
Anche chi ha terminato gli studi, infatti, incontra sulla propria strada non pochi ostacoli. E' il caso di Federica, specializzanda 27enne originaria di Salerno, che ha deciso di mollare il percorso di specializzazione in Medicina Legale.
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La borsa di studio non basta per vivere: il paradosso
Il motivo? Sempre lo stesso, il caro affitti. Federica, infatti, si è laureata in Medicina grazie a una borsa di studio all'università Bicocca. Sempre lì avrebbe voluto intraprendere il percorso di specializzazione ma all'ultimo ha dovuto rinunciarvi: ”La sola borsa di studio in città come Milano non ti permette di vivere ma di sopravvivere” spiega la giovane a 'La Stampa'. ”Lo scorso anno ho fatto il test per il concorso per le scuole di specializzazioni – racconta Federica – ed è andato pure bene. Ho superato il test per Medicina Legale”.Dopo aver fatto due conti, però, Federica si è tirata indietro. E il motivo è ciò che la accomuna ai tanti studenti scesi in piazza in questi giorni: ”A Milano c'è una bolla immobiliare pazzesca e i soldi della borsa di specializzazione non bastano. Pago un affitto di casa altissimo, escluse le spese di luce e gas. La borsa di specializzazione è di 1.600 euro. Non mi conviene perché con la libera professione si guadagna molto di più, anche il triplo. Allora meglio mettere un po’ di soldi da parte e fare la specializzazione tra qualche anno”. Una situazione, la sua, molto diffusa tra gli specializzandi: l'importo delle borse di studio, infatti, non tiene conto dell'inflazione e delle impennate dei prezzi, mettendo in una difficile condizione tutti gli specializzandi.
Un paradosso dal momento che le borse di studio sono pensate per agevolare gli studenti in difficoltà economica e garantirgli il diritto allo studio. Così, anche i volenterosi come Federica sono costretti a fare un passo indietro: ”Ho fatto il medico di medicina generale, la guardia medica, lavoravo in Rsa, e davo la disponibilità 7 giorni su 7 perché volevo imparare e stare sul campo. La formazione a Medicina a Milano è molto buona e avrei voluto continuare il percorso dove mi sono laureata. Purtroppo la situazione come la mia è molto diffusa tra gli specializzandi” conclude la giovane.