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Sintesi
storia – Fascismo, Nazismo, Stalinismo

pedagogia – A.S. Makarenko

storia dell’arte – Guernica, P.Picasso

latino – Tacito

filosofia – F.Nietzsche

italiano – G.D’Annunzio

biologia – Apparato Locomotore

inglese – G.Orwell

matematica – Massimi e Minimi di una funzione
Estratto del documento

latinità, passando per quelle recentemente scomparse, ricordiamo la caduta

dell’U.R.S.S. o di quella piu recente in Libia, a finire con quelle odierne di Paesi come

Cuba o la Corea del nord, quest’ultima teatro di scontri all’ordine del giorno.

A questo punto è opportuno trattare dei diversi tipi di totalitarismo del Novecento.

Il Fascismo

Gli anni dell’immediato dopoguerra in Europa furono attraversati da una fase di acuta

crisi economica e sociale. Essa era in primo luogo una crisi di legittimazione delle

istituzioni liberali prebelliche. Infatti, la guerra aveva impresso una brusca

accelerazione a quel processo di mobilitazione politica delle masse cominciato già

negli ultimi decenni dell’Ottocento.

Nasce il Partito Popolare, primo partito di massa di ispirazione cattolica fondato dal

sacerdote Luigi Sturzo che si afferma con il Partito socialista nelle elezioni del 1919.

Intanto, nel marzo dello stesso anno, veniva fondato in P.zza San Sepolcro a Milano il

movimento dei Fasci di combattimento da Benito Mussolini.

Due elementi ne consentirono il decollo: una conversione a destra e l’impiego su larga

scala della violenza politica.

Fu verso l’autunno del 1920 che incominciarono le spedizioni delle squadre d’azione

fasciste contro esponenti e sedi del movimento socialista. Successivamente furono

impiegate («camicie nere») dagli agrari per stroncare il movimento contadino.

«Se la legalità è l'essenza del governo non tirannico e l'illegalità quella della tirannide,

il terrore è l'essenza del potere totalitario.»

H.Arendt

Nelle elezioni del 15 maggio 1921 i fascisti furono chiamati a presentarsi all’interno

delle liste di blocco nazionale con i liberali, che potevano avere la maggioranza solo in

tal modo. Questo ne accrebbe il peso politico.

Mussolini a questo punto doveva trasformare il movimento in una vera forza politica.

Nel novembre 1921, al congresso dei Fasci nacque il Partito nazionale fascista che

serviva per operare sul piano della legalità politica.

Il programma era molto diverso da quello del 1919: prevedeva uno stato forte e la

limitazione dei poteri del parlamento, esaltava la nazione e la competizione fra le

nazioni, proponeva la restituzione all’industria privata di servizi essenziali gestiti dallo

stato, come le ferrovie e i telefoni. Era un programma di impronta nettamente

conservatrice e nazionalista, che rassicurava la borghesia.

La cosiddetta «marcia su Roma» fu effettiva il 28 ottobre 1922 quando colonne

fasciste entrarono nella capitale.

Il re Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare il decreto di stato d’assedio e diede a

Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo.

Mussolini presentò il suo governo al Parlamento con il celebre «discorso del bivacco» .

Questi due eventi segnano il crollo delle istituzioni liberali e democratiche.

Nel 1923, con una nuova legge elettorale maggioritaria (legge Acerbo) si assicurò la

maggioranza in parlamento.

Il Partito fascista si presentò così nel cosiddetto «listone» che ottenne un grande

successo (65% dei voti).

Matteotti, deputato al Parlamento, denunciò i brogli elettorali: fu rapito e ucciso da

una squadra fascista. Questo scosse profondamente l’opinione pubblica, aprendo una

grave crisi politica: le opposizioni parlamentari, per protesta, decisero di non

partecipare più ai lavori delle camere (secessione dell’Aventino).

L’epilogo fu il famoso discorso del 3 gennaio 1925, con cui Mussolini si assunse la

responsabilità politica del delitto Matteotti.

Così, anche se nulla formalmente era cambiato, il parlamento veniva di fatto

esautorato e la legalità costituzionale sospesa.

