
La classifica, che tiene conto di diversi indicatori tra cui le citazioni dei ricercatori e il grado di internazionalizzazione, vede le università italiane peggiorare il loro posizionamento.
Come nella scorsa edizione, la migliore tra le italiane resta il Politecnico di Milano che si piazza al 139esimo posto, su 1418 realtà presenti in graduatoria, guadagnando tre posizioni rispetto alla scorsa edizione. A guidare invece la classifica generale è ancora una volta il MIT di Boston, seguito da Cambridge e Stanford.
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Il successo del Politecnico di Milano
Un posizionamento, quello del Politecnico, che conferma il trend positivo dell'università. Negli ultimi sei anni, l'ateneo milanese ha infatti scalato ben 48 posizioni in classifica. A premiare l'università sono state soprattutto la reputazione di cui gode tra gli oltre 151 mila referenti accademici, che ha permetto di piazzarsi al 96 posto mondiale per questa voce, e il giudizio dei datori di lavoro privati (80esimo posto mondiale per quanto riguarda il parametro).
Atenei italiani: top per la ricerca, ma il sovraffollamento pesa
In generale, la classifica vede il 40% delle università italiane tra le prime 300 per la ricerca, più di qualsiasi altro Paese europeo. Questo non può che essere un ottimo indicatore per quanto riguarda gli studi scientifici nel nostro Paese. E non a caso ci piazziamo al sesto posto per quanto riguarda il numero di citazioni, registrando un grande supporto da parte di collaboratori internazionali: il 46% della nostra produzione di ricerca è prodotta con collaboratori esteri, più del doppio della media mondiale. Dopo le luci però, ecco le ombre.In generale l’Italia arretra rispetto all’anno scorso. Dei 41 classificati, sei migliorano e 21 peggiorano, mentre 14 rimangono stabili. Basta guardare cosa accade immediatamente alle spalle del PoliMi: la seconda, Bologna, da 166esima diventa 167esima; la terza, Roma La Sapienza, resta ancorata al 171esimo posto; la quarta, Padova, da 242esima è ora 243esima; la Statale di Milano, quinta, perde addirittura 9 posizioni e arriva al 334esimo posto. A pesare è stato soprattutto l’alto tasso del rapporto studenti/docente (uno degli indicatori del ranking) che rende le nostre aule universitarie sovraffollate, con una sola università che si posiziona tra le prime 300 al mondo (Vita-Salute San Raffaele, 30esima nella graduatoria di questo parametro ma 436esima complessiva).