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Sintesi
INGLESE - Baden Powell, Il fondatore degli scout
STORIA - La resistenza delle Aquile Randagie
ITALIANO - Primo levi, Se questo è un uomo
STORIA DELL'ARTE - "Amano e rispettano la natura", Land Art
FILOSOFIA - Hannah Arendt, La banalità del male
Estratto del documento

LORD BADEN POWELL

Human values are essential for the existence, a man who understood that was

Baden Powell,

who succeeded in educating young people to take the way of rational awarness.

He was born in London on February 22, 1857.

He was a general of the Army and an English writer. But what made him famous all over the

world was the foundation of the World Scout Movement in 1907

In 1938 the Academy of Sweden proposed BP and the Scout Movement as candidates for

the Nobel Prize for Peace, but the outbreak of the Second World War brought the Academy

not to award the prize for the year 1939 and the subsequent years.

Disappointed by the end of peace in Europe he left his Country. Baden-Powell died in Kenya

on 8 January 1941.

On the bottom of his grave we can notice a symbol: a dot inside a circle. For him and for his

scouts it means “Gone Home”.

After the death of Baden Powell, the Scout Movement went on growing up. Today it counts

38 million of people among its ranks and I am one of these people.

We walk in the footsteps of our founder who left us with these words:

“Remember, it is the last you will ever hear from me, so think it over.

I have had a most happy life and I want each one of you to have as happy a life too.

I believe that God put us in this jolly world to be happy and enjoy life.

Happiness doesn't come from being rich, nor merely from being successful in your career, nor by self-

indulgence.

One step towards happiness is to make yourself healthy and strong while you are a boy,

so that you can be useful and so can enjoy life when you are a man.

Nature study will show you how full of beautiful and wonderful things God has made the world for you to enjoy.

Be contented with what you have got and make the best of it.

Look on the bright side of things instead of the gloomy one.

But the real way to get happiness is by giving out happiness to other people.

Try and leave this world a little better than you found it and when your turn comes to die

you can die happy in feeling that at any rate you have not wasted your time but have done your best.

'Be Prepared' in this way, to live happy and to die happy, stick to your Scout promise always ,

even after you have ceased to be a boy, and God help you to do it. “

Your friend

BADEN-POWELL

AQUILE RANDAGIE – UN GIORNO IN PIU’ DEL FASCISMO

La fedeltà degli scout agli ideali e ai progetti di Baden-Powell è sinonimo di responsabilità, coerenza morale, è una

presa di coscienza.

Ce lo dimostrano le Aquile Randagie, un gruppo di ragazzi che non

smisero mai di seguire la loro strada, neanche durante il periodo

fascista.

Il fascismo fu fondato in Italia da Benito Mussolini nel 1919 con la

conseguente conquista del potere nel 1922. Fu un movimento che

ebbe origine nel nostro Paese come conseguenza della grave crisi

politica ed economica seguita alla prima guerra mondiale.

Nel 1926 Mussolini fondò l'Opera Nazionale Balilla, un organo

del Partito Nazionale Fascista che si prefiggeva di dare educazione

fisica e morale, ai giovani dagli 8 ai 18 anni.

Lo scopo del fascismo, però, era quello di inculcare un educazione

di massa rifiutando un educazione di singoli, di persone, come

quella applicata nella metodologia scout.

Una delle cosiddette “Leggi Fascistissime”, decretò lo scioglimento dei Reparti Scout nei centri inferiori a 20.000

abitanti, e l'obbligo di inserire l'acronimo “ONB “nelle bandiere dei rimanenti.

Papa Pio XI fu costretto a dichiarare sciolta l'Associazione Scout Cattolica Italiana il 24 gennaio 1928, ma quello stesso

giorno, a Milano, tre capi poco più che ventenni insieme ad alcuni dei loro ragazzi, decisero di continuare

clandestinamente, nacquero così le Aquile Randagie.

Il 22 aprile 1928 di fronte alla casa del fascio venne recitata la prima promessa clandestina:

“In questo momento, mentre tutte le fiamme dei nostri fratelli vengono deposte per volontà fascista, noi

qui davanti alla casa del fascio, sulla nostra fiamma accogliamo una nuova promessa. Insieme

promettiamo che resisteremo un giorno in più del fascismo.”

Nel 1929 si svolse il 1°campo estivo, intanto la realtà che li circondava diventava sempre più drammatica, fino al

giorno che sconvolse il mondo:

Il 1° Settembre 1939 Hitler invase la Polonia, dando il via alla 2° guerra mondiale.

Una settimana dopo l’invasione della Polonia le Aquile Randagie iniziarono ad organizzare i loro campi clandestini tra i

boschi della Val Codera, luogo diventato testimone e portavoce delle loro imprese.

Nel frattempo Hitler che vedeva negli ebrei un ostacolo per la formazione di una nuova Europa, e per questo ne ordinò

lo sterminio, rafforzò il progetto di alleanza e conquista con Mussolini per vincere la guerra, e anche quest’ultimo aderì

alla politica razziale.

Col tempo emerse in tutta la sua drammatica realtà, l’inadeguatezza dell’Italia a sostenere uno sforzo militare

prolungato. A partire dagli inizi del 43, gli Italiani cominciarono a fare pressioni sul re Vittorio Emanuele III, affinchè con

un suo intervento portasse fuori dalla guerra un paese ormai stremato.

Nella notte tra il 9 e il 10 Luglio 1943, gli Americani sbarcarono in Sicilia

conquistando l’intera isola in un mese.

Il re non volendo essere ritenuto responsabile della rovina del regime, fece

destituire e arrestare Mussolini scegliendo Badoglio come nuovo capo del

governo, con l’incarico di portare l’Italia fuori dalla guerra.

