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2. Letteratura: Romanticismo letterario e Alessandro Manzoni
3. Musica: Romanticismo musicale e “Va Pensiero”
4. Arte: Post-impressionismo e Vincent Van Gogh
5. Français: Victor Hugo
6. Geografia: Il Brasile
7. Tecnologia: Il petrolio
8. English: The United Nations
9. Ed. Fisica: Il calcio
10. Scienze: Il sistema solare e i pianeti
decisione improvvisa dell'imperatore era dovuta alle proteste della
popolazione francese che vedeva i suoi soldati morire a migliaia.
Cavour voleva che Vittorio Emanuele proseguisse la guerra anche
senza l'alleato, ma lui preferì rinunciarvi e il ministro per protesta si
dimise. Nel gennaio del 1860, però, ritorno a capo del governo e
gestì le annessioni dell'Italia centrale: per esempio, i plebisciti (le
votazioni) sancirono l'unione con il Regno di Sardegna.
Un moto popolare scoppiato a Palermo nel 1860 era l'occasione
adatta per cercare di cacciare i Borboni dal sud Italia. Fu
rapidamente organizzata una spedizione di volontari il cui comando
venne offerto a Garibaldi. Così si imbarcarono a Genova più di 1000
volontari contraddistinti dalla camicia rossa. Essi sbarcarono a
Marsala e penetrarono nell'interno suscitando l'entusiasmo dei
Siciliani, non pochi dei quali si unirono a loro. Garibaldi attaccò le
truppe borboniche, mettendole rapidamente in fuga; raggiunse
Palermo e, con tre giorni di combattimento, scacciò i Borboni.
Nell'ottobre del 1860 Garibaldi, in uno storico incontro vicino a
Teano (nei pressi di Caserta), “consegnava” formalmente a Vittorio
Emanuele II l'Italia meridionale ormai liberata.
Il 17 marzo 1861 ebbe luogo la prima seduta del Parlamento
italiano che proclamò il Regno d'Italia con capitale Torino, e
riconobbe Vittorio Emanuele II “Re d'Italia per grazia di Dio e
volontà della nazione”.
Il Regno d'Italia però era incompleto perché mancavano l'Italia
nord-orientale e lo Stato pontificio.
Nel 1866 la Prussia propose un'alleanza all'Italia perché l’Austria
fosse attaccata nello stesso tempo da nord e da sud. Il re accettò
che, benché gli italiani fossero sconfitti per ben due volte, la
contemporanea vittoria dei prussiani sugli austriaci
ebbe un risultato positivo anche per il Regno d'Italia, che ottenne la
cessione del Veneto. Unire Roma all'Italia era invece un
problema complesso, perché vedeva
intrecciarsi rapporti internazionali con
quelli nazionali: infatti l'imperatore
Napoleone III si poneva come difensore
di Pio IX, mentre i cattolici italiani si
opponevano a un'azione di forza di
Vittorio Emanuele II contro lo Stato
pontificio.
La vicenda vide protagonista ancora
una volta Garibaldi.
Egli sbarcò in Calabria con 2000
volontari per poi risalire la penisola e conquistare Roma, ma Vittorio
Emanuele II inviò contro di lui truppe regolari che lo sconfissero in
uno scontro sull'Aspromonte. Senza darsi per vinto, Garibaldi fece
un altro tentativo. Questa volta si diresse su Roma dalle coste del
Lazio, ma fu sopraffatto dalle forze coalizzate del Papa e dei
francesi.
Intanto la capitale fu spostata da Torino a Firenze.
La questione romana si è risolta soltanto con la caduta di
Napoleone III.
Il 20 settembre 1870 un drappello
di bersaglieri, aperto un varco
nelle mura presso “Porta Pia”
(nella figura a destra), prese
possesso della città. Da quel
momento Pio IX si considerò
prigioniero dello Stato italiano e si
chiuse in Vaticano, scomunicando
il re, i ministri e tutti i
parlamentari. Il governo italiano cercò un rimedio con la “Legge
delle Guarentigie” (garanzie) che riconosceva al Papa la sovranità
sulla città del Vaticano e il versamento di una cifra annuale da parte
dello Stato per il suo mantenimento.
IL ROMANTICISMO MUSICALE e
“VA PENSIERO”
Il Romanticismo musicale
In ambito musicale, il Romanticismo si
pone come reazione al classicismo di
autori come Franz Joseph Haydn o
Wolfgang Amadeus Mozart. Esso
corrisponde allo sviluppo dell’orchestra, a un
ampio uso della musica a programma e alla
valorizzazione virtuosistica di uno strumento
solista. I generi romantici per eccellenza sono la sinfonia e
l’opera, rivisitate e ampliate secondo le nuove tendenze
dell’epoca.
