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Maturità 2016: Commento analisi del testo

Difficilmente si poteva scegliere un brano più comprensivo dell'attualità di quello di Umberto Eco, proposto all'analisi del testo della prima prova di maturità 2016 e tratto dalla raccolta di saggi Sulla letteratura edito da Bompiani nel 2002.

La domanda a cui risponde il testo è semplice: a cosa serve questo "tema immateriale" che è la letteratura? In questa semplicità c'è tutto. Eco definisce la letteratura come un esercizio collettivo, e qui c'è la modernità dei social network (Twitter, Facebook, WhatsApp, e ora Snapchat) che fanno della condivisione il loro motore. C'è ovviamente l'opera letteraria ma intesa come creazione di identità: per l'italiano sono citati Manzoni, Svevo, Moravia, e per il greco, la Germania, e il russo i rispettivi Omero, Lutero, Puskin. E come non vedere, in questo gioco fra identità e comunità, il problema dell'integrazione? E poi la libertà e il suo desiderio, attraverso cui leggere appunto la tragedia dei profughi e l’immigrazione. Infine, e forse non ultimo per rilevanza, le ragioni dell'interpretazione di un testo. Eco parla di un'eresia critica, quella per cui in un'opera si legge ciò che si vuole. «Non è vero», spiega. C'è sì il gioco dell'interpretazione ma mediata dall'intenzione del testo, dell'autore. Ed ecco venire in mente le polemiche intorno alla pubblicazione de Mein Kampf di Hitler, di cui il professore avrebbe suggerito la lettura "per capire". Il suo testo risale al 2000. Italo Calvino, che uscì lo scorso anno, scrisse che un classico è chi non esaurisce mai di dirci qualcosa. Così è per Eco

Manlio Grossi

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