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DARWIN _
STORIA: seconda rivoluzione industriale
ITALIANO: Verga: darwinismo sociale
Brasile che comunque inquinano e compromettono la qualità della vita,
alterando sia il clima che l’ecosistema.
Gli economisti e i biologi di tutto il mondo si sono interrogati spesso sulla
possibilità di agevolare le imprese per portarle a produrre senza
inquinamento o comunque limitandolo.
Da qualche anno, Gunter Pauli, economista, imprenditore e scrittore belga,
ha cercato di trovare una soluzione a questo insidioso problema, e la sua
risposta è la “Blue Economy”.
L’economista Gunter Pauli (vedi foto) attraverso la
“Blue Economy”(economia blu) ha sentito la
necessità di aprire un nuovo fronte verso la
sostenibilità globale. A supporto della sua tesi ha
elencato cento esempi di come gli animali
abbiano saputo adattarsi all’ambiente.
Queste prove dimostrano la veridicità della teoria sull’evoluzione di Darwin e
l’adattamento sociale dell’uomo e, appunto, il “Darwinismo sociale”.
Secondo Darwin, in natura non sopravvive necessariamente il più forte, bensì
colui che ha saputo adattarsi.
Darwin pensava che i cambiamenti fossero dovuti alla lotta per la
sopravvivenza per la quale gli esseri lottano, si modificano ed evolvono.
La stessa ragione per cui, anche noi, secondo Gunter Pauli, dovremmo
adattarci e mutare in base all’ambiente, prendendo come riferimento
l’evoluzione attuata nella natura.
Basti pensare ai pinguini che bevono soltanto acqua
salata, e che si sono adattati producendo un metodo
di desalinizzazione, oppure alle zebre che grazie alle
loro strisce bianche-nere mantengono la temperatura
corporea costante.
Una soluzione per il rispetto dell’ambiente che offrirebbe un business a livello
mondiale, perché garantirebbe molti posti di lavoro e un impiego più ottimale
delle risorse eliminandone gli sprechi. 5
Secondo Gunter Pauli i metodi utilizzati dalla “Blue Economy” non sarebbero
onerosi per le imprese, ma anzi, incentiverebbero notevolmente il risparmio di
energie e di materie.
La “Blue Economy” rimane, forse, l’unica (o l’ultima) possibilità per riemergere
da una crisi, non solo economica, ma morale, prendendo a cura la tutela
dell’ambiente e la salute dell’individuo.
Un impegno che può riuscire davvero nel suo intento, in un mondo in cui il
consumismo e il capitalismo senza limiti sembrano essere le armi vincenti del
progresso; si può così sperare in un’alternativa ecologica, sana e che ha a
cuore l’ambiente e la salute degli individui.
Una spinta verso un progresso innovativo, che prenda in esame il buon
senso e la scienza, imitando un modello naturale in cui ogni elemento è utile
per mantenere l’equilibrio terrestre. 6
LA TUTELA DELL’AMBIENTE
La tutela dell'ambiente è divenuta un importante
problema politico, sociale e scientifico negli ultimi
decenni, per questo gli Stati a livello mondiale
hanno sentito la necessità di stipulare accordi per
la sua salvaguardia.
Infatti, tra le esigenze più sentite dall'uomo
contemporaneo c'è quella di vivere in un ambiente
salubre ed esteticamente piacevole.
Le metropoli, troppo densamente abitate, sono già oggi invivibili; i centri
urbani del mondo sviluppato sono soffocati dal traffico, dallo smog che
impedisce di respirare.
Le acque sono spesso usate senza razionalità e rispetto e cominciano già a
scarseggiare.
L'utilizzo di fonti fossili di energia, petrolio e carbone soprattutto, produce
come sottoprodotto l'immissione nell'atmosfera di biossido di carbonio (CO ),
2
un gas che contribuisce ad aumentare l'effetto serra, quindi il riscaldamento
terrestre, fonte, secondo molti studiosi, di cambiamenti climatici catastrofici.
Il disastro ecologico determinato dal cambiamento radicale della produzione
e dell'economia ha determinato, come reazione, un movimento di idee critico
verso la civiltà industriale.
