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Lascia la scuola a 16 anni perché si annoiavaMirko Destefani è uno studente di 16 anni che ha lasciato la scuola. A settembre non si è iscritto a nessuna classe di prima superiore. Il motivo? In classe si annoiava.

A intervistarlo è la Repubblica. Il ragazzo fornisce spesso risposte secche, brevi, prive di entusiasmo e consapevolezza. A leggerle si ha la sensazione che le sue parole si trascinino dietro un’ombra, un alone di apatia e delusione nei confronti dell’istruzione e di un futuro mai davvero ragionato.

Lascia gli studi a 16 anni: “Con la scuola italiana ho chiuso”

Un diploma di terza media in ritardo di un anno è tutto il suo curriculum con cui affrontare gli anni a venire.

“La verità è che a scuola mi annoiavo”, afferma Mirko, uno dei tanti adolescenti che per un motivo o per un altro hanno lasciato la scuola ritrovandosi in un limbo fatto soprattutto di incertezza. Uno dei tanti ragazzi lasciati a loro stessi, di fronte a qualcosa di troppo grande da gestire.

Complice forse anche il periodo della pandemia: “La scuola ha organizzato la Didattica a distanza”, dice Mirko a la Repubblica. “All'inizio partecipavo, ma ho perso presto la voglia. Non accendevo il computer e restavo a dormire”.

Solo alle medie qualcuno si occupava ancora di lui, poi più nessuno. Dal primo anno delle superiori Mirko non è più stato seguito, non ha più avuto una figura di riferimento. Da qui, la sua delusione nei confronti delle istituzioni scolastiche.

Il primo anno all'Istituto Salesiano Manfredini di Este, indirizzo elettrotecnico, non era cominciato tanto male: le materie erano piacevoli e i voti sufficienti. Poi qualcosa è andato storto. “Via via mi sono lasciato condizionare da chi avevo intorno e ho ripreso a fare casino. Eravamo solo maschi e in classe c'era sempre tanta confusione. A volte era difficile fare lezione. Sono arrivate le sospensioni, una, due, tre. E mi sono fermato. Per sempre. No, non sono più andato a scuola, direi dalla primavera 2022. Mi hanno considerato ritirato, e bocciato”.

Dopo essere stato bocciato al primo anno delle superiori non si è più riscritto in nessun istituto. Stando alle sue parole Mirko si è fermato. Per sempre. Con la scuola italiana ho chiuso, afferma, “ci metto una pietra sopra”. Anche perché “la scuola ti insegna tanto, ma non ti dà tutto quello che ti serve per la tua vita. Non ti spiega come fare i soldi”.

sveglia tardi e qualche lavoretto, così trascorre le sue giornate

Sveglia tardi la mattina e nessun progetto per il futuro, solo qualche lavoretto per guadagnarsi la “paghetta” e qualche vaghissima ambizione sullo sfondo.

Mi piace giocare a calcio, dice a la Repubblica. “Sono attaccante negli Allievi dei Colli Euganei. Prima di farmi male, ho segnato tutte le domeniche. Rientrato dopo un mese, di nuovo. Se capitasse una carriera da calciatore, sì, ne farei buon uso.

Mirko ha una sorella di diciott’anni e un fratello di tredici. Quando gli chiedono se c’è una figura paterna nella sua vita, lui risponde: “Direi di no, c'è mia mamma. Una madre però tagliata fuori dalle decisioni in merito alla scuola.

Non gliene parlo, sinceramente ho sempre fatto di testa mia. Quello che mi manca ho sempre cercato di ricavarlo da me.

Per ora Mirko si dice contento della sua vita. E noi naturalmente gli auguriamo il meglio.

Data pubblicazione 20 Dicembre 2022, Ore 11:14 Data aggiornamento 20 Dicembre 2022, Ore 11:29
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