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Studenti truffati con false mail dall'Università per il rimborso delle tasseAlla casella postale degli studenti dell'Università d'Annunzio di Chieti, arrivava una mail in cui si millantava la possibilità di ottenere un rimborso sulle tasse di iscrizione. Si richiedevano perciò alcuni dati sensibili, come una copia del documento di identità e le coordinate bancarie. Purtroppo, sono stati molti quelli che hanno abboccato all'amo cadendo con tutte le scarpe nella truffa telematica.

Tra le parti offese anche le stesse banche coinvolte. Le indagini, fa sapere ‘Il Messaggero’, che riporta la notizia, si starebbero concentrando per il momento su un giovane di Pescara. Ma accanto all’indagato potrebbe anche esserci una vera e propria organizzazione criminale.

La promessa di rimborso

Secondo le prime ricostruzioni, sulle casella postale universitaria degli studenti arrivava una mail dall’indirizzo di posta elettronica “supporto@uni-ch.it”, con un trattino in più rispetto all’indirizzo ufficiale dell’Università d’Annunzio. In questa mail si offriva la possibilità di ottenere un rimborso sulle tasse di iscrizione 2020/2021 all’Ateneo abruzzese di Chieti. Per procedere, però, venivano richiesti alcuni dati sensibili, come il numero di telefono, le coordinate bancarie, informazioni sul proprio percorso di studio, una copia del documento fronte/retro e una della tessera sanitaria. Una richiesta che dovrebbe subito far drizzare le antenne, e che però ha indotto molti studenti a fidarsi, attratti dall’allettante promessa. Dopo poco, arrivava un’altra mail di conferma dallo stesso indirizzo, in cui si ringraziava e si annunciava che il rimborso sarebbe arrivato a stretto giro.

Giovane di Pescara al centro delle indagini

Ma i rimborsi, colpo di scena, non ci sono mai stati. Le banche hanno ben presto fatto la loro comparsa, chiedendo alle famiglie degli studenti di risanare alcuni recenti debiti. Non ci è voluto molto per arrivare quindi alle denunce e, di conseguenza, all’avvio delle indagini che in poco tempo sono risalite all’arcano: alla base di tutto, c’erano dei conti correnti aperti a nome delle vittime attraverso i dati e i documenti forniti da loro stesse.

Le indagini della Polizia postale di Chieti e di Pescara, sotto il coordinamento della dirigente Elisabetta Narciso, hanno presto dato i loro frutti: sul registro degli indagati, per il momento, c’è un ragazzo di Pescara, denunciato con le accuse di truffa e sostituzione di persona. Le indagini però proseguono. Si tenta adesso di scoprire se alle spalle del giovane ci siano dei complici, o peggio ancora, una vera e propria organizzazione criminale.

Data pubblicazione 10 Ottobre 2023, Ore 9:43 Data aggiornamento 10 Ottobre 2023, Ore 9:49
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