Badoglio, il 3 Settembre 1943 annunciò l’armistizio con gli alleati

angloamericani, provocando così, il totale sfaldamento dell’esercito poiché i

soldati iniziarono a ricevere ordini generici e contraddittori.

In seguito, i tedeschi liberarono Mussolini e lo misero a capo di un nuovo

stato fascista nel Nord Italia, la Repubblica di Salò.

Il paese era così spaccato in due: I nazisti a nord, insieme alla repubblica di

Salò guidata da Mussolini, le truppe Angloamericane a Sud, mentre sulle montagne i partigiani, combattevano per

liberare l’Italia dal nazifascismo.

Le Aquile Randagie decisero di compiere una resistenza disarmata.

Nacque così l’Organizzazione O.S.C.A.R, Opera Scout Cattolica Aiuto Ricercati.

Oscar può sembrare il nome di chiunque, la polizia fascista incontrò parecchie difficoltà per comprendere

conversazioni telefoniche come:

“Ciao Oscar, ci vediamo per la solita passeggiata?”

Attraverso queste passeggiate, gli scout accompagnavano

i ricercati al confine con la Svizzera.

Il termine delle attività clandestine delle Aquile Randagie, coincise con la vittoriosa insurrezione dei partigiani delle

città del Nord.

Tra il 25 e il 28 Aprile 1945, Torino, Milano e Genova insorsero e si liberarono dai Tedeschi, il contemporaneo arrivo

degli alleati in tutta la Pianura Padana segnò la fine della repubblica di Salò e dell’occupazione nazista.

L’operazione OSCAR salvò 2166 persone in meno di due anni, ma non solo loro.

L’ideale che univa i componenti di OSCAR era “Quando una vita è in pericolo deve essere salvata. Senza distinzioni,

siamo tutti umani.”

Così, dopo i giorni della liberazione rivolsero il loro aiuto a nazisti e fascisti, tra questi anche il colonnello Dollmann,

militare e agente segreto tedesco, colonnello delle squadre di protezione e interprete di Hitler.

Lo salvarono nascondendolo per 3 mesi per poi fargli attraversare il confine.

Nel Settembre del 1946, le Aquile Randagie parteciparono al congresso tenutosi a Roma per la rinascita dello

scoutismo Italiano, raccontarono la loro coraggiosa resistenza e consegnarono la fiamma custodita e rinnovata con

orgoglio per: 16 anni, 11 mesi e 5 giorni, esattamente un giorno in più del fascismo.

E’ necessario partire per camminare lungo la salita della Val Codera, quando ci si sente forti e invulnerabili così da

trovare una forza che nasce dalla debolezza, la forza dell’umiltà, quando ci si sente deboli per realizzare la nostra

capacità di superare i limiti.

Camminare, partire, viaggiare, sono l’essenza stessa dello scautismo.

Bisogna mettersi in movimento per andare più lontano e scoprire le ragioni per cui vale la pena vivere fino in fondo.

Partire, inteso anche come cammino interiore, ha senso solo per chi va controcorrente, per chi non si accontenta di una

spiegazione tranquillizzante, proprio per questo il modello degli scout è Ulisse, e ce lo fa capire un uomo che attraverso

le sue opere si rese testimone del dramma vissuto nei campi di concentramento, ci racconta dunque anche la sua

esperienza. SE QUESTO E’ UN UOMO

Primo Levi durante la guerra si unì ai partigiani in Valle D’Aosta, fu arrestato e portato in un campo di concentramento

a Modena per essere successivamente trasferito ad Auschwitz.

Una volta libero, rientrato in Italia, si dedicò totalmente alla stesura di “Se questo è un uomo”, opera autobiografica, in

cui in prima persona narra i suoi ricordi chiari e nitidi, attraverso una successione di immagini drammatiche della NON-

VITA dei NON-UOMINI che lottano contro la fame, il freddo, il

duro lavoro e le selezioni per le camere a gas.

Racconta della disperazione dei deportati che per

sopravvivere non esitarono a compiere azioni sgradevoli, ma

anche di chi, in quelle circostanze tragiche, seppe tenere alta

la dignità di uomo.

Le pagine di “Se questo è un uomo” ci presentano una

condizione umana squallida e priva di speranza.

Eppure dal racconto emergono gesti e azioni capaci di

riaffermare la dignità dell’uomo. L’episodio in cui più

intensamente e consapevolmente vediamo i personaggi

elevarsi al di sopra dell’atmosfera del lager è narrato nel

capitolo 11, Il canto di Ulisse:

Levi narra di come un giorno egli venne scelto da un giovane

alsaziano di nome Jean, per andare a ritirare la zuppa per i loro compagni e scegliendo opportunamente la strada

fecero in modo di avere un’ora a disposizione per parlare tra loro da esseri umani. Così iniziarono a ricordare le loro

case, i loro studi, le loro letture, le loro madri. L’alsaziano avrebbe voluto imparare l’italiano, così Primo Levi gli propose

un canto della Commedia di Dante, il canto di Ulisse.

Gli venne in mente proprio un canto dell’Inferno Dantesco poiché il viaggio verso Auschwitz venne paragonato dal

poeta al viaggio verso l’inferno.

Le similitudini sono tante, anche la punizione di Ulisse ricorda il destino dei prigionieri per essersi opposti all’ordine

fascista in Europa, e in particolare il destino degli ebrei dovuto all’odio ed al timore provato nei loro confronti per via

della loro acutezza intellettuale, un’acutezza che li avvicina all’Ulisse dan

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