
All'Università di Trento è scoppiato un vero e proprio caso che sta facendo il giro dei social e non solo. Al centro della polemica c’è una maglietta con un'immagine di Barbie decisamente inaspettata.
Tutto è iniziato quando la presidente del Consiglio studentesco e componente del Consiglio di amministrazione dell'ateneo trentino - Agnese Tumicelli - ha partecipato a una manifestazione studentesca indossando una t-shirt con l'immagine di una "Barbie Brigate Rosse" e la stella a cinque punte.
Inoltre, sulla maglietta c’era anche la Renault 4 rossa che richiama l'omicidio di Aldo Moro, una pistola, un piede di porco, un passamontagna e l'immagine stilizzata di uno schermo tv con il profilo dell'ostaggio con "Repubblica" in mano, un chiaro riferimento alle immagini che le BR (Brigate Rosse) inviavano ai giornali.
La foto, pubblicata dalla studentessa sul suo profilo Instagram, ha subito scatenato il putiferio.
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La denuncia di Urzì: "Pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate rosse"
La reazione non si è fatta attendere, e tra le voci più forti c'è stata quella di Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d'Italia e coordinatore regionale del partito in Trentino Alto Adige.
Urzì ha denunciato con fermezza: "Denunciamo il pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate rosse, nell'ambito di una organizzazione studentesca di sinistra accreditata all'Università di Trento e gli episodi che in queste ore stiamo sottoponendo all'attenzione dei ministeri all'interno e all'Università devono imporre immediate reazioni da parte dell'ateneo e del rettore".
Ha inoltre specificato che la maglietta sembra essere diffusa da un canale internet legato a un gruppo dal nome "Innioranza", che avrebbe anche prodotto un brano "oscenamente inneggiante alle azioni delle Br ed all'omicidio Moro".
Lo scopo della maglia: ironia, provocazione o "verità"?
Il sito a cui fa riferimento il deputato di FDI e che vende la maglietta "Barbie Brigate Rosse", la presenta con una descrizione che mira a essere ironica e provocatoria.
Sotto l'immagine, si legge: "E' meglio non chiedere a Barbie cosa stesse facendo il 16 marzo del 1978. Ebbene sì, la sua militanza nelle BR è un fatto di cui si parla molto poco per ovvi motivi. Fino ad oggi, quando viene riportato alla luce da una pagina pubblicata da "I Diari Dei Bambini" che ha ispirato questa grafica".
E ancora: "La maglietta ha il solo scopo di diffondere la verità su una donna forte e combattente, erroneamente accostata soltanto al mondo della moda e del lusso. Non è che inneggiamo al ritorno delle BR eh… Cioè, nel senso, è un momento storico che.. insomma.. se ci fossero.. Ok ok, hanno provocato parecchi morti (comunque meno della democrazia cristiana), però anche i fasci ne hanno provocati e ce li abbiamo al governo. Eh?".
Il sito propone anche altri gadget con toni umoristici come felpe "Patatonia" o magliette "Dio perdona Amanda Knox".
La nota e le scuse di Tumicelli
Di fronte al clamore, il Consiglio studentesco ha diramato una nota per chiarire la propria posizione, sottolineando con la massima chiarezza "la nostra totale e inequivocabile distanza da qualsiasi forma di terrorismo e di violenza politica e la nostra profonda condanna per le Brigate Rosse e per quel tragico periodo della storia repubblicana".
Nella stessa nota si legge che "Agnese riconosce pienamente l'errore di aver esposto sul suo profilo social contenuti che, pur non riflettendo le sue reali convinzioni o il suo ruolo istituzionale, hanno offeso la sensibilità delle persone".
La presidente, che ha anche incontrato il rettore, "si assume la completa responsabilità del gesto e si scusa profondamente con l'Università e l'intera comunità studentesca".
Il Consiglio studentesco conclude la nota affermando che "il contesto in cui sono uscite quelle foto è evidentemente ironico e personale, sono immagini su Instagram, e non dichiarazioni su canali di comunicazione dell'Associazione o dei gruppi di rappresentanza, o in qualsiasi forma che faccia intendere serietà o ufficialità”.