Mussolini mirò alla fascistizzazione dello stato e della società civile con le leggi dette

«fascistissime» del 1925-1926:

Il capo del governo fu reso responsabile solo di fronte al re

 Il parlamento non poteva discutere nessuna legge senza previo consenso del

 governo

Furono soppressi tutti i partiti politici, a eccezione di quello fascista

 Furono soppresse le autonomie locali sostituendo ai sindaci i podestà nominati

 dal sovrano

Tutta la stampa fu sottoposta a un severo controllo

 Fu istituito il Tribunale speciale

Con gli anni trenta il fascismo venne assumendo le caratteristiche di un regime

totalitario con iniziative volte a mobilitare il consenso della popolazione (controllo

dell’informazione, Istituto Luce, ministero della cultura popolare). L’iscrizione al Partito

divenne obbligatoria per i dipendenti pubblici, ma d’altronde era necessaria per

ottenere agevolazioni.

Il partito controllava diverse organizzazioni di massa per educare la gioventù ai valori

del fascismo, organizzazioni che confluiranno poi nella Gioventù italiana del Littorio.

L’Opera nazionale dopolavoro organizzava il tempo libero dei lavoratori con gite, gare

sportive, spettacoli.

La ricerca del consenso e della stabilità politica guidò anche lo sforzo di Mussolini di

giungere a una conciliazione fra stato e chiesa che sanasse la frattura apertasi nel

1871, con l’annessione di Roma al nuovo stato unitario.

L’11 febbraio 1929 la Santa sede e il governo italiano sottoscrissero i Patti lateranensi;

Mussolini si presentava cosi, dinanzi all’opinione pubblice, con tutte la carte in regola,

come l’uomo che aveva sanato, dopo decenni, il dissidio con la Chiesa.

Tuttavia, nel 1938 si apre un nuovo capitolo buio: furono approvate le leggi razziali nei

confronti degli ebrei. Ma questo non è soltanto il frutto della profonda dipendenza di

Mussolini nei confronti di Hitler, ma rientrava pienamente in quella mentalità

antidemocratica e anti egualitaria distintiva dell’ideologia fascista.

Il Nazismo

Nell’ottobre 1918 in Germania reparti dell’esercito si ammutinarono chiedendo la pace

immediata e le dimissioni dell’imperatore. Migliaia di consigli operai controllavano in

armi i centri nevralgici del paese.

Allora venne proclamata la repubblica di Weimar.

Tuttavia, l’equilibrio raggiunto dalla repubblica fu presto spezzato quando gli effetti

della crisi del ‘29 si abbatterono sul paese.

In questo quadro si colloca l’ascesa di Hitler.

Con le SA tentò un colpò di stato: ma questo fu sventato ed egli fu condannato a 5

anni di carcere. Tuttavia, il processo gli diede il modo per propagandare le sue idee

contenute nel libro Mein Kampf con un’intensa opera di agitazione politica.

«I movimenti totalitari trovano un terreno fertile per il loro sviluppo dovunque ci sono

delle masse che per una ragione o per l'altra si sentono spinte all'organizzazione

politica, pur non essendo tenute unite da un interesse comune e mancando di una

specifica coscienza classista, incline a proporsi obiettivi ben definiti, limitati e

conseguibili.»

Hannah Arendt

Più che un programma politico, egli offrì ai tedeschi una prospettiva di radicale

mutamento, il sogno di un risorgimento della Germania unita dall’odio contro chi

ostacolasse questo progetto. Temi che fecero larga presa in un elettorato eterogeneo e

diffuso in tutto il paese.

Nel contempo Hitler riuscì a proporsi come l’uomo che avrebbe potuto stabilizzare in

senso autoritario il governo del paese, preservandolo da avventure rivoluzionarie.

Un ruolo fondamentale per coagulare i diversi elementi ebbero l’antisemitismo e il

razzismo, propagandati fin dall’inizio.

Oltre a qualificare gli ebrei come razza inferiore, Hitler impose sempre la necessità di

un antisemitismo programmato e istituzionalizzato «per estirpare la razza ebraica in

quanto tale».

La svolta decisiva si ebbe tra il 1930 e il 1932, anni caratterizzati da governi deboli.

Già alle elezioni dell’aprile 1931 Hitler ottenne il 36% dei voti.

Con il successo elettorale del luglio 1932, egli pretese il governo, ma il maresciallo

Hindenburg rifiutò.

Tuttavia, il paese era già ingovernabile tanto che, nel gennaio 1933, Hindenburg fu

costretto a conferire a Hitler la carica di cancelliere.

A marzo si tennero nuove elezioni: l’incendio del Reichstag e la retata seguitagli fecero

si che Hitler ottenesse la maggioranza.

