
La tecnologia nelle scuole è davvero un aiuto o sta diventando un ostacolo? Una giovane docente americana ha sollevato la questione con un video su TikTok che ha fatto il giro del mondo. La prof si chiama Hannah Maria, insegna inglese alle superiori e ha annunciato le sue dimissioni dopo appena due anni di insegnamento.
Il motivo? Tablet, Intelligenza artificiale e Internet starebbero compromettendo in modo serio le competenze degli studenti.
"Sto effettivamente lasciando la professione", ha dichiarato nel video, denunciando il modo in cui la tecnologia ha cambiato, e secondo lei peggiorato, il rapporto tra i ragazzi e l’apprendimento.@foxnews A former teacher sounds the alarm on the use of AI in schools in a now-viral video. She is calling on schools to cut off students’ access to technology until college. | @Fox & Friends
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“Non sanno come leggere”
Sul suo account TikTok e nel video diventato virale, prima che lo rendesse privato, Hannah Maria è stata molto chiara: "Non sanno come leggere perché hanno sempre qualcosa che legge per loro o possono premere un pulsante e avere tutto letto ad alta voce".
Nel distretto scolastico in cui insegnava, a ogni studente viene fornito un iPad dalla sesta alla dodicesima classe. Il risultato? Una dipendenza digitale che, secondo lei, impedisce ai ragazzi di sviluppare anche le abilità più basilari.
E non è solo una sensazione personale. I dati del National Center for Education Statistics parlano chiaro: negli ultimi dieci anni, i punteggi in lettura sono calati di 7 punti e in matematica di 14. Solo il 47% dei bambini in età prescolare legge al livello richiesto.
Distratti, svogliati e troppo connessi
Un altro problema, secondo Hannah, è la mancanza di concentrazione. Gli studenti, abituati all’iperstimolazione digitale, faticano a mantenere l’attenzione anche solo per un minuto.
Scrivere a mano? Nemmeno a parlarne: "Fanno i capricci per non poter digitare i compiti e copiano semplicemente le risposte da Internet o usano l’IA".
Ma non si tratterebbe solo di pigrizia: a mancare sembrerebbe essere proprio la motivazione, insieme alla capacità di gestire lo studio senza l’aiuto della tecnologia.
Il problema non sono gli studenti
Dopo le polemiche scatenate online, la docente ha voluto chiarire meglio il suo messaggio. Non ce l’ha con i ragazzi, anzi. La colpa, dice, è di un sistema che li espone troppo presto a strumenti troppo potenti.
"La mia critica non era rivolta agli studenti ma alla tecnologia che abilita il loro comportamento e la mancanza di motivazione", ha spiegato. Secondo lei, l’unica soluzione sarebbe drastica ma necessaria: limitare l’uso della tecnologia fino all’ingresso al college.