
L’estate segna l’inizio di un tempo sospeso, in cui la luce si allunga, il tempo si dilata, e le giornate sembrano indugiare tra ozio e stupore. È una stagione che invita alla contemplazione, al riposo, alla malinconia lieve o al piacere puro.
Non sorprende che molti poeti, di epoche e lingue diverse, le abbiano dedicato versi, catturandone l’essenza in immagini, suoni e silenzi.
Alcuni hanno colto la pienezza della natura in fiore, altri il languore assolato delle ore centrali del giorno. Qualcuno ha raccontato l’estate come un’apoteosi dei sensi, altri l’hanno cantata nel suo commiato, quando il calore si attenua e lascia dietro di sé un velo di nostalgia.
Ecco cinque poesie che raccontano l’estate in tutta la sua intensità.
Indice
Quali sono le 5 poesie che raccontano l'estate?
Da sempre l'estate occupa uno spazio d'onore nella letteratura italiana e internazionale. Da Hesse a Saba, da Caproni a Neruda. Sono molti i poeti che hanno colto l’anima dell’estate, traducendone luci, silenzi e colori in versi da leggere sotto il sole o all’ombra: ecco 5 poesie da dedicare alla stagione.
Hermann Hesse – Estate
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.
Umberto Saba – Meriggio d’estate
Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria, o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli, poi tacciono, vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini, tanto è ora pace
e silenzio... Quand’ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così: le cicale.
Ada Negri – Cielo di giugno
Cielo di giugno, azzurra giovinezza
dell’anno; ed allegrezza
di rondini sfreccianti in folli giri
nell’aria. Ombre, ombre d’ali
vedo guizzar sul bianco arroventato
del muro in fronte: ombre a saetta, nere,
vive al mio sguardo più dell’ali vere.
Traggon dal nulla, scrivendo con nulla
parole d’un linguaggio
perduto; e le cancellano
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.
Giorgio Caproni – Vento di prima estate
A quest'ora il sangue
del giorno infiamma ancora
la gota del prato,
e se si sono spente
le risse e le sassaiole
chiassose, nel vento è vivo
un fiato di bocche accaldate
di bimbi, dopo sfrenate
rincorse.
Pablo Neruda – Oh estate!
Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde,
labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra
la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio, entra
nell’officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate.