
Fare il tutor conviene: le competenze comunicative e organizzative che si acquisiscono nello svolgimento di questo ruolo sono oro colato per gli studenti. L'esperienza di tutorship, infatti, consiste in un valore aggiunto che va ad impreziosire il percorso accademico dello studente.
E' questa la principale evidenza che emerge dall'indagine realizzata da alcuni psicologi dell'Università Cattolica a Milano insieme con l'Area Organizzazione e sviluppo sistema della didattica e l'Ufficio Tutorato. L'indagine è stata svolta su un doppio binario: nella prima fase - curata da Silvio Ripamonti e Barbara Bertani, psicologi del lavoro - sono stati intervistati 30 ex tutor già laureati da cinque anni, mentre nel secondo step 230 soggetti sono stati intervistati da una survey curata dallo psicologo economico Edoardo Lozza.
Il profilo degli ex tutor
In Università Cattolica i tutor sono nati nell'anno accademico 1999/2000 per orientare, accogliere e accompagnare gli studenti nel loro percorso accademico. Chi ha svolto questo ruolo, a distanza di anni, ha potuto godere di un discreto giovamento. Dei 230 soggetti interpellati, in 155 hanno risposto alla chiamata: una redemption pari al 67% che dimostra come l'argomento sia particolarmente rilevante per gli studenti. Parliamo di ex studenti di facoltà – per la maggior parte – economico-giuridiche. Secondo i dati raccolti, l'80% dei rispondenti sta lavorando con ruoli da dipendenti nel 56% dei casi, dottorandi/ assegnisti di ricerca nel 21%, specializzandi nel 6% e liberi professionisti nel 5%. Per quanto riguarda l'employability e la soddisfazione lavorativa i riscontri sono ottimi. Infatti, il 94% di coloro che lavorano dopo essere stati tutor è soddisfatto della propria occupazione.
Cosa fa un tutor di gruppo
Oggi i tutor della Cattolica sono 89, (di cui 58 nel campus di Milano, 13 a Brescia, 8 a Piacenza, 2 a Cremona e 8 a Roma), attivi sui corsi di laurea triennali, a ciclo unico e magistrali di tutte le facoltà. Il tutor di gruppo accoglie le matricole durante il Welcome Day, dando informazioni su ciascun corso di laurea, l'organizzazione del piano di studi, la pianificazione degli esami, e l'utilizzo dei servizi. Inoltre, tramite momenti di gruppo e individuali accompagna gli studenti durante il loro intero percorso accademico anche nei momenti che potrebbero essere di maggiore criticità.
Per cercare di ridurre al minimo il rischio di isolamento, tra i fattori più critici dell'abbandono universitario, il tutor organizza gli incontri di piccolo gruppo (IPG), effettua monitoraggi telefonici e riceve settimanalmente, attività utili all'individuazione di una metodologia di studio efficace e personalizzata atta a superare eventuali ostacoli al percorso di apprendimento. Ciascun tutor segue un numero massimo di 150 studenti per anno di corso. Nell'ultimo anno 2022-23 su più di 34.700 iscritti totali, i tutor hanno effettuato 8.128 interventi individuali (colloqui, telefonate, email) con gli studenti di primo e secondo livello. A questi si aggiungono oltre 3.000 matricole incontrate durante le attività di piccolo gruppo.
Quali soft skills si apprendono facendo il tutor
Tra le cosiddette soft skills le più importanti da spendere anche nel mondo del lavoro sono risultate quelle comunicative, ovvero la capacità di adeguare lo stile comunicativo ai diversi interlocutori e canali utilizzati, e quelle relazionali, ovvero l'intuizione della richiesta dell'altro e la gestione delle emozioni legate alla relazione. Dai dati raccolti nella survey si evince che per il 90% dei rispondenti l'esperienza di tutoraggio contribuisce a sviluppare molto le competenze comunicative, mentre in ambito lavorativo le più richieste sembrano essere quelle organizzative. Tra le competenze acquisite dai tutor si segnalano anche il problem solving, l'ingaggio delle relazioni, l'organizzazione del lavoro. Infine, questa esperienza ha aiutato i tutor a conoscere meglio se stessi, a gestire i rapporti professionali e i processi di comunicazione, e anche a vedere con occhi diversi l'organizzazione per cui oggi lavorano.
Formazione centrale nel processo
Fondamentale è risultata la formazione dei tutor stessi, punto di forza anche nel momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Come ha evidenziato la professoressa Bertani “una buona esperienza professionale, quale quella del tutor, può diventare un trampolino di lancio per il futuro professionale, facilitando i processi di inserimento e crescita nei differenti ambiti di lavoro”.