
Vi hanno appena coinvolto nei giochi natalizi e questa volta volete sbancare e vincere tutto? Vi servirà per lo meno conoscere le regole! Anche in questo Skuola.net vi da una mano: ecco tutto ciò che dovete ricordarvi sull'asta, sulla compravendita e sulle carte fortunate e sfortunate del Mercante in Fiera, in modo che i vostri subdoli parenti non vi rifilino la fregatura.
Ma lo sapevate che anche Mozart e Goldoni giocavano al Mercante in Fiera nella fiorente Venezia dell'epoca?
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L’ASTA - Nel gioco del Mercante in Fiera, in più persone si gioca meglio è. Si gioca con due mazzi identici da 40 o più carte ciascuno, il cui dorso ha colore differente. Da uno di essi verranno scelte da 3 a 6 carte vincitrici a seconda dei partecipanti, mentre le carte dell’altro mazzo vengono messe all’asta. Il mercante vende una o più carte alla volta a suo piacimento, cercando di strappare il prezzo più alto possibile. Il banditore potrà offrire le carte anche al buio, cioè nascondendo quali sono e la loro quantità. Appena conclusa l'asta, la somma raccolta con la compravendita delle carte, viene suddivisa per premi, che vengono posizionati fisicamente sopra alle carte vincitrici scelte in origine, disposte sul tavolo.
L’ESTRAZIONE - A questo punto il mercante prenderà il mazzo da cui ha scelto le carte vincitrici e comincerà a chiamare le carte escluse dai premi. La regola vuole che durante tutte le fasi del gioco, anche durante l’estrazione, i giocatori possono effettuare baratti o compravendita delle loro carte. Le compravendite sono influenzate da piccole superstizioni: il Lattante, ad esempio, è una carta sfortunata a differenza del Moschettiere. Durante l’estrazione, tradizionalmente, il banditore deve raccontare una storia che tenga insieme tutte le carte estratte, in un unico racconto. Se questo sforzo di fantasia è per voi eccessivo, se ne inventerà una su ogni singola carta estratta, secondo il criterio che, se una carta viene nominata, perde.
UN MERCANTE CHE VIENE DA LONTANO - Il gioco del Mercante in Fiera nasce, secondo la tradizione, nel 1522. L’inventore è Geronimo Bambarara, uno straccivendolo veneziano. Questo mercante ebbe l’idea di vendere dei biglietti per venti soldi, dopo aver messo da parte, coperte, le carte vincenti separandole da tutte le altre: gli acquirenti, prometteva, avrebbero avuto la possibilità di partecipare ad un’estrazione finale. Alla fine molti vinsero e anche il signor Bambarara ne guadagnò, perché il gioco ebbe enorme successo. A causa dei giocatori che si radunavano, il ponte di Rialzo dove si trovava il suo banco diventò zona trafficata e di difficile passaggio. In seguito anche Goldoni e Mozart praticarono il gioco. Il primo lo inserì nella commedia “Una delle ultime sere di Carnovale” e il secondo lo nominò entusiasta in una lettera inviata alla famiglia, durante la sua permanenza a Venezia.
Carla Ardizzone