
Meno cannabis, più crack. Meno spinelli, più antidepressivi senza ricetta. I giovani non smettono di usare droghe illegali: semplicemente, cambiano le modalità di consumo e tipo di sostanze.
Un quarto degli studenti italiani - tra i 15 e i 19 anni - ne ha fatto uso nell’ultimo anno: una percentuale in calo rispetto al passato, ma che rimane significativa. E, soprattutto, che si accompagna a forme di consumo sempre più poliedriche e difficili da intercettare, come l’assunzione di cannabis potenziata, ‘smart drugs’, crack ad alta concentrazione o farmaci psicoattivi, in particolare tra le studentesse.
È esattamente quello che emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, riassunto nei passaggi salienti da noi di Skuola.net.
Indice
Cannabis 2.0: più potente, più accessibile, più pericolosa
Non a caso, i dati relativi al 2024 raccontano uno scenario delle dipendenze giovanili molto più complesso: la qualità delle sostanze cambia, aumentano i ‘cocktail’ pericolosi, e si affacciano con forza nuovi rischi come anche il policonsumo e le dipendenze digitali.
In cima, la cannabis resta la droga più consumata tra i giovani italiani. Nel 2024 ha coinvolto il 21% degli studenti, confermandosi al primo posto tra le sostanze psicoattive. Ma l’aspetto più preoccupante riguarda l’evoluzione della sostanza stessa: oggi l’hashish in commercio può contenere fino al 29% di THC, contro il 7% registrato nel 2016.
In parallelo, cresce la disponibilità di prodotti a base di cannabis in formati “fumabili” compatibili con le sigarette elettroniche, una modalità che abbassa la soglia d’accesso e rende l’uso ancora più discreto e difficile da intercettare. E sebbene la sostanza venga spesso percepita come “leggera”, rappresenta il 77% delle segnalazioni per uso personale e il 37% delle denunce per spaccio: senza contare che il 13% dei tossicodipendenti in cura al SerD ha sviluppato proprio una dipendenza legata a questa sostanza.
Cocaina, crack e psicofarmaci
Dunque, cannabis, certo. Ma anche cocaina, che resta ancora ad oggi la droga con il maggiore impatto sanitario e sociale. Nel 2024 è stata la causa del 35% dei decessi per overdose acuta, raggiungendo per la prima volta la stessa incidenza dell’eroina. 80 morti attribuiti alla cocaina, 81 all’eroina nell’ultimo anno.
E la “coca” è anche la seconda sostanza più rilevata nelle acque reflue, dopo la cannabis: circa 11 dosi giornaliere ogni mille abitanti. Da monitorare anche l’aumento del crack ad altissima concentrazione (fino al 90% di principio attivo), sempre più presente nel mercato al dettaglio. Insieme al policonsumo - spesso cocaina, alcol e psicofarmaci - questa miscela rappresenta un rischio elevatissimo, soprattutto tra i giovani adulti.
Smart drugs e cocaina rosa, le nuova droga scorre online
A quanto appena detto, si aggiungono le cosiddette “smart drugs” vendute online, da cui derivano anche nuovi rischi e pericoli per i consumatori. Sono 79 le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) individuate nel corso dell’ultimo anno sul territorio nazionale. Parallelamente, il 32% delle segnalazioni provenienti dall’Italia ha riguardato sostanze d’abuso già note e inserite nelle tabelle del Testo Unico sugli stupefacenti, a conferma della persistenza di uno zoccolo duro di consumi “classici”.
Particolare attenzione è stata riservata ai sequestri di “cocaina rosa”, una miscela di MDMA e ketamina - spesso in forma di polvere dal caratteristico colore rosa - che può contenere anche altre sostanze psicoattive e agenti di taglio non dichiarati, aumentando così il rischio per la salute. A livello europeo, le segnalazioni al sistema NEWS-D da parte dell’EUDA (l’Agenzia Europea delle Droghe) hanno evidenziato 47 nuove NPS identificate per la prima volta nei Paesi UE.
Psicofarmaci senza ricetta: mezzo milione di studenti si "cura" da solo
Tra le tendenze più allarmanti del 2024, c’è poi il ricorso crescente agli antidepressivi e ansiolitici senza prescrizione medica. Un fenomeno in crescita costante dal 2021, che ha toccato il picco lo scorso anno: oltre mezzo milione di studenti tra i 15 e i 19 anni ha ammesso di aver fatto uso di psicofarmaci almeno una volta nella vita, spesso acquistati online o recuperati nell’ambiente familiare.
Tra i minorenni le cose si fanno ben peggiori: 180mila studenti tra i 15 e i 18 anni ne hanno fatto uso nell’ultimo anno, con una prevalenza doppia tra le ragazze. Il “fai da te” farmacologico sembra rispondere a un disagio emotivo diffuso, che spesso si traduce in forme di auto-cura silenziose ma potenzialmente molto rischiose.
Gioco d’azzardo, videogiochi e web: il nuovo volto delle dipendenze
Ma il consumo di sostanze non è l’unica frontiera da osservare. La relazione evidenzia infatti un exploit delle dipendenze comportamentali: nel 2024 oltre 1,4 milioni di studenti hanno giocato d’azzardo, e più di 290 mila minorenni hanno manifestato comportamenti a rischio legati ai videogiochi.
Stessa dinamica per l’utilizzo del web: 320 mila studenti riportano un uso problematico di Internet, che interferisce con la vita quotidiana. Il dato, esploso nel post-pandemia, è ormai strutturale: in particolare, si osservano reazioni emotive violente all’impossibilità di giocare, perdita di sonno, ritiro sociale. Un circolo vizioso che nasconde un malessere ben più radicato, e che spesso non ha nemmeno a che fare con il consumo di sostanze.