
Si tratta di un dibattito che ciclicamente fa la sua comparsa: è vero che in Italia la didattica universitaria sia più difficile e, soprattutto, molto più fiscale dal punto di vista teorico rispetto agli atenei stranieri?
È proprio questo il punto sollevato dal post Reddit di uno studente che lamenta un’estrema difficoltà “artificiale” degli esami nostrani, soprattutto se messi a confronto con gli esami all’estero. E subito è partita la discussione tra i commenti, tra chi è d’accordo e chi no.
Esami troppo difficili in Italia: lo sfogo dello studente
“A regà”, scrive lo studente su Reddit, “io non mi capacito del fatto di essere stato bocciato due volte a Fisica 1 e due volte a geometria e algebra lineare (per la cui preparazione mi sono giocato l'estate)”. Ma a pesare sullo stato d’animo dello studente non è tanto il fatto di essere stato bocciato, quanto la motivazione che c’è dietro: “Per cosa? Per due cavilli teorici e dimostrazioni da imparare a memoria (perché poi chiedono dimostrazioni a memoria? Qualche ricercatore/assistente lo sa e può farmelo sapere?)”.
Da qui il paragone con l’estero, di cui il ragazzo ha fatto esperienza: “Gli esami qua sono veramente troppo difficili e per nessun motivo, perché all'estero ci ho studiato durante l'Erasmus (Austria) e gli esami sono stati non solo più semplici, ma anche più "hands down". Io veramente non mi capacito del perché si complica in questo modo la vita agli studenti senza motivo”. E poi un’ipotesi, forse un po’ provocatoria: “Teoria personale: i professori vogliono correggere il minor numero di compiti possibile, ecco perché bocciano a stecca”.
E infine torna indietro sull’argomento: “Non è che ce l'abbia a morte con le dimostrazioni, alcune sono pure carine e ti aiutano a vedere la genialità dei teoremi cui sono collegati e come si connettono con altri argomenti, semplicemente non mi va giù che quello che è, il più delle volte, un mero esercizio mnemonico abbia tutto questo peso in sede di esame. Se fosse una domanda del tipo, "conoscendo questo teorema, secondo te cosa succede in questa situazione?", o "serve questa assunzione, quando usiamo 'sto teorema?", io ci starei pure”.
I commenti di chi è d’accordo: “L'università italiana forma ricercatori non lavoratori”
Il Reddit ha smosso non poco le acque, spingendo molti utenti a mettere mano alla tastiera. Subito si è creata una spaccatura tra i commenti, che vede da una parte chi condivide il malumore nei confronti del sistema universitario italiano: “In Italia impari ad essere un'enciclopedia umana. Abituatici, tanto ovunque andrai entro i confini italici sarà così”.
“L'università italiana forma ricercatori non lavoratori”, mette il carico un altro utente. “Triste realtà”.
Qualcuno pontifica: “Gli esami in italia, soprattutto nei primi anni, servono ad insegnare le basi per gli anni successivi e a filtrare gli scansafatiche e gli stupidi. Gli esami all'estero (almeno nei Paesi che ho visitato) sono meno teorici, sì, ma preparano molto meno a pensare astrattamente e ad affrontare problemi diversi da quelli che vedi nel corso”.
E ancora: “Purtroppo è il sistema italiano. Tutti esami orali, senza supervisione, faccia a faccia con un prof che decide da solo, in base a criteri cento per cento personali”.
“Capisco il tuo sfogo, sulle scienze dure gli esami sono a volte esageratamente tosti”, scrive un altro, che poi coglie l’occasione per lanciare la frecciatina sul solito confronto tipicamente universitario: “Ecco perché alcuni esami delle materie stem sono piú tosti degli esami umanistici, si pretende un rigore elevato che alle superiori non ti insegnano. Non credo che all'esame scritto di letteratura tardo medievale ti diano 0 se sbagli solo un concetto su 50 righe di esposizione”
I commenti di chi dice no: “La tua è solo una scusa per dare la colpa a qualcun altro”
Dall’altra parte della barricata, c’è poi la platea di quelli che non sono d’accordo: “Capisco lo sfogo, ma le dimostrazioni le imparano anche all'estero, non è un'invenzione italiana. Se sei stato bocciato probabilmente hai delle lacune, è meglio capirlo subito e cercare di rimediare, piuttosto che dare la colpa al sistema. Le dimostrazioni non sono da imparare a memoria come una poesia, servono per capire l'intuizione matematica dietro alcuni concetti. Se i prof non avessero voglia di correggere farebbero un mare di esami a crocette come negli USA comunque, non si metterebbero a correggere le dimostrazioni”.
C’è anche chi è più severo: “Le dimostrazioni servono per verificare se hai capito eh, e per quanto puoi criticare l'università italiana nel frattempo sforna i ricercatori migliori d'Europa. Questo non significa che sia esente da ogni problema ovviamente, ma non ti credere che nelle altre nazioni non abbiano problemi, tutto il mondo è paese, è solo una scusa per dare la colpa a qualcun altro”.
E infine l’utente che può offrire uno sguardo peculiare sul confronto tra Italia e Austria: “Ricercatore qui. Alcuni teoremi sono così importanti che è come se dovessero far parte della cultura generale di ogni studente di quelle materie, altri costruttivi, cioè contengono strumenti pratici per risolvere esercizi. In Austria ho fatto il dottorato, non mi sembra che il livello dei loro dottorandi fosse diverso da quello degli italiani e i loro esami erano molto simili a come li avevo fatti io”.