
Per capire i reali effetti che la pandemia ha provocato sulle nuove generazioni, l’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss), insieme a Skuola.net, ha scelto di intervistare un campione, composto da 3500 ragazzi tra gli 11 e i 24 anni, e chiedere loro come sono cambiate le abitudini, il modo di gestire le relazioni e l'amore in tempi di restrizioni e lockdown. Per un ragazzo su tre le relazioni affettive sono state ridotte a causa della pandemia. Ma il dato più interessante è quello emerso tra i giovanissimi che hanno aumentato la ricerca su siti pornografici proprio durante il periodo delle limitazioni.
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Con la pandemia sono diminuite anche le "prime volte"
Il Covid ha portato a una netta diminuzione della socialità e questa ha comportato inevitabilmente un allentamento dei rapporti affettivi e sessuali. E' calata la percentuale degli adolescenti che si sono approcciati alle loro "prime volte": metà degli intervistati, infatti, ha affermato di non aver mai avuto rapporti sessuali; "il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali". Per Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss,"L’esperienza sessuale sembra aver risentito dell’impatto del Covid-19. La metà dei ragazzi del campione totale non ha mai avuto rapporti e su questo il virus con le sue limitazioni ha sicuramente influito nel rimandare l’inizio dell’attività sessuale".
Le restrizioni hanno ridotto le relazioni
I ragazzi hanno ritardato la propria prima volta, ma hanno messo un freno anche alle relazioni affettive: "Un ragazzo su tre (33,1%) afferma di aver ridotto le relazioni proprio per colpa delle restrizioni. Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive".
Giovani adulti meno socievoli
A segnare un ulteriore demarcazione dal dato appena espresso è che sono i ragazzi più grandi, in lizza verso l'età adulta, tra i 19 e i 24 anni, ad aver ridotto maggiormente la propria cerchia di relazioni (36,6%). Altra percentuale elevata di giovani più "introversi" è quella di coloro che si definiscono "asessuali" (43,4%).
Internet e amore: aumenta il tempo online tra giovanissimi e omosessuali
Se il tempo speso online per le proprie relazione affettive è rimasto pressoché uguale all'epoca pre-pandemica per la maggior parte degli intervistati, si evidenzia un dato rilevante nella fascia d'età 15-18 e tra i giovani omosessuali e pansessuali. Quest'ultimi sono coloro che, più degli altri, hanno aumentato il loro tempo su internet per stare più vicino al proprio partner (55,2%).
Boom di giovanissimi sui siti pornografici durante la pandemia
L'isolamento ha portato a un allontanamento dalla socialità e ha ritardato i primi rapporti sessuali, ma ha spinto i giovani a cercare sul web le risposte alle proprie domande: "Alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno, di cui il 9,1% dichiara di aver aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo". Principalmente i maschi (33,1%) e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%)."Durante l’isolamento, i ragazzi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono per lo più i più piccoli tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’)", sottolinea Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell'Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.
App di incontri: sì, ma con moderazione
Nonostante la lontananza forzata dagli amici e compagni di scuola, per i più giovani è rimasto fondamentale avere un contatto diretto con i propri pari. Lo dimostra il fatto che solo il 18,3% di loro ha cercato di interagire con altri ragazzi tramite le app di incontri. Buona parte degli interessati, infatti, le giudica spesso poco veritiere e non ottimali per cercare partner affettivi. "La criticità ci aiuta a pensare che sia importante il contatto reale e che i giovani ne siano consapevoli e che questo sia un buon indizio" - ha commentato Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologo clinico, direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo Fiss.Maria Zanghì