
Un caso, quello di Jeffrey Dahmer, che ha catturato l'attenzione degli studiosi di tutto il mondo, curiosi di saperne di più sulle cause che hanno portato il killer a compiere omicidi così efferati. Ma chi era Jeffrey Dahmer? E cosa ha fatto per meritarsi un simile soprannome? Scopriamolo insieme.
Chi era Jeffrey Dahmer
Jeffrey Dahmer è nato il 21 maggio del 1960 a Milwaukee, una cittadina del Wisconsin. Figlio di uno docente di chimica e di un'istruttrice telescriventista, fino all'età di sei anni Jeffrey appare come un bambino felice. Qualcosa inizia a cambiare quando si trasferisce con la famiglia in Ohio. Da quel momento Jeffrey convive con la depressione e l'ipocondria della madre e lontano dal padre, spesso via per impegni di lavoro. All'età di 8 anni Jeffrey inizia a collezionare resti di animali morti mentre a 13 anni fantastica su persone morte. Una volta raggiunta la pubertà, Dahmer capisce di essere gay senza però rivelarlo a nessuno. Nello stesso periodo cominciano i problemi con l'alcolismo, un vero e proprio catalizzatore dei demoni di Dahmer. Il primo omicidio arriva a 18 anni, dopo la separazione dei suoi genitori. La vittima era un giovane autostoppista di 19 anni ucciso a colpi di manubrio dopo aver avuto con lui un rapporto sessuale.Dopo il suo primo delitto Dahmer si iscrisse all'università in Ohio ma dopo solo tre mesi venne fatto arruolare da suo padre. Il secondo omicidio arrivò alcuni anni dopo il primo e con modalità simili. Questa volta la vittima fu un venticinquenne che Dahmer aveva adescato in un bar. Dopo averlo portato in albergo, Dhamer lo uccise a mani nude per poi portarlo via in una valigia. La peculiarità dell'attività del serial killer viene riscontrata nelle vittime: erano tutti ragazzi giovanissimi, tra cui un quattordicenne, uccisi in modo particolarmente cruento. In totale Dahmer tolse la vita a 17 ragazzi; solo un ragazzo riuscì a fuggire, un tredicenne che lo denunciò e lo fece arrestare.
La cattura e la morte
L'ultimo tentativo di omicidio da parte di Jeffrey Dahmer risale al 22 luglio 1991. Il serial killer, infatti, aveva invitato un ragazzo in casa, lo aveva addormentato parzialmente con un sonnifero e costretto a entrare nella sua camera da letto. Nella stanza il ragazzo notò subito qualcosa di sconvolgente: foto di cadaveri appese ai muri e un insopportabile odore di marcio proveniente da un baule. Allarmato, il ragazzo colpì Dahmer e scappò fino a raggiungere la polizia a cui raccontò tutto. Gli agenti, arrivati a casa di Dahmer, trovarono resti umani conservati in diversi luoghi della sua casa. Il tutto documentato nelle foto dei corpi delle persone che aveva ucciso, che Dahmer custodiva gelosamente.Jeffrey Dahmer fu subito arrestato e sottoposto a processo, in cui risultò colpevole. Venne condannato nel 1992 all'ergastolo, con un totale di quasi 957 anni di prigione. Una volta in prigione si convertì al cristianesimo ma era ormai troppo tardi per il perdono. I suoi compagni di carcere tentarono più volte di ucciderlo e proprio un tentativo di questi andò a segno: morì il 28 novembre del 1994, all'età di 34 anni, colpito dall'asta di un manubrio scagliata da un altro carcerato.