
Non raggiungiamo gli standard dei “cervelloni” matematici asiatici, ma in generale non ce la caviamo poi così male nelle materie scientifiche. Peccato, però, che il nostro paese sia segnato da divari territoriali e di genere, una caratteristica che sembra quasi definire il nostro profilo, in quanto presente anche in altre rilevazioni.
È questo, in estrema sintesi, il risultato dell’Indagine internazionale IEA TIMSS 2023, appena presentata dall’istituto Invalsi.
La ricerca, che si svolge ogni quattro anni, è lo studio comparativo più longevo sul tema a livello internazionale, essendo iniziata nel lontano 1995. L’Italia, che partecipa fin dall’inizio delle rilevazioni, nel 2023 ha coinvolto oltre 4.000 studenti di quarta elementare e altrettanti di terza media (arrivando quindi a quota 8mila circa nel complesso), concentrandosi come da tradizione su due discipline: matematica e scienze.Una coincidenza interessante è che il report presentato quest’anno, relativo ai dati del 2023, segna il primo ciclo di TIMSS svolto dopo la pandemia, seguendo quello precedente del 2019. Così, sebbene la ricerca – come specificano gli statistici – non sia stata progettata per esaminare in modo scientifico l’impatto della pandemia, è comunque possibile fare alcune ipotesi. Che non sono così ovvie come si potrebbe immaginare: bisogna analizzare i dati con attenzione per notare le possibili ripercussioni sulle competenze in matematica e scienze degli studenti italiani.
Perché, spesso, a pagare il prezzo dei periodi difficili sono proprio gli studenti più "fragili".
Indice
Italiani e scienze, poteva andare peggio: il problema è il “dislivello” interno
Incredibile il risultato, a livello globale, dei paesi dell'Est asiatico: Singapore ottiene addirittura un punteggio superiore a 600 in entrambe le materie, con una media internazionale sia per matematica che per scienze di 500 circa. Lontani dal competere con questi traguardi, gli studenti italiani però, tutto sommato, in matematica se la cavano meglio di quanto si possa credere.
In quarta elementare raggiungono, infatti, un punteggio medio pari a 513, superiore a quello medio internazionale (503), anche se leggermente al di sotto rispetto al punteggio medio UE (526). In terza media, il rendimento degli studenti italiani è di 501, rimanendo superiore a quello internazionale di 478 ed in linea con quello di paesi UE. Il calo che si può notare nel punteggio degli studenti italiani dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado, inoltre, è osservato anche nella media UE.
In scienze, invece, gli studenti italiani che frequentano la quarta classe della scuola primaria prendono il punteggio di 511. Anche in questo caso se la cavano meglio dei restanti paesi su scala globale, la cui media si ferma a 494, ma fanno un po’ peggio dei paesi dell’area UE, dove la media balza a 520. Con il passaggio alla terza media, così come abbiamo visto per la matematica, il rendimento degli studenti italiani peggiora da 511 a 501, coerentemente con quello che succede nei paesi UE, la cui media passa da 520 a 506.
Fin qui tutto più o meno bene, o almeno così appare. Perché scavando a fondo si nota che tra le aree geografiche italiane esistono differenze, già presenti in quarta primaria: in matematica, infatti, circa 50 punti separano il punteggio medio ottenuto dagli studenti del Nord-Ovest (530, il rendimento più alto) da quello ottenuto nell’area Sud-Isole (480, il risultato più basso). Anche per quanto riguarda la padronanza delle scienze le due aree si trovano nelle estremità della distribuzione: il Nord-Ovest spicca con una media di 529, il Sud-Isole si ferma a 479, ben 50 punti di differenza.
La situazione non cambia passando ad analizzare la terza media: il punteggio della macroarea Sud-Isole in matematica scende a 460, così come quello dell’area geografica Sud (da 502 a 489), risultando in entrambi i casi inferiori a quelli del Nord-Ovest e del Nord-Est (rispettivamente 515 e 521).
Per le scienze, anche all’ottavo anno di scolarità, gli studenti del Nord-ovest e del Nord-est (517 e 523 punti di media) ottengono risultati più elevati rispetto agli studenti del Sud e del Sud-Isole (484 e 459).
E se le discrepanze tra macroaree aumentano, preoccupa anche quanta variabilità nei dati ci sia tra le diverse aree geografiche. Perché la cosa forse salta più all’occhio è che si possono calcolare quasi 300 punti di differenza tra gli studenti che ottengono risultati in assoluto più bassi in matematica e quelli che arrivano ai risultati migliori. Così succede, ad esempio, in terza media, dove il punteggio minimo raggiunto al Sud-Isole è a poco più di 300 punti; mentre il massimo, nel Nord-Ovest, arriva quasi a 650.
Come cambiano i risultati nel pre e nel post-pandemia
Volendo fare, invece, un confronto “storico”, per quanto riguarda la matematica in quarta primaria, vediamo che guardando al dato medio non ci sono state grandi differenze rispetto al 2019, quindi all'anno pre-covid, né rispetto ai cicli immediatamente precedenti. Stessa cosa per la terza media.
Ciò che invece, per così dire, è più “nascosto” riguarda l’ampiezza del divario tra chi ha ottenuto punteggi più alti e chi, invece, ha ottenuto quelli più bassi. Infatti, anche se il punteggio medio non cambia, nel 2019 c’erano meno punti di distacco tra i più bravi e i meno bravi: nel post pandemia il gap è aumentato di quasi 50 punti.
Situazione analoga per quanto riguarda le scienze: per la quarta primaria, a livello di punteggio medio, i dati dicono che negli ultimi due cicli non ci sono differenze statisticamente significative. Ma, anche in questo caso, il confronto fatto sull'ampiezza della variabilità all'interno delle aree geografiche, tra i livelli più bassi e quelli più alti, anche se leggermente più contenuta che per la matematica in Italia si allarga nel post-pandemia.
Bambine e ragazze indietro in matematica e scienze, flop italiano per gender gap
A livello di genere, il quadro internazionale ci dice che in matematica nella maggior parte dei paesi tendono a resistere differenze, a favore dei ragazzi. Che, però, diminuiscono con l'aumentare del grado scolastico, quindi sono più forti in quarta primaria e si attenuano all'ottavo anno di scuola. In scienze, la situazione è un po' diversa: in un numero maggiore di paesi le differenze non sono significative, e ci sono paesi nei quali le ragazze superano i ragazzi in maniera più bilanciata rispetto a quanto avviene per la matematica.
In Italia, però, abbiamo una triste condizione: in entrambi gli ambiti disciplinari e per entrambi i gradi scolastici, gli studenti maschi ottengono risultati superiori rispetto alle ragazze.
Nel confronto con gli altri paesi UE, le differenze in matematica sono particolarmente evidenti, sia in quarta primaria che in terza media. Sebbene, infatti, in quest'ultima le disparità tendano a ridursi anche in Italia, la diminuzione non è altrettanto significativa. In scienze, mentre a livello UE il divario di genere è praticamente inesistente, in Italia rimane una differenza di circa 9 o 10 punti.
E come visto per il divario tra “primi e ultimi della classe”, più ampio dopo il Covid, sembra che la pandemia abbia avuto la conseguenza di peggiorare la condizione di chi si colloca in una condizione di fragilità. Per quanto riguarda le differenze di genere, nel 2019 si stavano riducendo, ma oggi si sono ampliate nuovamente, arrivando fino a 16 punti di gap (in terza media per la matematica).