
Giunti a questo punto le sorti del governo dipendono da una sola persona, il Premier Mario Draghi che mercoledì 20 luglio parlerà alle Camere spiegando le ragioni delle sue dimissioni che, la scorsa settimana, erano state respinte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma, cosa potrebbe succedere? Proviamo a spoilerarvi il finale.
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Primo scenario: tutto resta così com'è
Quattro sono gli scenari possibili e, tra questi, c'è quello che possiamo riassumere con le parole pronunciate da Tancredi, nipote prediletto del principe Fabrizio Salina, ne "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: "se vogliamo che tutto resti com'è, tutto deve cambiare". In sostanza i partiti che fanno parte dell'attuale maggioranza potrebbero spiegare di voler continuare a sostenere l'attuale esecutivo. Tra questi dovrebbe figurare anche il M5S che, formalmente, ha aperto la crisi astenendosi in Senato sul decreto Aiuti e la fiducia al governo.Stando ad alcune indiscrezioni, il Premier Draghi avrebbe detto che, per ritirare le sue dimissioni, i partiti dell'attuale maggioranza:"Devono impegnarsi pubblicamente in parlamento". A Draghi non resterebbe altro che prendere atto di questa nuova volontà e accettare di rimanere a Palazzo Chigi magari con un nuovo programma da sottoporre al voto di fiducia e che includa alcune delle richieste avanzate da Conte. Questo, almeno, è il progetto su cui lavora il Pd e, al momento, l'unico ostacolo sembrerebbe essere il centrodestra che non vuole più governare con il M5S.
Secondo scenario: il Draghi bis
Nel caso in cui il Premier Draghi non sia disponibile a ripensamenti sulla sua decisione, potrebbe comunicare alle Camere la volontà di dimettersi e poi, salito al Colle, potrebbe anche ricevere un nuovo mandato dal Presidente Mattarella per valutare la possibilità di mettere in piedi un esecutivo con una maggioranza alternativa. Questa possibilità, però, al momento sembrerebbe molto remota in quanto lo stesso Draghi ha più volte dichiarato che per lui non esisteva un governo con un'altra maggioranza senza M5s.Dall'altra parte, in Parlamento, ci sarebbe l'effettiva possibilità di dar vita ad una maggioranza senza il M5S garantita dal nuovo partito di Luigi Di Maio, Insieme per il Futuro. Questo scenario farebbe sicuramente comodo al capo politico del M5S, Giuseppe Conte, che difatti potrebbe sfruttare i prossimi mesi all'opposizione per risalire nei consensi in vista delle elezioni del 2023.
Terzo scenario: un governo senza Draghi
Un'altra possibilità è quella che, dopo le dimissioni del Premier Draghi, il Presidente della Repubblica decida di dare l'incarico di formare un nuovo governo a qualcun altro per completare almeno la Legge di Bilancio arrivando a fine anno. Tra i papabili, secondo le ultime indiscrezioni, ci sarebbe il ministro dell'Economia Daniele Franco. Tuttavia quest'ipotesi non piace molto ai partiti: il centrodestra avrebbe molte difficoltà ad accettare di formare un nuovo governo così come anche il Partito Democratico che, ultimamente, ha ribadito che dopo Draghi ci sono solo le elezioni anticipate.Quest'ultime però non gioverebbero sicuramente al centrosinistra ma neanche ad una parte del centrodestra dove, inevitabilmente, dovrebbe affermarsi la nuova leadership di Fratelli d'Italia visti i sondaggi in termini di consensi. Proprio per questo, negli ultimi giorni, diverse sono state le pressioni su Draghi per non dimettersi anche dai rappresentanti di alcune categorie come: industria, imprese, artigianato, agricoltura, sindacato, commercio, volontariato e terzo settore.
Quarto scenario: elezioni in autunno
L'ultimo scenario possibile è quello che, difatti, gioverebbe solamente al partito di Giorgia Meloni e potrebbe diventare realtà qualora Draghi decidesse di interrompere definitivamente la sua esperienza di governo e, di seguito, il Presidente della Repubblica decidesse di sciogliere le Camere e di indire le elezioni anticipate per l'autunno.A questo punto l'attuale governo rimarrebbe in carica per "il disbrigo degli affari correnti" fino a novembre: durante questo lasso di tempo potrà comunque approvare decreti legge o la nota di aggiornamento del Def. La data più probabile per elezioni anticipate è quella del 25 settembre.
Paolo Di Falco