Nascono veri e propri filoni di pensiero come il movimento ecologista che ha
come obiettivo quello di garantire una vita sana all’uomo.
Qualsiasi intervento parziale, settoriale, locale sull'ambiente ha scarse
probabilità di successo, quindi è necessario il contributo di tutti i paesi del
mondo.
Sempre più va profilandosi la necessità di intervenire sul modo di produrre,
nell'impedire quelle lavorazioni che, come sottoprodotti, generano veleni
pericolosi per l'uomo, nel cercare delle fonti di energia il più pulite possibile.
Si tratta di modulare meglio, in maniera più concertata e razionale, le attività
economiche, di garantire quello "sviluppo sostenibile" che permetta di
soddisfare non soltanto i bisogni dell’uomo, ma anche quelli delle generazioni
future. 7
Il ruolo di regolatore deve essere ripreso dallo Stato o da quegli organismi
sovranazionali che ne hanno l'autorità. E' necessario che le istituzioni
acquisiscano il ruolo di arbitri del mercato e della vita economica.
Lo Stato, o chi per lui, deve fissare delle regole da rispettare e stabilire con
chiarezza cosa è lecito e cosa è illecito.
Superare il narcisismo egotista del massimo piacere e divertimento da
realizzare nel presente immediato significa dirigere il nostro pensiero alla
tutela dell’ambiente e al futuro.
Per ottenere questi importanti obiettivi, c'è bisogno si diffonda in maniera
sempre più capillare, e massimamente in coloro che amministrano e
governano, una sensibilità e una cultura che anziché alla quantità, siano
orientate alla qualità. 8
IL PROTOCOLLO DI KYOTO
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale per
contrastare il riscaldamento climatico sottoscritto da
180 paesi l’11 dicembre 1997 in occasione della
Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
L’obiettivo principale del Protocollo di Kyoto era
ridurre almeno del 5% le emissioni dei sei gas ad
effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto,
idrofluorocarburi, per fluorocarburi, esafluoro di zolfo) rispetto alle emissioni
del 1990.
Il trattato entrò in vigore nel 2005, questo perché era necessario che
aderissero i paesi che rappresentanti non meno del 55% delle emissioni serra
globali: un obiettivo raggiunto proprio grazie alla sottoscrizione della Russia.
Si è trattato di un passo molto importante perché per la prima volta si cercò di
rendere più responsabili i paesi nei confronti dell’ambiente.
Grazie al Protocollo di Kyoto è nata le Green Economy; un’economia
ecologica che oltre ai benefici di un certo regime di produzione prende in
considerazione anche l’impatto ambientale cioè i potenziali danni all’ambiente
prodotti dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla
loro estrazione, passando per il loro trasporto e trasformazione in energia e
prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la loro definitiva
eliminazione o smaltimento.
Tuttavia la Green Economy viene spesso criticata, perché questi meccanismi
sono molto onerosi per le imprese e soprattutto per quegli stati che sono in
via di sviluppo e devono essere competitivi.
Per questo motivo, paesi come Cina e Brasile non si impegnano alla tutela
dell’ambiente. 9
Se si parla del Brasile, molto importante è il problema della deforestazione,
che consiste nell’abbattimento degli alberi per motivi strettamente
commerciali o per sfruttare il terreno per la coltivazione.
Questo è un danno per l’intero ecosistema, in quanto le pianti verdi aiutano a
mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera
(attraverso la fotosintesi clorofilliana).
Mentre il disboscamento e l’utilizzo di combustibili fossili stanno causando un
aumento di CO nell’atmosfera, favorendo l’effetto serra e il riscaldamento
2
globale. La Green Economy deve permettere lo sviluppo
sostenibile e contestualmente deve favorire la
diminuzione della povertà, ma lo smaltimento dei
rifiuti e l’attuazione di un processo produttivo
meno inquinante è molto costoso per i paesi che
in via di sviluppo puntano a costi bassi per essere
competitivi e per offrire prodotti a cui possono
accedere la maggior parte della popolazione.
Mentre attuare un regime di tutela ambientale alzerebbe notevolmente il
prezzo dei prodotti per pareggiare le spese sostenute le imprese per smaltire
i rifiuti o utilizzare nuove fonti di energia.
