
Dagli ultimi dati Istat sulla scuola è emerso che, durante il biennio della pandemia, sono più di 500mila gli studenti che hanno abbandonato gli studi in Italia e, di quest'ultimi ben il 13,1% appartiene alla fascia compresa tra i 18 e i 24 anni.
Un fatto che ha contributo a questi dati davvero negativi è sicuramente quello della Didattica a Distanza che ha portato alla creazione di disuguaglianze tra gli studenti per gli strumenti a disposizione e l'impreparazione dei docenti cosa che, al contrario, come ha spiegato al Giornale d'Italia la professoresssa Maria Amata Garito, rettrice dell'Università telematica internazionale UniNettuno, non avverrà all'interno delle università digitali del futuro.
Quello che non ha funzionato con la Didattica a Distanza
In merito al mancato funzionamento dello strumento della Didattica a Distanza adottato per far fronte alla chiusura delle scuole durante la pandemia, come dice la prof.ssa Garito al Giornale d'Italia: "Sono tante le cose che non hanno funzionato. La prima è che non si è realizzato in breve tempo un valido collegamento alla rete in tutta Italia. Si sono create situazioni privilegiate per chi poteva usufruire di una buona rete e penalizzanti per chi non poteva.""In secondo luogo" - continua la rettrice dell'UniNettuno - "non si è intervenuto in maniera rapida in aiuto delle famiglie che non avevano a disposizione computer e iPad. Altro punto critico è stata l'impreparazione degli insegnanti alla DAD a livello metodologico. I ragazzi sono sempre stati abituati a vedere i device tecnologici come strumenti di gioco, non come veicoli di conoscenza. Sulla rete c'è un mare di informazioni, che però non è catalogato per qualità. Gli insegnanti avrebbero dovuto individuare gli strumenti didattici di qualità già presenti e pensati per il web e indirizzare gli studenti verso questi percorsi."
L'università del futuro
Nonostante l'esperienza negativa della Didattica a Distanza, il futuro della scuola e dell'università è nel digitale e un esempio è anche quello che sta avvenendo all'interno di UniNettuno dove, come dice la rettrice:"Stiamo già utilizzando ed espandendo l'Università del Metaverso, uno spazio in 3D chiamato l'Isola del Sapere. I nostri studenti, che vengono da 167 paesi diversi del mondo, si collegano sulla piattaforma tramite i loro avatar. Guidati dai docenti/tutor, gli studenti dibattono su ciò che hanno studiato e sviluppano senso critico, sono al centro del processo formativo. Non viene utilizzato il classico metodo di insegnamento unidirezionale ma il modello di classe capovolta. Un altro aspetto stupendo della nostra Isola del Sapere è che possiamo riprodurre qualunque location. Abbiamo svolto numerose lezioni, ad esempio, nell'aula magna della Sorbona di Parigi che abbiamo ricostruito in realtà virtuale."Per far fronte alla perdita della dimensione sociale a causa di questi due anni di pandemia, la prof.ssa Garito anche anche pensato di "ricreare all'interno della nostra università in 3D anche degli spazi ricreativi dove poter giocare insieme a carte, scacchi, giochi di società e persino fare una partita a tennis. Tutto tramite i nostri avatar. Ovviamente devo dire che si tratta di un progetto a livello sperimentale. L'esperienza è molto positiva ma funzionerà a pieno regime quando avverrà una piena l’evoluzione della tecnologia 3D e soprattutto delle connessioni internet ad alta velocità consentite da 5G e 6G. Posso dire però che l'Isola del Sapere di UniNettuno sarà sicuramente il futuro del nostro ateneo."
Paolo Di Falco