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Il Natale verrà diventa La Eui di Fiesole è un’Università europea e multietnica per definizione. Dal punto di vista del presidente Renaud Dehousse, quindi, nel rispetto delle regole per l’uguaglianza etnica e razziale, il Natale deve cambiare nome per togliere il riferimento cristiano e aprire la strada a un linguaggio più inclusivo.

Come racconta ‘Il Tirreno’, l’iniziativa non ha messo d’accordo tutti. Anzi, in poco tempo si è arrivati alla polemica. Intanto, tra le proposte spicca un nome: non più Natale ma “Festa d’Inverno”.

All’Università di Fiesole la ex festa del Natale lascia il posto alla “Festa d’Inverno”

La prestigiosa Università europea di Fiesole (Eui), che da tempo forma la classe dirigente e diplomatica per Strasburgo e Bruxelles, attira l’attenzione con un’iniziativa che tocca tasti delicati, spesso oggetto della politica. Data la multietnicità dell’ateneo, infatti, si è sentito il bisogno di rendere il Natale “meno cristiano”, così da non ledere la sensibilità di altre religioni, o di chi è ateo, laico, agnostico.

È stata l’agenzia Sir (Servizio informazione religiosa) a portare a galla la notizia, poi confermata dallo staff della comunicazione dell’Università stessa. Tutto è nato da una lettera interna di Renaud Dehousse, presidente dell’ateneo, che per ottemperare agli obblighi del ‘Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui’, l’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano. Le regole per l’uguaglianza etnica in vigore nell’ateneo prevedono che le feste religiose vanno sì inserite nel calendario, ma attraverso un linguaggio “inclusivo”.

Da qui l’invito al cambio-nome del Natale, sebbene, si precisa, “gli aspetti tradizionali e folcloristici possono rimanere parte dell’evento”. Una delle proposte circolate è quella della “Festa d’Inverno”, senza però ancora arrivare a una decisione ufficiale. Naturalmente non tutti si sono trovati d’accordo con l’iniziativa del presidente, anche all’interno dell’Università. C’è infatti chi sostiene che il Natale sia una festa non solo religiosa, ma anche legata alla tradizione della cultura italiana.

La polemica, Ceccardi: “Un’ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà”

Come riportato da ‘Il Tirreno’, contro la proposta si scaglia in particolare l’euro-deputata leghista Susanna Ceccardi: “Il presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole vuole cancellare il Natale, perché eliminare i riferimenti cristiani di questa festività significa comprometterne integralmente l’essenza: un momento di gioia, di riflessione e di storia millenaria della nostra comunità. Cancellare il Santo Natale significa cancellare la nostra identità e mi sorprende che questa proposta provenga proprio dal presidente di un Istituto universitario, che ha sede peraltro in una Badia, il quale dovrebbe invece strenuamente insegnare a difendere e rispettare le nostre tradizioni e la nostra identità. Questa proposta apparentemente sconclusionata risponde in realtà a un’ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi. Mi auguro quindi un passo indietro immediato su questa decisione da parte dei vertici dell’Istituto”.

Altra voce che si unisce al coro delle proteste, fa sapere ancora ‘Il Tirreno’, è quella di Alessandra Gallego, consigliera di Fratelli d’Italia: “È sconcertante che un istituto accademico decida di rimuovere il riferimento cristiano dalla celebrazione del Natale, considerando che questa istituzione ha la propria sede nella ‘Badia fiesolana’, un luogo dove nel passato sorgeva l’oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone”. Una proposta che, anche per Gallego, cede il passo a una deriva verso l’omologazione al politicamente corretto con cui si “sacrificano le tradizioni e le identità nazionali in nome di un'uguaglianza etnica che non tiene conto dell'importanza delle diverse culture e religioni che compongono il nostro Paese. Il Natale come festività cristiana, rappresenta un momento di grande gioia e di riflessione per milioni di persone in tutto il mondo. Il presidente ritiri la sua decisione”.

Data pubblicazione 25 Ottobre 2023, Ore 12:11 Data aggiornamento 25 Ottobre 2023, Ore 12:17
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