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contagi covid scuolaAnche se non si può parlare di una nuova ondata, i numeri sui contagi da Covid-19 stanno risalendo, anche a scuola. Dopo diverse settimane di miglioramento, già a partire dal monitoraggio che si riferiva alla seconda settimana di marzo si è registrata un’inversione di tendenza.
E quelli più recenti, che prendono in esami i giorni dal 14 al 19 marzo, non fanno che confermarlo.

Eppure, con la fine dello stato d’emergenza, a partire da aprile le misure di sicurezza inizieranno progressivamente ad allentarsi. A scuola cesseranno le quarantene da contatto e andrà "in pensione", quindi, la Dad per intere classi. Solo chi è positivo si collegherà da remoto. Sono solo alcune delle nuove regole contenuto nel decreto riaperture, che conferma l’intenzione di andare verso una graduale normalità.

Crescono i dati su alunni in Dad o Ddi

I contagi crescono e di conseguenza crescono gli alunni costretti alla didattica da remoto. In particolare, per quanto riguarda il numero di classi in Ddi, la Didattica digitale integrata che, rispetto alla Dad, non coinvolge tutti gli alunni della classe, ma solo chi non può recarsi a scuola, come i casi positivi o in isolamento.

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, pubblicato ogni settimana attraverso un monitoraggio di questi (e altri) indicatori su base settimanale, nella settimana dal 14 al 19 marzo - l’ultima monitorata - il dato sulla Ddi è cresciuto di quasi due punti percentuali. Si passa così dal 7,8% della settimana dal 7 al 12 marzo al 9,3% di classi in Ddi in quella successiva. Se a queste aggiungiamo lo 0,1% che si è trovata in Dad, circa 1 classe su 10 è stata interessata da una delle due forme di lezioni da remoto.

Ciò significa che gli alunni che svolgono le lezioni in presenza sono in calo, seppur leggermente: si tratta del 96,50%, mentre erano il 97,1% la settimana precedente. Simile il dato sui docenti: in presenza il 95,6%, ma erano il 96,8% sette giorni prima. Questo significa che le classi che sono interamente a scuola sono il 90,6%, contro il 92,10% della seconda settimana di marzo.

Come anticipato, c’è da osservare che le classi in Dad - cioè che svolgono le lezioni online per tutti gli alunni - sono solo lo 0,1%, esattamente in linea con la settimana precedente e addirittura con percentuale al ribasso rispetto al mese precedente (14 - 19 febbraio), in cui si riscontrava lo 0,2% di classi in Dad.

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La situazione nelle Regioni: in Piemonte lezioni a distanza quasi assenti, in Basilicata più Dad

In questa situazione, tuttavia, come sempre vanno evidenziate le differenze tra i vari territori: in Piemonte, ad esempio, c’è stato il 100% delle classi in presenza, di cui solo l’1,5% in Ddi. Sono le percentuali più basse di lezioni da remoto in tutto il Paese. Anche in Friuli Venezia Giulia dati più che positivi: 100% in presenza e Ddi per l’2,7%, così come in Lombardia e Emilia Romagna, con 100% di classi a scuola e 2,5% in Ddi in entrambi i casi. Anche in Veneto si raggiunge il 100% delle classi in presenza ma quelle in Ddi salgono al il 3,7%.

All’opposto, la Basilicata presenta i dati peggiori: il 99,1% sono in presenza - con percentuali di Dad, quindi, allo 0,9%, nove volte superiore alla media nazionale - con Ddi al 7,7%. Presenza al 99,6% in Calabria, dove la Dad è quindi allo 0,4%, di cui ben il 10,7% in Ddi. Percentuali peggiori della media nazionale anche in Toscana e Umbria, dove le classi in presenza sono il 99,7%, e in Liguria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna, dove sono il 99,8%. E anche qui la Ddi è tutt’altro che esaurita, con cifre del 5,1% per Liguria, 7,6% per Lazio e Molise e del Liguria, del 9,5% per la Puglia e addirittura del 10% per la Sardegna.