Mondadori Electa
in collaborazione con Mondadori Electa
13 min
la vita che ci piace vincenzo schettini libro

Noi lo amiamo. Probabilmente anche tu che leggi questo articolo. Sarebbe il prof che tutti vorrebbero. Fortunatamente non è l’unico ‘esemplare’ della specie dei super prof, ma è sicuramente il più famoso

Già basterebbe annunciare che Vincenzo Schettini ha scritto un nuovo libro per chiudere tutto e andarlo ad acquistare. Ma nell’attesa che ti separa dalla lettura, ti spoileriamo (ma non troppo) di cosa parla. 

Dopo il successo de “La Fisica che ci piace” e “Ci vuole un Fisico bestiale”, Vincenzo Schettini ci porta a scoprire un mondo dove le leggi della Fisica diventano metafore della vita quotidiana

La vita che ci piace” - edito da Mondadori Electa - ci insegna che per capire il mondo dentro e al di fuori di noi basta guardarlo con gli occhi della Fisica.

E lo fa alternando esperimenti e formule a riflessioni personali e a storie che ci portano sui banchi di scuola. Come quelle di Marinella e Alessio, due studenti apparentemente opposti: lei silenziosa, quasi invisibile tra i banchi; lui impulsivo, ironico, ma con dentro un’inquietudine che non sa come raccontare.

Entrambi vivono le loro battaglie interiori, finché non si rendono conto, anche grazie al prof, che la vita funziona un po’ come la Fisica: capirla non è sempre semplice, ma da qualche parte bisogna pure iniziare. 

Perché, come spiega Schettini, siamo tutti delle bussole alla perenne ricerca del nostro Nord. E allora, per comprendere davvero la vita di tutti i giorni, basta imparare a leggerla con gli occhi della Fisica

Ecco 3+1 leggi della Fisica che sono anche delle dritte per la vita di tutti i giorni! 

Indice:

  1. #1 Il Vuoto non è ‘niente’: è uno spazio per ricaricarsi e ripartire
  2. #2 Il Magnetismo: scegli con cura i tuoi ‘campi magnetici’
  3. #3 La Forza: basta una piccola spinta per cambiare prospettiva
  4. #+1 Diversi e opposti, ma inseparabili: l’equazione dell’amore spiegata con gli elettroni e i positroni

#1 Il Vuoto non è ‘niente’: è uno spazio per ricaricarsi e ripartire

Ogni viaggio, anche quello dentro se stessi, inizia proprio dal vuoto: da quello spazio silenzioso in cui tutto sembra svuotarsi, ma in realtà qualcosa c'è e comincia a muoversi. In Fisica, il vuoto è assenza di materia ed un viaggio nello spazio vuoto sarebbe privo di suono. Lo racconta bene il prof Schettini citando lo slogan di Alien, il film cult che ha ridefinito il genere horror-scifi: “Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”

Ed è proprio così: l’universo è quasi del tutto vuoto. Non esiste alcun mezzo che permetta alle onde sonore di propagarsi, quindi non c’è suono. Silenzio assoluto. E sai cos’altro è, paradossalmente, quasi tutto vuoto? L’atomo. Per più del 99% è costituito da ‘niente’. E Schettini lo spiega con un’immagine perfetta: “Se il nucleo fosse il cerchietto centrale di un campo di calcio a Roma, il primo elettrone si troverebbe a Barcellona.

E nonostante quel vuoto tutto resta in equilibrio. Ecco perché diventa una metafora bellissima per i nostri ‘giorni vuoti’: dopo un’interrogazione andata male, una lite con un amico o una delusione, quel senso di assenza non è un buco da riempire in fretta, ma una pausa necessaria per ritrovare ritmo ed energia.

E chi, nell’era dello scrolling infinito, non ha mai provato quel tipo di vuoto? Marinella sì: sul bus del ritorno, con le cuffie nelle orecchie e la sensazione di non appartenere a niente.

Ma proprio in quel vuoto trova lo spazio per respirare, osservare e - forse - ricominciare a connettersi davvero con chi ha intorno. Il consiglio del prof? Non scappare dal vuoto. Ascoltalo. Perché è lì che si ricarica l’energia e nascono le idee migliori.

#2 Il Magnetismo: scegli con cura i tuoi ‘campi magnetici’

E quando impari a convivere con quel vuoto, a farlo diventare spazio e non mancanza, accade qualcosa di straordinario: inizi ad attrarre ciò che ti serve davvero. In Fisica, il Magnetismo è attrazione e repulsione

Ma è anche una forza che orienta: quella che fa muovere gli aghi delle bussole e piega la traiettoria delle particelle. Nell’acceleratore di particelle del CERN, ad esempio, sono proprio i magneti a piegare i fasci di protoni lungo un anello di 27 chilometri: senza di loro, i fasci di materia andrebbero dritti, senza mai incontrarsi.

Allo stesso modo, nelle memorie magnetiche - quelle che si usano per memorizzare i dati sui computer, come gli hard disk - minuscoli ‘domini ferrosi’ si orientano come bussole per registrare le informazioni. È così che nascono i bit, gli 0 e gli 1, le basi di tutto il linguaggio digitale.

