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Chi è PakyLa scena rap attuale è tutta per il giovane Vincenzo Mattera, in arte Paky. Classe '99, il giovane artista, di origini napoletane, ha esordito nel 2019 e da allora la sua carriera è stata in costante ascesa.

fonte foto: via Il Corriere della Sera
Il giovane Paky è infatti tra gli artisti che forse si sta mettendo più in mostra in questo 2022, come testimonia l'uscita del suo primo album, dal titolo “Salvatore”. Testi pungenti, carisma: Paky è l'ultimo brillante prodotto del rap ai piedi della “Madonnina”. D'altronde non poteva essere altrimenti in un contesto, quello milanese, particolarmente vivo e attivo dal punto di vista del rap. Ma chi è davvero Paky? Scopriamolo insieme.

Chi è Paky

Paky, all'anagrafe Vincenzo Mattera, nasce a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, nel 1999. All'età di 10 anni si trasferisce a Rozzano, in provincia di Milano, dove ha modo di esplorare la scena underground milanese. Sarà l'inizio del successo per Vincenzo che, crescendo nell'underground milanese, comincia a mettersi in mostra. Così nel 2019 pubblica il suo primo singolo “Tutti i miei fra” con lo pseudonimo Pakartas (dal lituano “impiccato”).

Successivamente Parky comincia a farsi conoscere grazie ai singoli “Rozzi” e “Boss”, ma è nel 2020 che arrivano i primi importanti featuring. E' Marracash in persona infatti ad affidargli il remix del brano Sport + Muscoli, contenuto in “Persona”. Le successive collaborazioni con Tedua e Gué Pequeno nei brani “Rari” e “Ti levo le collane”, sanciranno poi l'ascesa del giovane rapper. E quest'anno la definitiva consacrazione, con l'uscita del primo album “Salvatore”, nel quale compaiono i pezzi da novanta della scena rap italiana.

La perdita degli affetti, un quartiere in ginocchio: la sofferenza nel rap

Una storia che parte da lontano, quella di Vincenzo, legata alla famiglia e agli affetti. In particolare, è stata la prematura scomparsa dello zio a dargli la motivazione per fare rap, come lui stesso rivela al Corriere della sera: ”Già provavo a fare musica quando c’era mio zio, ma quando se n’è andato ho deciso di fare sul serio. La perdita mi ha dato la rabbia in più”.

Paky dice di essere sempre arrabbiato. Normale se hai vissuto un'infanzia piena di privazioni. L'abbandono del papà, la morte dello zio, i disagi che vive il suo quartiere: Paky racconta tutto grazie ai suoi testi, dove probabilmente molti suoi coetanei, ma anche i più grandi, si rivedono: “Il mio quartiere ha tante difficoltà. Pochi aiuti e pochi ragazzi che sognano. Io sono stato forse uno dei primi a sognare”. Cosa serve quindi? “Un Comune o uno Stato non sono dentro al quartiere, non sanno cosa serve. Chi è cresciuto qua sa che i ragazzi hanno bisogno di credere in loro stessi”.

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