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riciclo plasticaPlastica, plastica, plastica. Quando viaggiamo, ci vestiamo, parliamo al telefono o guardiamo una serie tv, ormai, lei c’è. In alcuni casi è una risorsa, perché permette di proteggere, ad esempio, i nostri alimenti o la nostra salute, e di creare nuovi oggetti utili tenendo a freno i costi.

Ma quando la plastica non serve più, come darle una nuova vita? La risposta, forse banale, è scegliere il giusto modo per buttarla: solo così possiamo comprenderne il valore.

Qui entra in gioco il recupero. La raccolta differenziata, caposaldo dell’economia circolare, è infatti il vero salvagente. Esistono realtà che si occupano proprio di questo, cioè dare un’altra possibilità alle cose che noi gettiamo via: COREPLA è il Consorzio che ha il ruolo, nel nostro Paese, di raggiungere gli obiettivi europei di riciclo e di recupero dei rifiuti di imballaggio in plastica e materiali di imballaggio in plastica immessi sul nostro territorio. Basti pensare che copre il 97% dei Comuni italiani, pari al 99% della popolazione.

In questo articolo, proprio grazie ai dati messi a disposizione da COREPLA ti vogliamo illustrare quale impatto possono avere le nostre azioni quando, ogni giorno, ci chiediamo: “E questo, dove lo butto?”. E lo faremo attraverso numeri interessanti e qualche volta anche curiosi.

1. Raccolta differenziata, si può fare di più

Cominciamo proprio dalla raccolta differenziata. Secondo una ricerca di Ipsos per COREPLA, presentata a maggio 2023, il 39% degli italiani pensa che si stia andando nella giusta direzione per quanto riguarda la sua gestione. Non è della stessa opinione il 46%, per cui si dovrebbe cambiare strategia almeno in parte, e il 10%, che pensa che si dovrebbe modificare totalmente la rotta. Il 5% non si espone. Ma su una cosa la maggioranza degli italiani è d’accordo: si dovrebbe fare molto di più per l’informazione e la sensibilizzazione sul tema. Anche se 3 su 4 pensano che sia, comunque, aumentata la sensibilità riguardo la differenziazione dei rifiuti.

2. La metà degli italiani sa sempre dove buttare la plastica (e l’altra metà no)

Un tema delicato, quello della corretta informazione sullo smaltimento dei rifiuti e del riciclo, perché la stessa indagine mostra come il 48% sa sempre dove buttare la plastica. Ma evidentemente tutti gli altri hanno almeno qualche dubbio. A questo si aggiunge che solo il 23% degli intervistati conosce i dettagli del riciclo della plastica… per cui la restante parte del campione non è ben al corrente di dove vadano a finire i rifiuti una volta raccolti.

3. Il rifiuto più facile da differenziare… e il più difficile: mannaggia il tubo (del dentifricio)

Il classico grattacapo: dove si getta questo contenitore? E questa bottiglia? E questo flacone? Niente paura, se anche a te almeno una volta è capitato di farti domande di questo tipo, non sei il solo.

Il rifiuto più semplice da differenziare sarebbe infatti la carta, seguita dalla plastica e dal vetro. Poi iniziano i problemi: in quarta posizione c’è l’umido, poi metalli e lattine, quindi le pile, le apparecchiature elettroniche, i contenitori in carta per le bevande, i tessuti e quindi i farmaci.

Per quanto riguarda la plastica, nel nostro Paese si fa fatica a capire come (e dove) buttare soprattutto il polistirolo e i tubetti di dentifricio.

4. “Equivalenze” di plastica, quante bottiglie per fare…

Ogni volta che compri un prodotto in una bottiglia di plastica - dall’acqua al latte, dal tè freddo al succo di frutta - puoi immaginare una nuova vita per lei dopo il riciclo. E potrebbe essere una vita piuttosto lunga e utile. Molto meglio di una fine in discarica o, ancora peggio, nei nostri mari, no?
In questo caso, poi, l’unione fa la forza.