Schettini intreccia questo principio con la propria storia personale. Suo padre lavorava alla Olivetti di Ivrea, definita dal prof come la “città industriale del XX secolo”, dove Adriano Olivetti aveva immaginato un’impresa capace di unire tecnologia e umanesimo: un luogo costruito attorno alle persone. Lì nacque il Programma 101, il primo personal computer della storia, usato perfino dalla NASA.

E proprio in quella macchina, racconta Schettini, “la memoria non leggeva parole, ma riconosceva Nord e Sud come fossero sillabe”. È un’immagine potentissima, perché anche la nostra memoria funziona così: le persone, i luoghi, le esperienze che incontriamo ci magnetizzano.

Lasciano tracce invisibili dentro di noi, cambiano direzione ai nostri pensieri (proprio come i magneti del CERN deviano le particelle per farle incontrare). E vale anche per gli affetti. I genitori sono il nostro primo campo magnetico: ci attraggono, ci respingono, ci riorientano, ma sempre per farci crescere.

A scuola succede lo stesso: un prof appassionato ti spinge oltre; una classe ‘tossica’, invece, può polarizzarti verso il basso.

Che lezione puoi imparare qui? Molto semplice: ogni persona, ogni idea, ogni luogo è un campo magnetico che ti attraversa. Scegli bene quelli in cui vuoi restare, perché sono loro che, silenziosamente, definiscono la tua direzione.

#3 La Forza: basta una piccola spinta per cambiare prospettiva

Chiaro che poi la tua rotta, nel corso della vita, sarà soggetta ad altre spinte. In Fisica, una forza è ciò che cambia lo stato di quiete o di moto di un corpo. Se è fermo, lo mette in movimento; se è in movimento, può accelerarlo, rallentarlo o cambiare la sua direzione.

Vincenzo Schettini parte da qui: quando un corpo resta immobile, significa che le forze che agiscono su di lui si compensano. Ma basta una spinta minima per cambiare tutto. E lo stesso vale nella vita.

Quante volte ci sentiamo fermi, bloccati dopo una delusione, un voto basso o un litigio? Eppure, spesso, basta una forza impercettibile - un messaggio di incoraggiamento, un gesto gentile - per rimetterci in moto.

Come succede a Marinella: ogni mattina prende il solito bus e si rifugia nel suo silenzio. È il suo stato di quiete, per dirla in termini fisici. Poi, un giorno, un ragazzo le sorride. Lei ricambia. E quel sorriso diventa la forza che la riporta in movimento.

O come anche accade ad Alessio, brillante e ironico ma incapace di raccontare il proprio disagio, finché il prof lo ascolta davvero. In quell’ascolto, il giovane trova la spinta per  vincere  la sua inerzia.

La lezione del prof Schettini? La vera forza non travolge, sostiene. È quella che ti fa riprovare dopo una sconfitta, che ti fa restare accanto a qualcuno anche quando è difficile, che ti spinge a migliorare te stesso senza distruggere gli altri

#+1 Diversi e opposti, ma inseparabili: l’equazione dell’amore spiegata con gli elettroni e i positroni

Poi c’è la forza più antica dell’universo: l’amore. Inteso come una delle più grandi spinte dell’animo umano. Non la troverai su nessun libro di Fisica, ma se esistesse davvero, la formula dell’amore sarebbe probabilmente simile a quella data proprio dal prof Vincenzo Schettini in uno dei suoi appuntamenti con ‘La Fisica dell’amore’: è l’equazione di Dirac, che descrive il comportamento dell’elettrone.

Quando Dirac la scrisse, scoprì che per descrivere l’elettrone servivano non due, ma quattro quantità. Due di queste erano previste, le altre due - completamente inaspettate - nessuno riusciva a interpretarle.

Fino al 1933, quando lo scienziato Carl Anderson osservò una nuova particella: identica all’elettrone, ma con carica opposta. Era il positrone, la sua antiparticella.

All’improvviso, tutto divenne chiaro: quelle due componenti misteriose dell’equazione rappresentavano materia e antimateria, due entità opposte ma nate insieme, destinate a coesistere e - quando si incontrano - ad annichilirsi, generando luce.

Schettini la racconta così: immagina due particelle inizialmente vicine, che interagiscono tra loro e poi si allontanano, magari finendo in galassie diverse. Nonostante gli anni luce di distanza, la Fisica dice che tra loro rimane un legame indissolubile: ciò che accade all’una si ripercuote istantaneamente sull’altra. 

È il fenomeno dell’entanglement quantistico o, come piace dire al prof, “l’intreccio”. Proprio come accade alle anime gemelle, legate da un filo invisibile anche a distanza.

Perché la vita, proprio come l’universo, è fatta di vuoti da ‘ascoltare’, forze da trovare, campi magnetici che ci influenzano e attrazioni da cui è impossibile fuggire. E quando impariamo a riconoscerle, tutto - anche ciò che sembrava complicato - comincia finalmente a funzionare. 

La vita che ci piace” di Vincenzo Schettini, edito da Mondadori Electa, è disponibile in libreria e online: un libro che ti farà capire che, dopotutto, anche la Fisica - come la vita - è una questione di cuore!

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