
Una notte trascorsa tra ansie e preoccupazioni, all'insegna dell'incertezza. L'indomani il crollo della Vela celeste di Scampia che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre tredici, si fa la conta dei danni.
Il crollo del ballatoio della struttura ha provocato lo sgombero forzato di circa 810 persone che – ritrovatesi senza casa – hanno dovuto arrangiarsi al meglio delle loro possibilità. Così gli sfollati hanno occupato la sede – di recente costruzione – della facoltà di Medicina dell'università 'Federico II' di Napoli, invocando il celere intervento delle istituzioni.
Una notte di passione
“Ci hanno fatto trascorrere la notte chi a terra e chi sui tavoli”, racconta Elena a 'La Stampa'. E' stata una notte di passione per i quasi mille sfollati, che lamentano un certo ritardo da parte delle istituzioni. Ma la buona notizia è che l'intero quartiere si sta mobilitando per loro: “Chiedo a nome di tutti noi che siamo alloggiati nell'università se potete aiutarci procurandoci brandine qualche lenzuolo e cuscini”, aggiunge Elena, che ha anche lanciato un appello sui social. Molti sfollati hanno chiesto l'invio di generi di prima necessità, soprattutto prodotti per bambini, come pannolini, omogeneizzati, e prodotti anche per i disabili.
Le richieste del comitato di Scampia
Quel che è chiaro è che nessuno ha voglia di restare tra le mura dell'ateneo: “Adesso non permetteremo che si perda un secondo di più. Tutte le istituzioni, da quelle locali e quelle europee, tutti i partiti che oggi hanno preso parola su quanto accaduto nella Vela Celeste si impegnassero da domani mattina ad organizzare una task force straordinaria, affinché siano costruiti immediatamente gli alloggi sostitutivi per tutti gli abitanti delle tre vele e la Vela Gialla e la Rossa siano finalmente abbattute” fanno sapere dal Comitato delle Vele Scampia. Davanti alla Vela Celeste, intanto, è stato allestito un campo di fortuna, con tende e gazebo dove stazionano fissi gli sgomberati. L'intento è cercare di capire se e quando si potrà rientrare in casa. Le prime verifiche dei vigili del fuoco hanno dato esito positivo per 66 appartamenti, dichiarati agibili già nella serata di ieri: ciò ha significato, per circa 300 persone, la possibilità di trascorrere la notte nel proprio letto. Le altre 500 continuano a sperare, mentre è già iniziata la ricerca di alloggi per gli abitanti delle 31 unità immobiliari dichiarate inagibili.
Ma se la voglia di rimanere nel cortile universitario è poca, allo stesso tempo, c'è chi non intende muoversi da lì. "Da qui non andiamo via, se lasciamo questo posto è finita. E non lo faremo" dice Bruno a 'La Repubblica'. Più preoccupata Maria che aggiunge: "Chi ci garantisce che i nostri appartamenti siano sicuri? Non mi sento tranquilla dopo i lavori e temo per altri crolli". Intanto, nel cortile coperto dell’ateneo c’è chi riposa, e chi gioca coi più piccoli. Alcuni hanno attaccato dei disegni al muro. Si organizzano turni di pulizia dei bagni, si cerca di mantenere l’ordine. All’ingresso, gli occupanti allestiscono piccoli punti di distribuzione per beni di prima necessità, nell'attesa che la situazione faccia il suo corso e che il pronto intervento delle istituzioni favorisca un graduale ritorno alla normalità.