L’università dovrebbe rappresentare un momento di crescita e di socializzazione, un periodo in cui stringere nuove amicizie e costruire relazioni che possono durare una vita.
Dovrebbe, appunto, ma non sempre è così. Per alcune persone, il percorso universitario può trasformarsi in un'esperienza solitaria e dolorosa. Non tutti riescono a integrarsi facilmente, e non è raro che le aspettative di convivialità si infrangano contro il muro dell'isolamento sociale.
Questo è il caso di una studentessa che ha condiviso su Reddit la sua testimonianza, rivelando addirittura di provare un profondo disagio all'idea di continuare l'università: “Ho pensato per molto tempo di mollare a causa del fatto che nessuno in due anni ha voluto stringere amicizia con me”.
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Il post: "Ho paura di andare all'università"
La studentessa inizia il suo post su Reddit con una frase molto forte: “Ho paura di andare all’università”.
Il timore di affrontare una nuova giornata in un ambiente dove ci si sente isolati è devastante per chiunque.
Per lei non si tratta quindi di una questione di lezioni o di esami, ma di un costante senso di solitudine, che pesa ormai come un macigno: “Domani inizio il terzo anno di università e mi sto sinceramente sentendo male. Ho pensato per molto tempo di mollare a causa del fatto che nessuno in due anni ha voluto stringere amicizia con me”.
L’isolamento, come spiega la studentessa, sembra derivare da una combinazione di fattori, tra cui l’essersi mostrata vulnerabile davanti ai suoi compagni: “Penso che sia a causa del fatto che in passato mi sono mostrata debole di fronte agli altri”, scrive, “e sia per il fatto di essermi isolata ogni tot per la paura di essere giudicata. Ho fatto più di una volta dei commenti acidi rivolti ad alcune persone, ma arrivare a non rivolgermi la parola per anni mi sembra follia”.
"Sento di aver fallito come persona"
“Faccio un’università privata, siamo in pochi nei corsi e giuro su Dio sono terrorizzata”, continua a raccontare la studentessa, che finisce per sentirsi in colpa, perché responsabile della situazione.
Scrive: “Sento di aver fallito come persona e che nulla mi permetterà di vivere quest’anno senza riguardarmi indietro dicendomi 'vedi che casino che hai fatto? Se nessuno ti rivolge la parola è tutta colpa tua'”.
Nonostante le riflessioni critiche rivolte a sé stessa, però, ritiene che l'ostracismo a cui è sottoposta sia una reazione esagerata e ingiusta: “Più mi guardo indietro con oggettività e più mi rendo conto che manco avessi insultato le loro madri quando ho fatto certi commenti”.
E ancora: “Siamo tutti molto divisi, ci parliamo pochissimo e nonostante tutti i miei sforzi di riprovare a creare un legame con queste persone, anche e soprattutto con gente a cui letteralmente non ho detto o fatto oggettivamente nulla di male, sembra che veramente io meriti di venire presa a mazzate in testa”.
La studentessa: "È una punizione che non mi merito"
Il dolore è acuito dal fatto di dover far fronte a una situazione che ha preso una piega esagerata, difficile ormai da cambiare.
La studentessa scrive: “La gente non mi guarda nemmeno negli occhi… Sono passati due anni e vorrei mettermi alle spalle tutto questo, ma non ce la faccio più a pranzare da sola. Di stare da sola. È una punizione che non mi merito”.
La sua esperienza, specifica, sembra amplificata poi dal contesto in cui si trova: “Studio a Firenze, la maggior parte della gente del mio corso viene da vari dintorni della Toscana e veramente sono molto chiusi”.
E anche l’ambito di studio non aiuta: “Inoltre i nostri studi ricadono nella sfera artistica, ed ho l’impressione che sia, di per sé, il mondo dell’arte, un mondo parecchio individualista”.
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