I partiti comunista e socialdemocratico furono messi fuori legge. I giornali di

opposizione chiusi. Approvò la «Legge contro la formazione di nuovi partiti». Nacque a

Dachau il primo campo di concentramento per prigionieri politici. Nelle maggiori

piazze ardevano i roghi dei libri.

Il Fuhrer era l’unica fonte del diritto e legiferava da solo, senza l’intervento di organi

collegiali. Tuttavia, esistevano altri centri di potere gestiti da uomini fedeli al capo: Il

partito; La Gestapo, la polizia segreta; La Todt, il piano quadriennale per lo sviluppo

economico; le organizzazioni di consenso. Questo andava costituire un modello che gli

neofeudalesimo.

storici definiranno poi

Grande importanza ebbe il Fronte del lavoro che inquadrava tutti i lavoratori nelle

corporazioni.

Altresì irreggimentò la formazione dei giovani (Gioventù hitleriana), numerosi

intellettuali contrari furono costretti a prendere la via dell’esilio. Grande importanza

ebbe la propaganda(diffusione di info destinate a orientare l’opinione pubblica).

Il nazismo non fu semplicemente una dittatura, ma fu un regime che si fondava

sull’identificazione tra uomo dotato di grande potere carismatico(dal greco «dono»; si

fonda sulla dedizione alle caratteristiche eccezionali del capo; rapporto individuale e

non razionale), il Fuhrer, e le masse.

La politica razziale non colpiva solo gli ebrei ma anche altre categorie (omosessuali,

malati, zingari,…)

Con le Leggi di Norimberga (1935), legalizzando e radicalizzando tele progetto, ci si

avvio verso il genocidio.

Lo stalinismo

Il «comunismo di guerra» causò all’Unione Sovietica gravissimi ritardi: infatti, esso era

un paese più povero e rurale di quello d’anteguerra.

Questa situazione indusse Lenin ad avviare la Nep, che reintroduceva elementi di

profitto individuale e di libertà economica, con l’obiettivo di rianimare la produzione

interna:

Nelle campagne cessarono le requisizioni,

I contadini furono lasciati liberi di vendere le eccedenze, e poi, di assumere

manodopera salariata,

Si favorì lo sviluppo della piccola impresa.

Tuttavia, lo stato conservò sempre il controllo delle principali attività economiche.

Ma come industrializzare la Russia?

Su questo tema si aprì un intenso dibattito: I sostenitori della Nep, come Bucharin

auspicavano una trasformazione graduale del sistema; i suoi oppositori, come Trockij,

sostenevano la via della industrializzazione accelerata.

Dopo la morte di Lenin, Stalin e Trockij s’imposero come i membri di maggior spicco

nel partito bolscevico.

Trockij sosteneva la teoria della rivoluzione permanente mentre Stalin quella del

socialismo in un solo paese.

Successivamente, Stalin si pose in una posizione di «centro» e riuscì ad emarginare

Trockij, che fu esiliato. Egli divenne quindi il dominatore della scena politica sovietica.

Nel 1927 si verificò la «crisi degli ammassi», un duro colpo per lo Stato.

I contadini si rifiutavano di vendere il loro grano allo stato per un prezzo talmente

basso da non riuscire a coprire nemmeno i costi di produzione. Questo segnò la

sconfitta della Nep.

Allora, Stalin ripristinò le requisizioni e iniziò una propaganda contro i kulaki, che

vennero poi sterminati.

Dal 1930 Stalin procedette con la collettivizzazione forzata .

Milioni di aziende contadine furono trasformate in fattorie cooperative (kolchoz) o di

proprietà dello stato (sovchoz) e inserite nei piani di produzione, con l’obbligo di

consegna dei prodotti al prezzo fissato dallo stato.

Contestualmente si avvio l’industrializzazione accelerata attraverso la pianificazione

integrale dell’economia con la proprietà statale dei mezzi di produzione e l’avvio dei

piani quinquennali.

PEDAGOGIA

La volontà di potere si afferma ancor più nel campo dell’educazione. Le varie dittature

si sono occupate di questo aspetto fondamentale della vita dell’uomo istituendo veri e

propri enti di formazione gestiti dal Partito, si pensi ad esempio al Komsomol sovietico

o alla italiana “gioventù del Littorio”, dando vita a vere e proprie pedagogie ufficiali.

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