Matteo Bortone
Autore
Giornata mondiale gentilezza

Se pensiamo che noi italiani siamo più gentili, socievoli e cordiali dei nostri vicini europei, forse è il caso di rivedere questa visione. Un buon appuntamento per farlo è proprio il 13 novembre, quando si celebra la Giornata mondiale della gentilezza, un appuntamento nato in Giappone nel 1988 e promosso dal World Kindness Movement, che invita a riflettere sul valore delle piccole cose e dei gesti semplici che possono cambiare la giornata a chi li riceve.

Per l'occasione, una nuova e curiosa indagine intitolata “The State of Kindness in Europe”, realizzata da Sanrio (l’azienda creatrice di Hello Kitty) e YouGov, ha messo sotto la lente d’ingrandimento lo stato di gentilezza in Europa. 

L'indagine, realizzata in cinque Paesi del continente, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, ha esplorato quanto siamo gentili nella vita di tutti i giorni e soprattutto che emozioni ne derivano. 

I gesti gentili risultano essere un’esperienza quasi quotidiana per il 71% degli europei rispetto invece al 69% degli italiani che dichiarano di aver vissuto atti di gentilezza nell'ultima settimana.

Indice

  1. Italia all'ultimo posto, ma l'umore migliora
  2. Gli italiani sono empatici e ascoltano
  3. Famiglia e amici alla pari
  4. Il valore del dialogo generazionale
  5. La gentilezza online

Italia all'ultimo posto, ma l'umore migliora

Secondo i risultati dell’indagine, l’Italia si piazza con il 69%, un po' a sorpresa, all’ultimo posto in questa classifica europea - seppur ristretta - della gentilezza. A conquistare il primo posto invece è la Spagna con un bel 76%, seguono poi il Regno Unito al 71%, e poi Germania e Francia, a pari merito con il 70%.

Nonostante il piazzamento in basso alla classifica, però, non possiamo farci abbattere, perché l'importante è l'effetto che la gentilezza produce. Ben il 95% degli italiani, infatti, associa la gentilezza a emozioni super positive.

Essere gentili ci fa stare bene, migliora l'umore e l’intera giornata secondo il 49% degli intervistati, suscita calma e pace per il 35% e genera gratitudine al 34%. Questo effetto è il famoso warm-glow effect, quella sensazione di benessere che proviamo quando facciamo qualcosa di buono per gli altri. 

Gli italiani sono empatici e ascoltano

La ricerca evidenzia anche un tratto distintivo della gentilezza made in Italy: la nostra formula ha una chiara impronta relazionale e mira al benessere emotivo degli altri.

In pratica, si basa sull’empatia, sull’ascolto e sul desiderio di esserci sempre e comunque per le persone a cui vogliamo bene. Lo dimostra il fatto che gli italiani primeggiano nel fare complimenti (55%), nell'offrire supporto nei momenti difficili (54%) e nel domandare “Come stai?” (53%).

A primeggiare, in questo, sono soprattutto le donne, particolarmente attente alle emozioni e alle relazioni. Nel supporto emotivo (come l'ascolto senza giudizio o gli abbracci) la quota femminile raggiunge il 64%.

Famiglia e amici alla pari

Un dettaglio tutto italiano riguarda, poi, i destinatari dei nostri gesti gentili: la famiglia è indicata alla pari con gli amici, entrambi al 43% delle preferenze.

Questo è un dato da tenere ben presente, specialmente perché le attenzioni che gli italiani dedicano alla famiglia sono in realtà le più basse in assoluto rispetto alla media europea. 

La Francia e la Spagna, al contrario, registrano un boom in questo senso, con il 64% degli intervistati che indica la famiglia come luogo privilegiato di gentilezza.

Il valore del dialogo generazionale

Un altro elemento interessante riguarda l’attenzione che noi italiani riserviamo alle generazioni più anziane (30%).

Questa percentuale, in linea con la media europea, evidenzia che il nostro è un Paese che valorizza il dialogo generazionale, riconoscendo negli anziani un bene prezioso di cui prendersi cura e da cui imparare.

Infine, i giovani europei risultano essere i più attenti, nella fascia 18-34 anni, nei confronti dei partner, con un picco del 33%  e nella fascia 35-44 del 32% rispetto a una media italiana che si ferma al 22%.

La gentilezza online

La gentilezza, però, si misura anche nel mondo virtuale, luogo spesso insidiato dall’odio dei leoni da tastiera. Nonostante l’hate speech dilaghi sul web, il 28% degli italiani è solito compiere gesti gentili anche online o sui social media, come inviare messaggi di supporto e lasciare commenti positivi

Peccato però che, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, con gesti concreti (30% vs 50% UE5) e di attività legate alla propria comunità (14% vs 19% UE5), gli italiani si classifichino nuovamente ultimi in Europa.

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