matteobortone
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6 giugno 1944 sbarco in Normandia
Fonte: Ansa


Il 6 giugno 1944, una data che segna una svolta cruciale nella Seconda Guerra Mondiale, è il giorno dello sbarco in Normandia. Questa operazione militare, chiamata anche D-Day (che in gergo militare significa "Giorno X"), è stata una delle più imponenti e importanti di tutta la storia.

Sono stati migliaia i soldati angloamericani, partiti dall'Inghilterra meridionale e supportati dai partigiani francesi, sbarcati sulle coste della Normandia, nel nord della Francia.

L’obiettivo era liberare la Francia dall'occupazione nazista e aprire un nuovo fronte occidentale contro la Germania di Hitler.

Un'operazione guidata dal generale Dwight "Ike" Eisenhower, che ha visto protagonisti soprattutto soldati americani, inglesi e canadesi

Indice

  1. La preparazione del piano
  2. La strategia per l’invasione
  3. Lo sbarco a sorpresa e le vittime
  4. Le conseguenze per l'Europa: la liberazione

La preparazione del piano

Ma come si è arrivati a un'operazione di questa portata? Già nel novembre del 1943, alla conferenza di Teheran, i leader dei Paesi Alleati avevano promesso a Stalin che l'invasione dell'Europa sarebbe avvenuta nel 1944.

L'operazione fu battezzata "Overlord" e prevedeva che le truppe, partendo dall'Inghilterra, sbarcassero nella Francia settentrionale per poi avanzare verso la Germania.

L'Inghilterra si trasformò in un gigantesco campo base, con campi militari e basi operative che ospitavano i soldati in attesa dell'attacco.

Al comando di tutto il generale statunitense Dwight Eisenhower, nominato capo del Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force, cioè comandante in campo delle truppe alleate in Europa. Eisenhower e il suo stato maggiore presero una decisione strategica fondamentale: sbarcare in Normandia anziché a Calais.

Perché? Ai tedeschi era stato fatto credere con false informazioni interne che lo sbarco sarebbe avvenuto lì, per questo nell’attesa di un'invasione avevano fortificato la costa con il "Vallo atlantico", coordinato dal famoso feldmaresciallo Erwin Rommel.

Ma mentre a Calais, il punto più logico per un'invasione, le difese erano imponenti e la maggior parte delle truppe tedesche era schierata lì, la Normandia era molto più debole. 

La strategia per l’invasione

Il piano degli Alleati era davvero un capolavoro di strategia. Prevedeva lo sbarco delle truppe su cinque spiagge della costa normanna, ognuna con un nome in codice: Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword. Le prime due erano assegnate agli americani, le altre tre a inglesi e canadesi.

Ma non era solo uno sbarco: prima dell'invasione, ci fu una massiccia campagna di bombardamenti aerei per indebolire le difese tedesche. E nella notte precedente le operazioni, furono lanciati paracadutisti e soldati aviotrasportati con un compito cruciale: occupare punti strategici come ponti e snodi ferroviari.

Inoltre c'era un altro asso nella manica: il supporto della Resistenza francese, che prima dello sbarco realizzò numerose operazioni di sabotaggio a danno dei tedeschi, rendendo la vita difficile agli occupanti.

Lo sbarco a sorpresa e le vittime

Le operazioni iniziarono nella notte tra il 5 e il 6 giugno del 1944. Per primi giunsero circa 20.000 paracadutisti e soldati aviotrasportati, che occuparono alcune postazioni chiave e liberarono il primo paese francese, Sainte-Mère Église, a pochi chilometri dalla costa.

Poi, all'alba, ebbe inizio lo sbarco vero e proprio, chiamato operazione Neptune. Le navi da guerra si avvicinarono alla costa, cannoneggiando le difese tedesche. Subito dopo, i mezzi da sbarco si avvicinarono alle spiagge, facendo scendere i soldati sotto il fuoco incrociato dei tedeschi.

Gli angloamericani, nonostante la strenua resistenza, avevano una netta superiorità di mezzi e uomini, e riuscirono a portare a termine l'operazione con successo. Tuttavia, sulla spiaggia di Omaha, la resistenza tedesca fu più intensa del previsto, e gli americani riuscirono a conquistarla solo al costo di gravi perdite.

I tedeschi, purtroppo per loro, non impiegarono tutte le loro risorse per contrastare lo sbarco, convinti che l'invasione in Normandia fosse solo un diversivo e che il vero attacco sarebbe arrivato a Calais. Complessivamente, nel giorno dello sbarco, arrivarono sulle coste francesi circa 156.000 soldati.

Gli Alleati persero circa 10.000 uomini, tra cui oltre 4.000 morti, mentre i tedeschi subirono perdite comprese tra 4.000 e 9.000 uomini, considerando morti, feriti e prigionieri. L'intera operazione Overlord, con i soldati giunti nei giorni successivi, coinvolse circa 850.000 uomini, una quantità impressionante di aerei, carri armati e altri mezzi.

Le conseguenze per l'Europa: la liberazione

Lo sbarco in Normandia, è importante ricordarlo, per aver dato il via alla liberazione dell'Europa occidentale. Anche se i tedeschi opposero ancora una tenace resistenza nei mesi successivi, ormai l'avanzata degli Alleati era inarrestabile.

Il 26 agosto le truppe della Francia Libera, i soldati francesi che non avevano accettato la sconfitta nel 1940 e combattevano contro i tedeschi agli ordini del generale De Gaulle, liberarono Parigi. E l'anno successivo, nell'aprile, gli Alleati che avanzavano da ovest e i russi che provenivano da est si incontrarono sulle rive del fiume Elba.

Un incontro storico, che segnò la fine della guerra in Europa e la definitiva sconfitta del nazismo. Il D-Day non è stato solo un evento militare, ma il simbolo di una svolta, la dimostrazione che l'unione e la determinazione possono davvero cambiare il corso della storia.

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