L’evento storico più significativo dell’epoca, che influì su ogni
forma della vita sociale e culturale, compresa l’espressione
musicale, fu la Rivoluzione francese. La valorizzazione
dell’individuo, che appariva in filigrana in ognuno dei temi presenti
nella letteratura dell’epoca (figura dell’eroe, ruolo della natura,
libertà ecc.), ebbe un peso significativo anche nella musica.
In Francia un effetto immediato si avvertì sull’opera.
In luogo delle trame dell’opera barocca, in genere tratte
dall’antichità classica, il materiale per i soggetti venne attinto dagli
eventi di cui si componeva l’attualità. In accordo con il credo
rivoluzionario, i cerimoniali parigini prendevano forma di vaste odi
corali in musica, spesso all’aperto, in lode all’uomo e ai valori
imperniati sul motto liberté, egalité et fraternité.
Il compositore che meglio tradusse il nuovo spirito dei tempi fu
Ludwig van Beethoven, anche se la critica più recente tende
piuttosto a considerarlo come l’ultimo grande esponente del
classicismo musicale. La sua opera Fidelio (prima versione 1805) è
in tal senso significativa; ma è soprattutto nella musica sinfonica di
Beethoven che riecheggia l’anelito tipicamente romantico verso
l’infinito e la fiducia nella capacità dell’individuo di superare ogni
ostacolo. Le sinfonie beethoveniane portano a questa forma una
dimensione che nel Settecento le era ignota: nei primi movimenti la
forma sonata viene forzata fino ai limiti estremi, mentre
l’introduzione del coro (nella Nona sinfonia) sembra quasi
inaugurare un nuovo genere.
Oltre al mito dell’individuo, la musica dell’epoca assorbe anche
un altro carattere della letteratura romantica, quello del sublime
spettacolo della natura. Numerose sono le opere romantiche in
cui le forze della natura (tempeste, valanghe, incendi) giocano un
ruolo di rilievo all’interno della trama, a dimostrazione di come
l’essere umano sia in balia di forze irrazionali ed esterne a lui.
Esemplare al proposito l’opera Il franco cacciatore (1821) di Carl
Maria von Weber.
Il tema romantico della natura come specchio dell’animo umano
trova la sua espressione più alta nella Sinfonia Pastorale di
Beethoven (1808) e nei Lieder di Franz Schubert. Fu anche grazie
all’intensità drammatica di Robert Schumann che trovarono
espressione i maggiori temi romantici (amore, patria, la pena del
distacco ecc.)
Eroismo romantico e virtuosismo dei singoli strumenti sembravano
esemplarmente riassumersi in alcuni grandi musicisti dell’epoca. Tra
questi emergono le figure di Niccolò Paganini, la cui abilità
esecutiva costituiva un elemento di seduzione, acuito dal fascino
quasi satanico del suo fisico allampanato; di Franz Liszt, che
divenne il più grande virtuoso di pianoforte del suo tempo; e di
Fryderyk Chopin (nella foto a destra), il quale
esplorò la poesia della tecnica pianistica nei suoi
studi, la poeticità delle danze nei valzer, nelle
polonaise e nelle mazurke e l’atmosfera carica di
pathos nelle ballate e nei preludi.
Accanto al rafforzarsi delle identità individuali, il
romanticismo vide il consolidarsi di quelle
nazionali. Se pianisti compositori come Liszt e
Chopin seppero trasformare danze ungheresi e
polacche in numeri virtuosistici da concerto, fu l’opera a offrire la
più completa espressione artistica dell’individualità di una nazione
con l’uso di una specifica lingua e musica popolare, e con il ricorso a
vicende storiche, miti e leggende nazionali.
“Va Pensiero”
Giuseppe Verdi:
In Italia uno degli artisti più rappresentativi del
Romanticismo musicale è Giuseppe Verdi. Un
suo brano molto famoso è “Va Pensiero,
sull’ali dorate”, (spartito nella figura a fianco),
che si trova nel Nabucco, la sua terza opera,
quella che decretò il suo successo.
TRAMA:
Nel 592 A.C. gli Ebrei,sconfitti dal crudele tiranno babilonese
Nabucodonosor, vengono ridotti in schiavitù.
Per questa ragione, il re venne punito da Dio, che gli fa perdere la
ragione e il regno. Solo alla fine,dopo una serie di drammatici
avvenimenti, Nabucco (il babilonese) rinsavisce e, resosi conto delle
azioni, si converte e libera il popolo ebraico.