10
LA “BLUE ECONOMY”
L' economia blu è un modello di business a livello globale dedicato alla
creazione di un ecosistema sostenibile.
Rappresenta un superamento dell'economia verde (green economy): mentre
quest'ultima prevede una riduzione di CO entro un limite accettabile,
2
l'economia blu prevede di arrivare ad emissioni zero di CO .
2
L'obiettivo dell'economia blu è di investire in un’economia che utilizzano
sostanze già presenti in natura, di effettuare minori investimenti, creare più
posti di lavoro e conseguire un ricavo maggiore.
L'economia blu si basa sullo sviluppo di principi fisici, utilizzando tecniche
scientifiche come la biomimesi, un settore ancora poco conosciuto che si
fonda sullo studio e sull'imitazione delle caratteristiche delle specie viventi per
trovare nuove tecniche di produzione e migliorare quelle già esistenti.
Il modello è stato proposto da Gunter Pauli nel libro The Blue Economy: 10
years, 100 Innovations. 100 Million Jobs .
Gunter Pauli nasce ad Anversa nel 1956 ed è un
economista, imprenditore e scrittore belga, iniziatore dell'economia blu, il cui
motto è:
« In natura non esistono
disoccupati e neppure rifiuti. Tutti
svolgono un compito e gli scarti
degli uni diventano materia prima
per altri. » 11
Lo sviluppo sostenibile è il punto di forza dell'economia blu ed è una forma di
sviluppo che non ostacola le possibilità di crescita delle generazioni future,
avendo cura del patrimonio e delle riserve naturali esauribili. Non si tratta
quindi di un blocco della crescita, bensì della crescita economica rispettosa
dell'ambiente e dei suoi limiti.
L'uomo utilizza ingenti quantità di risorse
non rinnovabili, destinate ad esaurirsi. Lo
sviluppo sostenibile concilia la richiesta
del fabbisogno umano con le capacità
produttive della terra.
A differenza dello sviluppo tradizionale,
attraverso il quale l'uomo fin dalla nascita
ha dovuto modificare l'ambiente
circostante per costruirsi uno spazio
adeguato in cui vivere, lo scopo dello
sviluppo sostenibile è quello di creare un
regime ambientale di equilibrio. Questa
nuova visione, diventata necessaria per
l'uomo, è legata al concetto di ecosistema.
L'ecosistema è un'unità ecologica fondamentale nella quale convivono
organismi che interagiscono tra loro e con l'ambiente circostante.
L'inquinamento sta portando allo sconvolgimento di questi equilibri, a questo
proposito l'economia blu si sta impegnando a trovare soluzione per ristabilire
l'armonia ambientale.
L'economia blu, per raggiungere l'obiettivo di una crescita ecosostenibile,
punta sull'innovazione, intesa come cambiamento generato dalla
condivisione delle conoscenze, grazie alle conoscenze acquisite sul
funzionamento degli organismi viventi.
La sostenibilità al di là della semplice conservazione verso la rigenerazione -
Gunter Pauli ci spiega come rispondere ai bisogni fondamentali di tutti,
utilizzando le risorse che abbiamo. 12
E' un nuovo modo di progettare il business, utilizzando le risorse disponibili
nei sistemi a cascata, dove lo spreco di un prodotto diventa l'input per creare
un nuovo flusso di cassa.
L'economia Blu si basa su quattro pilastri fondamentali:
Fare Business
• Prodotti realizzati senza sfruttare in modo disumano la manodopera
• Senza utilizzare sostanze dannose nei processi e nei materiali di
• produzione
Senza dover inquinare l'ambiente di adesso, ma anche quello di
• domani!!
La Blue Economy garantirebbe ben cento milioni di posti di lavoro in dieci
anni e prodotti di massa e per tutti, ma rispettosi dell'ambiente, delle persone
e del futuro.
Utilizzando ben cento esempi l’economista Gunter Pauli dimostra come gli
animali abbiano saputo adattarsi all’ambiente modificando alcune loro
caratteristiche, eccone alcuni:
Imitare il cuore della balena, che pompa sangue per 80 anni con
- appena 6 volt
Il manto bicolore della zebra che crea micro-correnti in grado di
- regolare la temperatura corporea