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Sintesi
ITALIANO - DIVINA COMMEDIA
INGLESE - A CHRISTMAS CAROL
FRANCESE - JEAN VALJEAN
FILOSOFIA - IL MITO DELLA CAVERNA
STORIA DELL'ARTE - CARAVAGGIO LA VOCAZIONE DI SAN MATTEO
STORIA - I TRENTA GLORIOSI
FISICA - LA LUCE
Estratto del documento

FILOSOFIA

Che cos’è la luce? Una parola che racchiude in sé mille

significati; la luce è verità, sapienza, salvezza, la luce è simbolo

dell’assoluto, dell’infinito che si contrappone all’oscurità,

metafora dell’essere finito. L’uomo è da sempre portato a

inseguire questa fonte di conoscenza, sulla quale si interroga

incessantemente. Ed è proprio il famoso mito della caverna,

del filosofo greco Platone, a mostrarci l’atteggiamento che

l’uomo assume nei confronti della luce. Il mito per il filosofo

greco era un mezzo del quale egli si serviva per poter spiegare

agli uomini le proprie dottrine e fargli comprendere ciò che

restava oscuro alla ragione. Il mito della caverna si presenta

come un’allegoria della conoscenza e della capacità dell’uomo

di acquisirla. Si pensino dei prigionieri, incatenati in una

caverna in maniera tale da poter osservare solo il muro posto

di fronte a loro; si pensi anche che alle spalle dei prigionieri

venga acceso un fuoco, ma che tra gli uomini e la fonte di luce

ci sia una strada rialzata. Lungo questa strada è stato eretto un

muretto sul quale chiunque può posare degli oggetti, piante o

animali; le forme proietterebbero delle ombre sui muri delle

caverne e se uno degli uomini parlasse, si creerebbe un tale

eco da far spingere i prigionieri, ignari della vera realtà in

quanto incatenati fin dalla nascita, a credere che siano le

ombre a parlare. Ma se uno di loro venisse liberato e costretto

a fissare l’uscita della caverna, in un primo momento

rimarrebbe abbagliato dalla luce e proverebbe dolore, ma

inizierebbe a notare la vera essenza delle cose; allo stesso

modo, se fosse trascinato fuori dalla caverna resterebbe

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accecato alla vista del sole alla cui luce non è abituato.

Volendosi abituare alla nuova situazione, in un primo

momento riuscirebbe a vedere solo le immagini riflesse

nell’acqua e solo col passare del tempo riuscirebbe a

distinguere gli oggetti e a guardarli direttamente, sopportando

la luce. A questo punto il prigioniero riuscirebbe a sostenere la

visione del sole stesso, invece che il suo riflesso nell’acqua,

comprendendo che è proprio il sole e quindi la luce ad essere

la causa di tutto. Entusiasta della sua scoperta l’uomo

vorrebbe liberare i suoi compagni dall’oscurità della caverna,

ma essendosi ormai abituato alla luce, alla verità,

diventerebbe oggetto di derisione dei suoi compagni che

preferirebbero restare rinchiusi nella caverna e immersi

nell’ignoranza e nell’incoscienza.

Questo mito si presenta dunque come una metafora del

percorso che l’uomo intraprende verso la verità; la caverna è

simbolo dell’ignoranza della quale l’uomo è fatto prigioniero,

ma dalla quale si libera conoscendo la luce che a sua volta

simboleggia la realtà e l’essenza vera di ogni cosa.

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ARTE

Luce e oscurità. Sono due elementi che si ripetono molto

spesso nell’arte. Il nostro Paese ci offre un esempio lampante

dell’utilizzo di questi elementi nel settore artistico: è il caso del

pittore Michelangelo Merisi, meglio noto con il nome di

Caravaggio. Questi ha basato la maggior parte della sua

produzione artistica su un gioco di luci e ombre, che

caratterizzano i suoi dipinti in modo notevole. Caravaggio

nasce a Milano il 29 settembre 1571. I suoi dipinti, che

combinano un’analisi emotiva e fisica dell’essere umano ad un

uso drammatico della luce, hanno influenzato notevolmente il

periodo barocco. Nel 1606 resta coinvolto in una rissa e viene

accusato di aver ucciso un uomo, è dunque costretto a fuggire

da Roma; raggiunge Napoli, Malta e infine la Sicilia. Muore a

Porto Empedocle, mentre sta tornando a Roma dopo aver

ricevuto la grazia del Papa.

Ciò che lo rese famoso è la sua particolare tecnica pittorica. Se

lo stile di molti artisti suoi contemporanei era ancora legato a

un metodo che si basava prevalentemente sullo studio

dell’arte classica, la rivoluzione di Caravaggio consiste nel

naturalismo della sua opera; questa caratteristica viene

espressa nei soggetti dei suoi dipinti e nelle ambientazioni

dove la capacità di dare a un corpo una forma tridimensionale

viene evidenziata dalla particolare illuminazione che

sottolinea, quasi teatralmente, i volumi dei corpi che spuntano

improvvisamente dal buio. Per rendere perfetti i suoi dipinti

Caravaggio, durante la realizzazione posizionava nel suo studio

delle lanterne in posizioni specifiche in modo tale che i modelli

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venissero illuminati parzialmente, attraverso la cosiddetta

“luce radente”. La luce plasma le figure, determina ambienti e

situazioni ed è concepita o come apparizione simbolica o come

fatto drammatico nell'intensità dei gesti dei personaggi.

