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Una notizia decisiva per gli aspiranti camici bianchi del futuro: il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato il testo base per cambiare il sistema d'accesso ai corsi di laurea in Medicina. Stando al risultato raggiunto, votato a larghissima maggioranza, l’iscrizione al primo anno anno della facoltà di Medicina d’ora in poi sarà ad “accesso libero” (ma con riserva). 

Dunque, tra non molto cambierà il sistema di accesso all’ambito corso di studio. Una svolta di cui si parlava già da qualche tempo e che tutti aspettavano con trepidazione. Ma che potrebbe comunque non accontentare tutti: non è la fine del numero chiuso. 

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I futuri medici, invece del test di ingresso selettivo, dovranno seguire alcuni corsi propedeutici durante il primo semestre e sostenere i relativi esami. Le materie oggetto ancora non sono state stabilite, ma spetterà al Governo individuarle. 

Per quanto riguarda invece l’ammissione al secondo semestre, gli studenti dovranno aver passato gli esami. Inoltre, spiega il ‘Corriere della Sera’, il testo fa riferimento a una “collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale, anche se ancora non è chiaro cosa questo significhi, visto che non si potrà più fare riferimento ai vecchi test di Medicina. 

Addio al numero chiuso? Non proprio

Ma non bisogna cantare subito vittoria. Per quanto questa riforma amplierà di molto i posti disponibili, il numero chiuso non sparirà del tutto. Come specificato nel testo, infatti, il numero delle iscrizioni dovrà comunque essere coerente con quello che è il fabbisogno di medici stimato dal Sistema sanitario nazionale. Inoltre, i posti disponibili andranno anche allineati con quelli delle scuole di specialistica, evitando così l’esubero di medici, che porterebbe ad altre tipologie di problematiche. Insomma resterà il caro vecchio (si fa per dire) accesso programmato, solo che la selezione si farà strada facendo 

Per far fronte al cambiamento, in ogni caso, gli atenei dovranno potenziare la propria capacità di ricezione.

Non passi? Arriva la seconda scelta nell'iscrizione a Medicina

Chi non passerà al secondo semestre potrà comunque contare sui crediti universitari raggiunti fino a quel momento e continuare gli studi in un altro corso di laurea di area “biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria”. Al momento dell’iscrizione a Medicina, tutti gli studenti dovranno indicare una seconda scelta all’interno dell’area di studi.

Le modalità per il cambio sono ancora da definire in tutto e per tutto, quello che per ora si sa è che la doppia iscrizione sarà gratuita. Il Governo, avrà un tempo che va dai nove ai dodici mesi per adottare i decreti legislativi.

Corsi di medicina accesso programmato

Tra soddisfazione e dubbio

Parole di soddisfazione quelle dell’infettivologo Matteo Bassetti, che parla di “una riforma ben fatta. Servono ragazzi con la vocazione per fare il chirurgo o per lavorare al pronto soccorso. Finalmente è stata mantenuta una promessa elettorale”.  

Più perplesso invece il microbiologo Andrea Crisanti, senatore Pd e segretario della Commissione Cultura: “Questo testo è stato adottato con riserva perché mantiene ancora diverse criticità. A partire dal fatto che assegna al governo una delega amplissima. Non è ancora chiaro come si passerà dai 70-80 mila aspiranti medici ai 20 mila posti che potrebbero effettivamente essere messi a disposizione dalle università. E soprattutto come si formerà la graduatoria di merito. Medicina non è come il test della patente, non basta raggiungere un livello minimo, ci vuole una selezione di qualità

UDU: “Delusi, testo riforma non supera problemi. Studenti ignorati”

Sulla novità è intervenuto criticamente anche l’UDU (Unione Degli Universitari). 

“È un primo passo, ma siamo delusi dalle modalità scelte, commenta Federico Amalfa, responsabile numero chiuso dell'UDU. “La delega al Governo non chiarisce quali saranno gli investimenti in infrastrutture, didattica  e diritto allo studio per consentire il superamento della programmazione degli accessi. Da quanto apprendiamo, non si tratterà di una vera e propria abolizione del numero chiuso, ma di una riforma parziale. Infatti, non sono stati modificati i criteri per l'istituzione dei numeri programmati locali e verrà comunque mantenuto un filtro agli accessi, solo che sarà differito rispetto all'immatricolazione. È evidente che non si è voluto ascoltare quanto avevamo segnalato in audizione”.

“Chiediamo”, conclude Amalfa, “che il Governo con il decreto delegato debba puntare a un serio superamento della programmazione e che vengano coinvolte le rappresentanze studentesche. Resta poi il problema dei numeri programmati nazionali di area non medica, sui quali non è cambiato nulla e permangono tali e uguali”.

Aggiunge Alessia Conti, presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: Il numero chiuso a Medicina deve essere superato ma questo è possibile solo con ingenti investimenti sul sistema universitario e sul sistema sanitario nazionale. Qualsiasi altra forma di numero aperto rischia di portare al collasso. Il Parlamento e le Commissioni parlamentari devono continuare a confrontarsi con le istituzioni e le parti sociali, per costruire un progetto efficiente. Per questo ci aspettiamo essere coinvolti, come massimo organo di rappresentanza studentesca”.

 

Data pubblicazione 24 Aprile 2024, Ore 9:44 Data aggiornamento 25 Aprile 2024, Ore 9:44
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