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di Cristina Montini
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RapeLay: lo stupro virtuale indigna anche Facebook articolo
Quanto vi piacciono i videogiochi? In base al numero di post che ogni giorno vengono lasciati nel nostro Forum sull’argomento, si direbbe che il mondo dei videogames affascina moltissimi di voi. Ma a volte giocare non è roba da ragazzi e un divertente e spensierato passatempo potrebbe avere anche dei risvolti raccapriccianti.

RAPELAY - È il caso di un videogioco messo sul mercato dalla Yokohama Illusion già dal 2006 e che, all’inizio diffusosi solo in Giappone, ora attraverso il web può essere scaricato da ogni pc del mondo da giocatori incalliti che vogliono avere sempre l’ultima novità in fatto di videogiochi. E che novità! Il gioco giapponese vede come protagonista un maniaco che ha come “missione” quella di molestare, perseguitare, adescare e violentare delle donne; si chiama “RapeLay” un gioco di parole tra “rape” (stupro) e “replay” (ripetizione), insomma più si violenta e più si conquistano punti!!!

SI INIZIA IN STAZIONE - Il gioco inizia con l’incontro di una giovane e carina ragazza minorenne alla stazione del metrò. Il maniaco-giocatore inizia la sua missione: la provoca, inizia le molestie, la sveste e poi il gioco si fa serio, forse troppo, perché arriva a violentarla. Pianti, suppliche, lamenti sono il sottofondo che accompagna il giocatore incallito e lo spinge ad andare avanti. Sì, perché il macabro divertimento non finisce mica qui.

UN GIOCO CURATO NEI MINIMI PARTICOLARI - Il livello successivo si svolge a casa della giovane vittima dove entra in scena anche la sua famiglia: due sorelle e poi la madre, il giocatore dovrà stuprare anche loro se vuole continuare il gioco. I suoni, le immagini, tutto è realistico e studiato nei dettagli, tutto è molto esplicito, ma se a qualcuno non dovesse bastare si può fare di più. Per i più esperti è stata pensata la modalità “Freeform” che permette al giocatore di avventarsi su qualsiasi donna incontri per strada coinvolgendo anche gli altri a partecipare.

SI RICOMINCIA - Ma non finisce neanche così il gioco. Il titolo è RapeLay, infatti. E allora per vincere è necessario “ripetere”! Si ricomincia tutto daccapo e, per quanto riguarda le vittime ormai rimaste incinte, la nuova missione è quella di costringerle ad abortire. E attenzione, perché se non si riesce a convincerle si rischia di subire la loro vendetta: il giocatore viene preso e gettato sotto i binari del metrò.

SCANDALO E POLEMICHE IN TUTTO IL MONDO - Il gioco ha ovviamente suscitato scandalo, polemiche e disgusto in tutto il mondo. Ma continua ad essere acquistato e scaricato. In Gran Bretagna e in America è stato bandito dai siti web, in Irlanda ha scatenato polemiche furiose. In Italia il videogioco è ancora in vendita, ma anche da noi è partita una mobilitazione anti-rapelay.

FACEBOOK vs RAPELAY - Uno dei cori più forti si è alzato dal tanto discusso e dibattuto Facebook: il social network ha infatti dato vita al gruppo “MOBILITAMOCI CONTRO 'RAPELAY' IL GIOCO DELLO STUPRATORE" con l'intenzione, si legge, di "denunciare a chiare lettere questo genere di 'prodotti' altamente diseducativi e pericolosi” e prosegue “Intendiamo altresì contattare professionisti di rilievo, mass media e politici di ogni schieramento per chiedergli di attivarsi - come altri Paesi civili hanno già fatto - per bandire Rapelay anche dal nostro Paese e, di contro, per attivare azioni di sensibilizzazione ed educazione sul tema della sessualità e della violenza sessuale".

OLTRE IL LIMITE - Certo è vero che di videogiochi violenti già ne esistono parecchi, ma li tolleriamo e non ci scandalizzano nemmeno tanto. Ed è vero anche che la pornografia è un mercato sempre attivo e nessuno potrebbe pensare di eliminarla per far piacere ai benpensanti. Ma nel caso del videogioco della Illusion forse si è andati troppo oltre il limite.

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Data pubblicazione 16 Maggio 2009, Ore 23:42 Data aggiornamento 16 Maggio 2009, Ore 23:49
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