Il primo dipinto di Caravaggio su commissione pubblica è “La

Vocazione di San Matteo”, nel quale vediamo applicata la

tecnica dell’alternanza di luce e ombra. Il quadro è realizzato

su due piani, uno superiore il quale è occupato solo dalla

finestra e uno inferiore, nel quale si osserva il gesto di Cristo

che chiama San Matteo all’apostolato. Questi si trova seduto

ad un tavolo assieme ad altre tre persone vestite con abiti

tipici degli anni in cui visse Caravaggio, come se il tutto fosse

ambientato in un’osteria. La tela è inoltre intrisa di significati

allegorici, primo fra tutti la stessa luce che diventa simbolo di

Grazia divina (da notare infatti come essa non provenga dalla

finestra bensì dalle spalle di Cristo); Grazia che investe tutti gli

uomini lasciandoli liberi di scegliere e se alcuni accettano la

presenza di Cristo volgendo il loro sguardo verso di Lui, gli altri

preferiscono continuare a svolgere le loro occupazioni. In tal

senso la luce illumina solo coloro che decidono di ascoltare il

messaggio di Cristo e di seguirlo, mentre nell’ombra

rimangono tutti quelli che continuano ad ignorarne la

presenza. La luce inoltre ha anche la funzione di guidare la

lettura del dipinto, da destra verso sinistra e torna indietro

quando incontra la sbigottita espressione di San Matteo e il

suo gesto di indicare se stesso come se fosse sorpreso dal fatto

che Cristo e San Pietro stessero chiamando proprio lui. Infine

bisogna notare il gesto di Cristo nel quale si

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nota una certa somiglianza con il dipinto “La creazione di

Adamo”, del rinascimentale Michelangelo, gesto che viene

ripetuto da San Pietro e infine anche da San Matteo; è un

gesto che simboleggia la Salvezza, concessa da Cristo per

mezzo dei sacramenti e poi ribadita dalla Chiesa nel corso dei

secoli. Alcuni critici e storici dell'arte hanno notato la stretta

analogia del gesto di Cristo del Caravaggio con quello del

Masaccio ne "Il Tributo di Pietro", suo capolavoro.

Effettivamente come il Cristo del Masaccio sta indicando Pietro

dicendogli: "Va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene

prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento."

(Vangelo di Matteo 17, 24-27), così il Cristo del Caravaggio

indica San Matteo per chiamarlo all'ordine.

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STORIA

La storia dell’umanità è ricca di momenti di buio che si

alternano a momenti di luce. La storia in sé non è altro che un

susseguirsi di periodi nei quali il mondo viene devastato da

eventi funesti come le guerre ed altri in cui l’umanità viene

investita da processi di ricostruzione.

Tipico esempio sono i cosiddetti “Trenta Gloriosi”, ovvero gli

anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra

Mondiale. È in questo periodo che il mondo, e più

precisamente l’Europa, si impegnano in un processo di

ricostruzione sotto tutti i punti di vista per poter migliorare la

situazione e le condizioni di vita postbellica.

Potremmo pertanto associare la guerra ad un periodo di

oscurità e i Trenta Gloriosi ad una fase di luce e splendore.

Il primo a parlarne fu Jean Fourastié, che utilizzò questa

denominazione per definire un periodo di prosperità

economica, ma anche di ripresa morale, psicologica e

demografica. Tra gli anni 1945 e 1975 assistiamo infatti ad un

progressivo e parallelo aumento della domanda e dell’offerta;

fanno la loro comparsa alcune innovazioni, come la pubblicità

che incentiva il commercio e l’acquisto di nuovi prodotti o

alcuni elettrodomestici come il frigorifero e la lavatrice. Nei

primi anni questo sviluppo interessa gli USA, mentre i Paesi

d’Europa fanno fatica a risollevarsi.

Successivamente, grazie all’arguto ingegno e intuito del

presidente Truman, si viene a creare una situazione tale da

permettere la ripresa dell’economia europea. Viene infatti

varato il cosiddetto “Piano Marshall” (1947-1948), che prevede

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un sistema economico basato esclusivamente sul dollaro,

attraverso il quale si procede sulla via della rinascita.

Ma la ricostruzione non si ferma qui, infatti la guerra oltre a

radere al suolo intere città, ha anche colpito in maniera

tutt’altro che superficiale la mentalità delle popolazioni, le

quali sono state costrette a patire tutte le conseguenze

negative degli scontri avvenuti in quegli anni. È pertanto

necessaria una ripresa da un punto di vista morale e

psicologico; un passo in avanti in tale senso è rappresentato

dal Processo di Norimberga (1945-1946), nel quale vennero

condannati 24 esponenti del regime nazista, ritenuti

responsabili di crimini contro la pace, crimini di guerra, ma

soprattutto crimini contro l’umanità: l’uccisione di innocenti, la

deportazione e il successivo sterminio degli ebrei, resi noti con

il nome di Shoah.

Infine la conseguenza più importante da sottolineare è, senza

alcun dubbio, la creazione del cosiddetto “Welfare State” ossia

uno Stato del benessere; conosciuto anche come stato sociale,

il suo compito è quello di agire con il fine di dover garantire il

benessere dei cittadini (in particolare dei più poveri) e

mantenere una situazione di maggiore equilibrio tra ricchezza

e possibilità. Il principio di fondo è quello che lo stato deve

intervenire nelle dinamiche economiche e sociali per

assicurare una maggiore giustizia.

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FISICA

La luce è quell’ente fisico cui è dovuta l’eccitazione nell’occhio

delle sensazioni visive, ossia la possibilità di vedere e percepire

gli oggetti. Esistono diversi tipi di luce, ma generalmente si

distingue tra lu

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