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Riconoscimento tramite Ray-Ban Meta

Immagina di salire su un autobus e sentire uno sconosciuto che ti chiama per nome, sa dove abiti e conosce persino il nome di alcuni tuoi parenti. Inquietante, vero? Eppure, tutto questo è già possibile grazie a un progetto demo creato da due studenti di Harvard che sfrutta la tecnologia degli occhiali Meta Ray-Ban.

 Utilizzando il riconoscimento facciale e database pubblici, queste lenti possono rivelare informazioni personali su chiunque si incontri per strada. La realtà che sembrava appartenere a un futuro distopico è qui, e non tutti ne sono consapevoli.

Indice

  1. Come funzionano gli occhiali Meta e il progetto I-XRAY
  2. Il dibattito sulla privacy e la tecnologia
  3. Come proteggere i propri dati personali?

Come funzionano gli occhiali Meta e il progetto I-XRAY

Il progetto, chiamato I-XRAY, è stato realizzato da due studenti, AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio, ed è un esempio di quanto possano essere potenti le tecnologie già a nostra disposizione.

Utilizzando gli occhiali Meta Ray-Ban, che sembrano normalissimi occhiali da sole, questi studenti sono riusciti a identificare persone in tempo reale.

In che modo? Come spiega ‘The Verge’, gli occhiali trasmettono video in diretta su Instagram, e un programma di intelligenza artificiale monitora il flusso, riconosce i volti e cerca informazioni in database pubblici. Una volta raccolti, dati come nomi, indirizzi, numeri di telefono e persino parenti vengono restituiti attraverso un'app.

Non è solo la precisione del riconoscimento facciale a preoccupare, ma la combinazione di tecnologie già esistenti in un dispositivo facilmente accessibile. Il progetto utilizza PimEyes, un motore di ricerca facciale estremamente accurato, descritto dal ‘The New York Times’ come uno strumento che "chiunque può usare".

Ma ciò che distingue I-XRAY è l’uso di occhiali Meta, che appaiono completamente normali e discreti. Questo li rende particolarmente pericolosi perché le persone non si rendono conto di essere filmate.

Anche se gli occhiali hanno una luce di privacy che si accende quando si registra, spesso è difficile da notare, soprattutto in ambienti esterni luminosi.

Il dibattito sulla privacy e la tecnologia

La questione della privacy legata agli occhiali smart non è nuova. Già nel 2013, il progetto Google Glass fallì in parte a causa delle preoccupazioni pubbliche di essere filmati senza consenso.

Oggi il contesto è cambiato: siamo abituati a essere ripresi ovunque grazie a smartphone, vlog e TikTok. Inoltre gli occhiali Meta sono più discreti e meno evidenti, e questo potrebbe aumentare i rischi di violazioni della privacy.

Meta invita gli utenti a rispettare le norme di comportamento, come indicare chiaramente quando si sta registrando o trasmettendo in live.

Ma, come ben sappiamo, non tutti seguono le regole. Perciò, la diffusione di strumenti come I-XRAY pone nuove sfide per il rispetto della privacy, e molti si chiedono quanto sia sicuro vivere in un mondo in cui qualsiasi persona può raccogliere informazioni su di noi semplicemente indossando un paio di occhiali.

Come proteggere i propri dati personali?

Nguyen e Ardayfio, i creatori di I-XRAY, hanno chiarito che il loro scopo non è quello di abusare della tecnologia (e infatti non stanno ancora rilasciando il progetto), ma di aumentare la consapevolezza pubblica. In effetti, esistono dei modi per proteggersi da questi strumenti.

Alcuni siti di ricerca inversa permettono di rimuovere il proprio volto dalle loro banche dati, ma è praticamente impossibile cancellare completamente la propria presenza online. Quello che si può fare, però, è limitare la disponibilità delle proprie informazioni, riducendo i rischi.

Data pubblicazione 4 Ottobre 2024, Ore 12:24
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