5 lavori bizzarri che non esistono più

Se pensate che lo spazzacamino sia stato uno dei mestieri più bizzarri del passato è perchè non conoscete quelli segnalati da BuzzFeed. Tra l'uomo che leggeva i giornali per intrattenere i dipendenti e quello che la mattina passava per le strade a svegliare la gente (no, la sveglia ancora non era stata inventata), ecco i 5 lavori più strani che siano mai esistiti e che ora non ci sono più.

#5. IL LETTORE

Negli primi anni del 1900 le fabbriche di sigarette in Florida e nei Paesi latino americani assumevano i cosiddetti "lettori" per intrattenere i dipendenti. In cosa consisteva il loro mestiere? Semplicemente nel leggere ad alta voce giornali e libri ai lavoratori della fabbrica. Era l'unico modo per intrattenerli visto che Tv e radio ancora non erano comuni...

Guarda il video e scopri i 5 mestieri più assurdi secondo BuzzFeed

#4. LA SVEGLIA UMANA

Come pensate che si svegliassero le persone quando la sveglia ancora non era stata inventata? Grazie a chi per mestiere faceva proprio questo: la mattina girava per le strade a bussare a porte e finestre delle persone per tirarle giù dal letto...

#3. IL DOTTORE DELLA PESTE

Quando la peste bubbonica era molto diffusa in Europa, esistevano dottori specializzati nella sua cura. Le loro prescrizioni chiedevano ai malati di effettuare bagni di urina, prendere lassativi, fare salassi e fare in modo di avere dei purificanti per l'aria come rospi e ragni.

#2. L'APPLICATORE DI SANGUISUGHE

Sì, è esattamente quello che sembra. Prima le sanguisughe erano molto utilizzate in medicina e servivano davvero per curare. Tanto che la domanda alta di sanguisughe nella prima metà del 1800 fece sì che questo mestiere ebbe un picco: era tra i più ricercati dell'epoca.

#1. LO "SGABELLATORE"

In inglese groom of the stool, era uno dei più importanti mestieri per la nobiltà inglese sotto il regno di Enrico VIII. Lo "sgabellatore", colui che portava lo sgabello, assisteva il Re e i suoi problemi... al bagno. Sei felice che questo lavoro non esista più, vero?

Serena Rosticci