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Cosa è successo agli studenti dell'Aquila e perché se ne sta parlando
Fonte foto: AGI

Nel 2009 un sisma di magnitudo 6.3 distrusse tutta la zona della città dell'Aquila, inghiottendo case, palazzine e chiese. Il terremoto causò centinaia di sfollati, più di un migliaio di feriti e oltre 300 morti. Tra le vittime c'erano anche 7 studenti residenti in una palazzina del centro, rimasti coinvolti nel crollo dell'edificio.


A distanza di anni dal tragico evento, le famiglie – che nel frattempo avevano presentato istanza di risarcimento - sono state ulteriormente segnate dalla recente sentenza della Corte di Appello dell'Aquila, che tra l'altro conferma quanto già detto in sede Civile: secondo i giudici, i 7 ragazzi sarebbero morti a causa della loro scelta “incauta” di rimanere all'interno dell'edificio nonostante lo sciame sismico.

La sentenza della Corte di Appello

Alla fine se sono morti, è stata colpa loro. E' questa la sintesi della sentenza della Corte di Appello dell'Aquila, che di fatto collega la morte dei 7 studenti – tra le vittime del terremoto dell'Aquila – al loro comportamento “incauto”. Così le famiglie non solo non avranno diritto ad alcun risarcimento ma dovranno anche farsi carico delle spese legali, pari a circa 15mila euro, come riporta 'Il Corriere della Sera'. Una sentenza destinata a far discutere, anche perché in contrasto con la versione dei familiari delle vittime. Stando alla ricostruzione che leggiamo sul quotidiano, infatti,  i 7 studenti rimasero in casa perché condizionati dalle parole di rassicurazione degli scienziati della Commissione grandi rischi, chiamati a L’Aquila per valutare lo sciame sismico di quei giorni. Per questo motivo, secondo anche le famiglie, i ragazzi, e insieme a loro centinaia di altre persone, non percepirono il pericolo.

La sentenza in sede civile

La sentenza della Corte di Appello tra l'altro conferma quanto già stabilito in sede civile. In primo grado, il giudice aveva rigettato l'istanza della famiglia di uno studente, ritenuto dal tribunale responsabile della propria sorte. Secondo il tribunale infatti il ragazzo sarebbe stato cosciente delle condizioni della palazzina, ma aveva preferito rimanere in casa perché l'indomani avrebbe dovuto sostenere un esame. La stessa sentenza di primo grado, tra l'altro, ha scagionato la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché gli scienziati della Commissione grandi rischi, tutti assolti. In secondo grado, poi, il collegio dei giudici ha ancora una volta respinto l'istanza dei genitori del ragazzo, che nel frattempo avevano unito le forze con altre sei parti, ovvero le famiglie degli altri studenti universitari che abitavano quello stabile. In finale, dunque, secondo l'interpretazione dei giudici, gli studenti universitari sarebbero morti per la loro “condotta incauta”.

Data pubblicazione 17 Luglio 2024, Ore 14:35
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