
A rendere ancora più triste la notizia è la natura dolosa dell’evento: sono adesso in corso le analisi sui due barattoli rinvenuti sul luogo, che si pensa potessero contenere del liquido infiammabile. Al vaglio anche l’ipotesi della challenge lanciata sui social.
-
Leggi anche:
- Il video virale degli applausi degli studenti al prof che va in pensione
- “Ho 13 anni e sono autistico, assumete insegnanti di sostegno formati”. La risposta del ministro al figlio di Elio
- Maturità 2023, in un liceo di Caserta diciotto 100 e lode e quarantadue 100
La natura dolosa dell'incendio
Le fiamme hanno causato un grossa coltre di fumo che ha invaso diverse zone della città. Dopo l’allarme diffuso da alcuni cittadini, sono subito accorsi sul posto i vigili del fuoco e gli agenti della polizia municipale. Al via le prime indagini.La natura dolosa dei fatti, come riportato dal ‘Corriere del Mezzogiorno’, è stata confermata dall’assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, l'ex Prefetto Antonio De Iesu: “Un fatto gravissimo e sicuramente un atto vandalico. Gli agenti della Scientifica stanno visionando le telecamere e ci auguriamo di avere qualche elemento. Ma il fatto grave, al di là delle indagini che saranno fatte, è che questa città ancora non dimostra la maturità che invece imporrebbe una città europea. In questa città sta dominando la degenerazione connessa a questa devianza, al disagio giovanile. È un tema non facile da affrontare”.
Tra le possibilità, c’è anche l’ipotesi che tutto sia partito da una sfida lanciata sui social: “Bruciate l'opera in piazza Municipio”. La segnalazione viene dalla Fondazione Pistoletto, come è stato rivelato dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “La Questura è al lavoro, siamo fiduciosi che si possano individuare gli autori. Dalla Fondazione Pistoletto mi hanno detto che negli ultimi giorni c'era una sorta di gara sui social di gente che invitava a bruciare l'opera”. Invece, per quanto riguarda la mancanza di sorveglianza nei pressi dell’istallazione: “Bisogna fare una scelta, se vogliamo sorvegliare tutto quello che abbiamo, dobbiamo fare una società sorvegliata. E io non credo nelle società sorvegliate, credo nella sorveglianza sociale. Dobbiamo vincere questa battaglia non mettendo una guardia in ogni angolo della città ma facendo crescere la grande civiltà di Napoli”.
L'intenzione di ricostruire l'istallazione
Adesso l’intenzione è quella di ricostruire la Venere degli Stracci, che troverà nuovamente posto in piazza Municipio. “Stamattina ho sentito Pistoletto”, ha dichiarato il sindaco, “questo è un grande simbolo di rigenerazione, rappresenta la ripartenza della società e non può essere fermata, né dal vandalismo, né dalla violenza, ma dev'essere portata avanti. Lanceremo una raccolta di fondi, proprio per fare in modo che questa ricostruzione avvenga anche da una partecipazione popolare. Ne rifaremo tante, finché l'arte e la bellezza non prevarranno come già prevalgono nella nostra città”.
La Venere degli stracci: l'opera che "unisce bellezza e miseria, proprio come Napoli"
Come fa sapere il ‘Corriere del Mezzogiorno’, l’istallazione era stata inaugurata il 28 giugno alla presenza dell’artista, del sindaco di Napoli e di Vincenzo Trione, consigliere del primo cittadino per l’arte contemporanea e i musei. “Gli stracci sono dei rifiuti”, aveva spiegato Pistoletto durante l’occasione, “e la Venere, che viene dalla storia e dalla bellezza, li rigenera e di colpo gli stracci diventano opera d'arte e ritornano a vivere”.Con un’altezza di circa 10 metri e un peso complessivo di 400 chili, la Venere degli stracci di Napoli era la più grande tra quelle realizzate dall’artista. Un’opera che “unisce bellezza e miseria, proprio come Napoli”, aveva commentato Trione.
L’istallazione, in resina e gesso, si è completamente sciolta sotto l’azione delle fiamme. Lo scheletro in ferro l’unica cosa sopravvissuta.