
Il linguaggio, variabile per natura, è in continua evoluzione, così come la società.
Cambiano le dinamiche, le tendenze, le mode, e tutto questo ha degli effetti diretti sulla lingua che si arricchisce di nuove forme e nuovi modi di dire. “Triggerare” fa sicuramente parte della schiera dei lemmi entrati di recente nell’uso comune dell’italiano, ma che ancora fanno fatica a essere registrati sulle pagine dei dizionari.
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Definizione di triggerare: cosa significa
Partiamo subito dalla definizione. Il significato di triggerare è “innescare”, “attivare”, “provocare”, specie se inteso nel senso di “far arrabbiare dopo essere stati punti nel vivo”.Dal punto di vista etimologico, la questione è molto semplice. Si tratta infatti di un calco, cioè un adattamento che prende la base dal sostantivo inglese “trigger” (grilletto, innesco), o direttamente dal verbo “to trigger” (attivare, innescare), a cui è stato aggiunto il suffisso -are della prima coniugazione.
Contesto d’uso
L’ambito d’origine è quello dell’informatica, di cui si possono trovare degli esempi già a partire dagli anni ’70, come suggerito dall’Accademia della Crusca. Ma col passare del tempo, il termine ha conosciuto una vasta diffusione, facendo il proprio ingresso all’interno di molti ambiti, dall’economia alla fisica, dalla medicina alla psicologia. Negli ultimi anni, però, il termine è diventato praticamente di uso comune, soprattutto tra i giovani, con un significato un po’ più specifico. In questo caso, si parla di “triggerare” quando si fa arrabbiare qualcuno (più rari sono i casi di emozioni positive), o meglio quando si “attiva” appunto una reazione di rabbia andando a toccare un argomento sensibile. Chi provoca triggera, chi cede a questa provocazione è stato triggerato.Nel mondo del web, l’anglicismo gode di grande linfa vitale, soprattutto perché ampiamente usato nei meme.