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pianeta marte

Pensiamo sempre a Marte come a un pianeta rosso, arido e lontano. Ma non è detto che sia stato sempre così. Anzi, ci sono prove che in passato ci fossero fiumilaghi e persino acqua sotterranea. Ora arriva la notizia bomba: il rover Perseverance, che gira per il pianeta dal 2021, ha trovato nelle rocce del cratere Jezero - su Marte, per l'appunto - delle molecole di carbonio.

Tradotto: potrebbero essere la firma di antiche forme di vita microscopiche… oppure no. Non ci sono certezze, ma il fatto che sia possibile ha già acceso le speranze e stuzzicato la fantasia di molti.

Indice

  1. Le biofirme
  2. La missione di Perseverance
  3. Il recupero dei campioni

Le biofirme

“Queste rocce sono particolarmente interessanti perché contengono carbonio e minerali che potrebbero essersi formati in condizioni di abitabilità del pianeta", queste le parole degli scienziati che stanno seguendo il lavoro di Perseverance, rilasciate alla rivista 'Nature'.

Gli esperti chiamano questi indizi “possibili biofirme”: non sono la prova definitiva, ma sono già una testimonianza importante.

Anche altre voci importanti del settore, come quella del ricercatore dell'Università di New York Joel Hurowitz, primo autore dello studio, conferma le scoperte, rimanendo però con i piedi ben piantati a terra: “Non possiamo spingerci fino a dire che abbiamo trovato la vita su Marte. Possiamo affermare che una delle possibili spiegazioni della formazione di quelle molecole è la vita microbica. Potrebbero però esserci altre vie per cui quei materiali si sono creati”.

La missione di Perseverance

Il rover spaziale che ha trovato queste tracce - Perseverance - è praticamente un influencer spaziale: non fa solo foto, ma scava, raccoglie campioni e li analizza. Dal 2021 ha riempito 30 provette con materiale marziano, e gliene mancano solo sei per chiudere la sua “collezione”.

Una delle zone più promettenti di Marte è risultata essere Bright Angel, dove pare che un tempo scorreva acqua. Proprio lì sono state trovate concentrazioni di carbonio e minerali vicino a noduli di ferro. Sulla Terra strutture simili le fanno i microbi.

Il recupero dei campioni

Il sogno della Nasa è di riportare quelle provette sulla Terra. Il problema? Il conto: circa 11 miliardi di dollari. Per ora il progetto è fermo, ma questa scoperta potrebbe rimetterlo in cima alla lista.

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