulla interessante: è questo il giudizio che esce fuori. Ma, per fortuna, non ci si ferma alle critiche perché loro hanno anche delle proposte, da valutare con attenzione.

Francesco Totti: la semplicità al potere

Ripartire da Francesco Totti. È l’idea in grado forse di stravolgere le dinamiche sanremesi, tirando fuori il Festival dalle sabbie mobili dell’universo giovani. Il siparietto del capitano della Roma è stata sinora la cosa più apprezzata del Festival. Sui social network si sono già scatenati proponendo di affidare la conduzione del prossimo anno proprio al ‘pupone’ – non sappiamo se seriamente o solo per gioco - magari affiancandogli la moglie Ilary Blasi. Sarà per il suo sguardo da ragazzo semplice, per il fatto di essere sin troppo ‘normale’, campione nella vita come nello sport, ironico al punto giusto e amato in maniera trasversale ma Totti sarebbe una scelta vincente. In alternativa, l’operazione svecchiamento dovrebbe comunque passare per un cambio alla guida: spazio ai conduttori giovani alla Cattelan, che usano un linguaggio più fresco e meno impostato.

Verso il modello ‘XFactor’ per riconquistare i teenager

Una volta messo in archivio il ‘bravo presentatore’ si dovrebbe pensare a un radicale restyling anche dei contenuti. I testi dovrebbero fotografare meglio l’attualità, parlare anche dei problemi dei giovani (non solo di quelli sentimentali). Si potrebbero azzardare concorrenti che facciano discutere su Internet, che aumentino l’appeal di serate lunghe e senza ritmo come un kolossal d’altri tempi. Non ci starebbero male neanche delle coreografie dinamiche e coinvolgenti. Inserire tra i partecipanti i dj del momento aiuterebbe a dare ritmo. Gli ospiti internazionali andrebbero scelti (anche) navigando su Facebook e Instagram, cavalcando le tendenze. Aprire le porte agli youtuber non sarebbe un azzardo; in fondo l’obiettivo e far parlare la gente e il dibattito sulla presenza di Greta Menchi in giuria è un segnale che battere questa strada può avere un senso. La velocità a cui corre il mondo di oggi dovrebbe trasferirsi su quel palco. Qualcuno potrebbe storcere il naso dicendo “ma allora trasformiamo Sanremo in XFactor?”. Può anche essere, ma chi ci dice che sia uno sbaglio.

Marcello Gelardini

Data pubblicazione 11 Febbraio 2017, Ore 14:47
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