Qualche esempio? Con 10 bottiglie di plastica e un bel gomitolo di lana si fa un maglione (70% lana e 30% PET), mentre ne bastano 25 per costruire una lampada. Ma, attenzione, perché se alziamo un po’ la posta e ne uniamo 32, realizziamo una giacca tecnica. Con 67, invece, riempiamo un bel piumino matrimoniale. Vogliamo esagerare? Mettiamone insieme 1000 e avremo una bellissima cucina nuova.

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5. Schiaccia, schiaccia, schiaccia (senza lavare) la bottiglia

Probabilmente, se hai letto fino a qui stai già entrando nel mood dell’economia circolare. Ma se non sei un esperto, dobbiamo partire dalle basi. Hai presente la bottiglia di plastica di cui parlavamo prima? Esiste un modo ottimale per fare la raccolta differenziata in maniera efficiente.

Forse non sapevi che non va accartocciata: se prima di buttarla la appiattisci per il lato per lungo e la richiudi con il tappo, potrà occupare uno spazio fino 4 o 5 volte minore rispetto ad una bottiglia nella sua forma originale. Inoltre, sarà più facilmente riciclabile.

Chiaramente prima di fare tutto questo, la bottiglia va svuotata. Ma non è necessario lavarla. Quest’ultimo dettaglio è vero per tutti gli altri imballaggi. Anche per il vasetto dello yogurt o per il già visto tubetto del dentifricio, che va spremuto il più possibile.

6. Quasi 2 milioni di tonnellate di rifiuti in imballaggi di plastica in un anno: meno male che c’è il riciclo

Sai quanti rifiuti in plastica si producono in un anno? Il quantitativo di rifiuti composti da imballaggi di plastica a livello nazionale è stato stimato pari a 1.871.000 tonnellate solo nel 2022. A dirlo è l’ultimo rapporto di sostenibilità di COREPLA, che analizza proprio l’anno passato. Di questi rifiuti di imballaggi in plastica, di pertinenza del Consorzio, ne sono state raccolte 1.166.479 tonnellate, evitando così che simili quantità vengano disperse nell’ambiente. La raccolta procapite media degli imballaggi in plastica ha raggiunto quota 25 kg!

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Che fine fanno questi rifiuti? Chi pensa che la raccolta differenziata non possa fare la differenza, dovrà ricredersi. Perché ben 727.481 tonnellate degli imballaggi sono stati avviati a riciclo, e di questi ben 692.684 provengono dalla raccolta differenziata delle nostre case.

E i rifiuti che oggi non possono essere riciclati? Diventano energia e calore. Così è stato per poco meno di 437 mila tonnellate di essi. Si tratta del cosiddetto “PLASMIX”, imballaggi derivanti dalla raccolta differenziata che non risultano riciclabili con le tecnologie a oggi disponibili. Ma che avendo un alto potere calorifico sono ottimali nei processi di combustione e co-combustione in alternativa ai combustibili fossili tradizionali.

7. 11 miliardi di flaconi di detersivo, discariche pari a 37,5 volte il Colosseo, 1024 voli A/R Roma-Tokyo: tutto quello che abbiamo risparmiato in un anno di riciclo

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica consente di risparmiare in termini di materie prime, volumi di discarica evitata ed emissioni. Nel 2022 la materia prima vergine risparmiata grazie al riciclo è stata stimata pari a 523.789 tonnellate, pari a 11 miliardi di flaconi in PET per detersivi da 1 litro.

Il recupero di oltre un milione di tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica nel 2022 ha poi consentito di sottrarre alla discarica più di 35,6 milioni di metri cubi di rifiuti, che corrispondono a 37,5 volte il volume del Colosseo. Non solo: nel 2022 abbiamo evitato un rilascio di CO₂ pari alle emissioni prodotte da 1.024 voli A/R Roma – Tokyo.

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