Gli Ebrei sono costretti ai lavori forzati lungo la riva del fiume
Eufrate.
Dolcemente essi intonano un canto colmo di nostalgia e di amore
per la loro patria lontana, anch’essa bagnata da un grande fiume: il
Giordano. Il coro cresce lentamente, seguendo lo sviluppo dei
sentimenti (nostalgia della terra natale, patriottismo, fede…). Tutte
le voci cantano la stessa melodia, quasi a voler simboleggiare il
grande ideale di libertà che le accomuna.
Il testo recita così:
” Và, pensiero, sull'ali dorate,
và, ti posa sui clivi, sui colli,
ove olezzano tepide e molli
l’aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
di Sionne le torri atterrate…
Oh, mia patria sì bella e perduta,
oh, membrana sì cara e fatal!
Arpa d’or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati,
traggi un suono di crudo lamento,
o t’ispiri il Signore un concerto
che ne infonda al patire virtù.”
E si può parafrasare in questo modo:
”Và, pensiero, sulle ali dorate del ricordo,
và e posati sui pendii e sui colli,
dove profumano tiepidi e delicati
i dolci venti della terra natale!
Saluta le rive del Giordano,
di Gerusalemme le torri abbattute…
O mia patria così balla e perduta,
o ricordo così caro e fatale!
Arpa d’oro dei poeti che predicevano il destino,
perché pendi dal salice e sei muta?
Riaccendi nel nostro cuore i ricordi,
parlaci del passato, quando eravamo liberi!
Simile al destino di Solima,
emetti un suono lamentoso,
oppure il Signore ti suggerisca una musica
che dia coraggio alla nostra sofferenza.”
IL ROMANTICISMO
LETTERARIO E ALESSANDRO
MANZONI
Il Romanticismo è stato un movimento artistico, musicale,
culturale e letterario sviluppatosi in Germania e preannunciato in
alcuni dei suoi temi dal movimento preromantico dello Sturm und
Drang (impeto ed assalto) al termine del XVIII secolo e poi diffusosi
in tutta Europa nel secolo seguente.
In ambito letterario si sviluppa contemporaneamente al
neoclassicismo.
Il pensiero dei romantici
Episodi sanguinari che hanno accompagnato la rivoluzione francese
provocano una progressiva sfiducia nella ragione umana, intesa
come strumento che pone rimedio alle disuguaglianze sociali. Ecco
allora che ci si rifugia nel sogno, nell'irrazionale, nel fantastico,
in una perenne fuga dalla realtà del proprio tempo, alla ricerca di
forti emozioni e di un rapporto stretto con la
natura. Il romanticismo pone l'attenzione
proprio sugli elementi che gli illuministi
avevano trascurato: il patriottismo,
l'individualismo, il mondo dell'interiorità e
dell'immaginazione, il sogno, la nostalgia
per il passato.
Il poeta che ha cercato di unire la corrente
letteraria romantica con quella neoclassica
è stato Ugo Foscolo, in quanto la tendenza
all'infinito propria del romanticismo si
avvicina all’aspirazione al bello assoluto propria del gusto
neoclassico.
Il poeta più importante dell'epoca romantica è però Alessandro
Manzoni. UGO FOSCOLO
Alessandro Manzoni
La vita
Alessandro Manzoni nasce a Milano nel
1785 da un'agiata famiglia di nobili
origini: il padre è il conte Pietro e la
madre è Giulia Beccaria, figlia di
Cesare, l'autore del trattato "Dei delitti
e delle pene".
Dopo la separazione dei genitori studia
nei migliori collegi religiosi italiani e
svizzeri e riceve un'educazione di
stampo illuminista. In seguito vive con
la madre a Parigi, dove incontra le
personalità più in vista del
romanticismo europeo. Nel 1808 sposa
Enrichetta Blondel, fervente cattolica, che influirà sulla conversione
religiosa del Manzoni, avvenuta due anni più tardi.
Vive poi quasi sempre a Milano.
Compone cinque inni sacri (Natale, Pentecoste, Risurrezione,
Nome di Maria, Passione) due tragedie (Conte di Carmagnola e
Adelchi) due odi civili, di cui una, "Il Cinque maggio", è sulla
figura di Napoleone, ma il suo nome è soprattutto legato al romanzo
storico "I Promessi Sposi". L’altra ode civile è “Marzo 1821”.
Successivamente si occupa di studi storici e linguistici e nel 1862
viene nominato presidente della Commissione per l'unificazione
della lingua.
Muore a Milano nel 1873: in suo onore Giuseppe Verdi compone la
Messa da Requiem.
Il pensiero