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di paolodifalco01
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20 settembreErano le 9 del mattino del 20 settembre del 1870 quando l'artiglieria dell'esercito italiano con a capo il generale Raffaele Cadorna riuscì ad aprirsi una breccia nelle mura di Roma vicino Porta Pia. L'evento fu fondamentale per portare a completezza l'unità d'Italia come oggi la conosciamo, con la caduta definitiva dello Stato Pontificio.

Dopo un'ora e mezza dalla cupola di San Pietro e dalle mura di Castel Sant'Angelo furono sventolate bandiere bianche in segno di resa: Roma era stata finalmente presa.

Evento che venne celebrato in tutta Italia dove moltissime città rinominarono una via centrale in via XX settembre. Andiamo a vedere come si arrivò alla presa della città eterna.

Come si arrivò alla presa di Roma?

Era il 1860 quando il Presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna Camillo Benso conte di Cavour disse:"La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico".

Durante questo periodo buona parte dei territori dello stivale erano stati già annessi grazie alle guerre d'Italia, adesso rimaneva solo lo Stato Pontificio che per circa mille anni aveva mantenuto il controllo di buona parte dell'Italia centrale. Proprio per questo attraverso i canali diplomatici Cavour trattava costantemente con il pontefice Pio IX promettendo, in cambio dell'annessione al regno d'Italia, una piena indipendenza dei cattolici. Ma le trattative si conclusero con un sostanziale nulla di fatto.

A rendere ancora più complicata la situazione era la presenza di un presidio francese nei territori pontifici che aveva il chiaro scopo di proteggere il papa e, difatti, si tentò anche di trattare con Napoleone III per eliminarlo ma la morte di Cavour nel giugno del 1861 fece naufragare il progetto.

La breccia di Porta Pia

Partendo da queste premesse nell'agosto del 1870 venne costituita una spedizione militare per l'Italia centrale con l'obiettivo di mantenere inviolate le frontiere con lo Stato Pontificio anche se, in realtà, si parlava già di un possibile intervento militare a Roma nel caso di insurrezioni. L'8 settembre Vittorio Emanuele II inviò una lettera a Pio IX manifestando l’intenzione di entrare nello Stato Pontificio.

Poi, il 20 settembre, venne aperta la breccia di Porta Pia e si scrisse un altro capitolo del risorgimento italiano, con le truppe italiane che presero finalmente Roma. Il 3 febbraio del 1871 Roma fu consacrata come capitale d'Italia, Pio IX si dichiarò prigioniero in Vaticano dando inizio ad una lunga contesa diplomatica che ebbe una durata complessiva di 59 anni e passerà alla storia come "Questione Romana" conclusasi con i Patti Lateranensi del 1929.

Paolo Di Falco

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