
Un contesto – quello degli affitti universitari – già di per sé fortemente complicato dalla pandemia e che adesso subisce un ulteriore rincaro dei prezzi. In particolare, si registra una lievitazione dei costi per quanto riguarda le stanze singole, il cui costo è aumentato di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021. Al contrario, le stanze doppie subiscono una diminuzione del 9%. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto “Insights, Business Unit” del portale Immobiliare.it.
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Affitti città universitarie: Milano salda in prima posizione
Stando al rapporto, Milano si conferma al primo posto tra le città universitarie con gli affitti più alti. Nel capoluogo lombardo per potersi permettere una stanza singola gli studenti dovranno sborsare fino a 620 euro di media, mentre per un posto in una stanza doppia il prezzo si aggira intorno ai 321 euro. Al secondo posto per gli affitti più esosi troviamo poi Roma dove l'aumento dei prezzi è significativo: più di 150 euro.Nella Capitale il prezzo per una stanza singola arriva di media a 465 euro mentre per una doppia parliamo di una cifra vicina ai 248 euro. Subito dopo troviamo Firenze e Padova dove i prezzi delle stanze singole hanno ormai raggiunto più di 450 euro, seguite a breve distanza da Bologna dove per studiare gli studenti dovranno spendere circa 447 euro per una singola. Decisamente più abbordabili le singole di Napoli – a quota 337 euro – e di Torino e Venezia con un prezzo vicino ai 360 euro.
Il caso di Venezia e delle altre città universitarie: domanda di affitto in aumento
Il capoluogo veneto merita però una menzione a parte. Venezia è infatti la città che ha visto più di tutte incrementare i prezzi nell'ultimo anno: la domanda per una stanza singola nella città che ospita importanti poli universitari, tra cui Ca’ Foscari e IUAV, è quasi quadruplicato (+373,2%). Di conseguenza, i prezzi sono tornati a salire acquistando oltre 10 punti percentuali nell’ultimo anno e attestandosi sui 360 euro.Oltre a Venezia la domanda raddoppia anche a Napoli (+118%) e Latina (+102,2%). Molto più attrattivi – rispetto al passato - anche i centri di Palermo (+97,2%) e Novara (+93,4%). In controtendenza invece le città di Ancona (-34,4%), Trieste (-27,7%) e Genova (-22%).
Rincaro affitti universitari: gli studenti insorgono
Uno scenario che in finale va a pesare sulle finanze degli studenti non ancora indipendenti dal lato economico. Non tardano infatti ad arrivare le prime polemiche da parte dei comitati studenteschi. ”I dati elaborati da immobiliare.it - dichiara Giovanni Sotgiu, coordinatore dell'Unione degli Universitari - sono allarmanti. Il calo di residenze universitarie disponibili per via del Covid durante la fase di rientro nelle università, il contestuale aumento della domanda e il calo di offerta hanno prodotto una mancata risposta alle esigenze abitative di universitarie e universitari tali da comportare ingenti aumenti del costo degli affitti di stanze singole e doppie. Chiediamo che, oltre alle misure attualmente previste dal PNRR in materia di residenze universitarie, lo Stato intervenga con fondi propri sul tema degli affitti, calmierando i prezzi in forte aumento, tutelando il diritti allo studio e contrastando la speculazione presente attorno a questo mercato e agli affitti in nero strutturando uno specifico intervento normativo, incentivando i locatari a concedere a studentesse e studenti le stanze e rispondendo alla forte domanda garantendo un alloggio a tutte le studentesse e tutti gli studenti universitari”.All'appello dell'Unione degli Studenti si unisce anche Link – Cordinamento Universitario. “In molte città universitarie come Bologna, Firenze e Padova l’incremento dei costi dallo scorso anno è stato altissimo, arrivando a prezzi medi proibitivi, tutti al di sopra dei 400€ al mese.” dichiara Lorenzo Morandi di Link - Coordinamento Universitario. “Il record lo raggiunge Milano con 620€ al mese in media per una singola, un costo decisamente insostenibile per le decine di migliaia di studenti fuorisede che a settembre vorrebbero iniziare un percorso di studi in quella città. E' necessario che università, enti regionali per il diritto allo studio e amministrazioni comunali delle città universitarie si assumano la responsabilità di mettere in campo azioni concrete per garantire il diritto all’abitare degli studenti. Ogni città vive di un specificità intrinseche al proprio contesto urbano, ma sono tante le misure che si possono attivare per contrastare il caro affitti: una revisione e un ampliamento dei posti alloggio negli studentati, che siano gestiti dal pubblico e non dal privato; incontri in ogni città con il Comune per il Canone concordato studentesco; regolamentazione delle piattaforme per affitti brevi a scopo turistico come AirBnB e Booking” conclude Morandi.