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In questa tesina mi occupo della Topologia, ossia lo studio delle superfici, facendo riferimento ad un corso di matematica al quale ho partecipato durante quest'anno scolastico.
Materie trattate: matematica, fisica
Federico
Bucalo
V
A Tesina per il colloquio all’esame di Stato
TOPOLOGIA 1
Dal 26 al 29 marzo 2007 ho avuto la possibilità di partecipare alla Bottega della
matematica a Salorno, organizzata dalla Sovrintendenza Scolastica in lingua Italiana di
Bolzano e dall’università di Trento in collaborazione con la mia scuola. Insieme al prof.
Domenico Luminati e il prof. Diego Gottardi, il mio corso si è occupato di Topologia, ossia
lo studio delle proprietà di una figura lasciate invariate da distorsioni e deformazioni
continue.
Per comprendere cosa sia la topologia, è necessario innanzitutto possedere una buona
immaginazione. La topologia, infatti, lavora con superfici a volte inesistenti nel mondo
reale, e quindi non rappresentabili nello spazio tridimensionale. Si deve pensare a queste
superfici come se fossero costituite da un materiale estremamente duttile ed elastico, che
si può tirare e modellare senza limiti. La topologia è lo studio delle proprietà delle figure e
delle forme che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza "strappi",
"sovrapposizioni" o "incollature". Tutti gli oggetti del nostro mondo possono essere
ricondotti a forme topologiche. Due spazi sono topologicamente equivalenti (omeomorfi)
se è possibile trasformare l'uno nell'altro senza tagliare né incollare insieme pezzi dei due.
Questo vassoio può essere rappresentato con una sfera con attaccati 12 tori (ciambelle).
Anche una tazza può essere rappresentata con un toro. Una tazza e un toro sono quindi
omeomorfi.
Un essere umano può essere rappresentato come un toro con attaccati altri 2 tori. Basta
considerare il tubo digerente un unico buco e le narici altri 2 buchi. 2
STORIA
L'antenata della topologia è la geometria antica. Lo scritto di Eulero del 1736 sui Sette
è visto come uno dei primi risultati che non dipendono da nessun tipo
ponti di Königsberg
di misura, vale a dire uno dei primi risultati topologici.
problema dei sette ponti di Königsberg
Il è un problema ispirato da una città reale e da
una situazione concreta. La città di Königsberg, già facente parte della Prussia Orientale
ed ora chiamata Kaliningrad ed enclave della Russia, famosa per aver dato i natali al
filosofo Immanuel Kant, è percorsa dal fiume Pregel e da suoi affluenti e presenta due
estese isole che sono connesse tra di loro e con le due aree principali della città da sette
ponti. Ci si pone il problema se sia possibile con una passeggiata seguire un percorso che
attraversa ogni ponte una e una volta sola e tornare al punto di partenza. Nel 1736 Eulero
lavorò sul problema e dimostrò che la passeggiata ipotizzata non era possibile.
Non sembra dotata di fondamento storico, ma piuttosto frutto di invenzione, l'affermazione
secondo la quale intorno al 1750 i cittadini benestanti di Königsberg la domenica
passeggiassero per la loro città cercando invano di risolvere il problema.
IL PROBLEMA DELLE TRE CASE
Foglio
Siamo partiti da un semplice gioco: su un piano finito bisognava collegare 3 case a 3
alberghi, senza che le linee di congiunzione si intersecassero fra loro.
Dopo molti tentativi, abbiamo constatato che ciò era impossibile, ed era necessaria
almeno un’intersezione (un ponte o maniglia).
Cilindro
Allora abbiamo ripetuto l’esperimento sulla superficie esterna di un cilindro, rappresentato
con 2 bordi colorati. Ogni linea che usciva passando per un colore, doveva rientrare dallo
stesso. Tuttavia anche in questo caso era necessario far intersecare 2 linee. 3
Toro
Cosi abbiamo ritentato l’esperimento sulla superficie di un toro. Il toro è rappresentabile
con 4 bordi colorati, per i quali vale la stessa regola delle linee di uscita e di entrata. in
questo caso l’esperimento è riuscito, infatti siamo riusciti a collegare case e alberghi senza
ricorrere a intersezioni.
Nastro di Möbius
Successivamente abbiamo ripetuto l’esperimento sul Nastro di Möbius. Il Nastro di Möbius
si rappresenta con 2 bordi colorati, ma orientati in versi opposto. Anche in questo caso
siamo riusciti a collegare le case agli alberghi.
PIANO TOPOLOGICO
A questo punto abbiamo iniziato a studiare le diverse superfici alle quali possiamo ridurre
tutti gli oggetti reali, attraverso l’utilizzo del piano topologico. Il piano topologico è un piano
sul quale si rappresentano graficamente le superfici.
Un esempio di riduzione di superfici è il seguente. 4
Il poligono si riduce a un toro.
Superfici non orientabili
Sfera
La prima superficie che abbiamo studiato è la sfera. La sfera si può rappresentare
schematicamente con una figura immaginaria detta biagono: 5
Una caratteristica del biagono è che esso equivale al piano per tutti i punti tranne che per
uno, infatti la testa del lato si identifica con la testa dell’altro lato ma nessun punto si
a a,
identifica con la coda.
In questo disegno si può notare la sfera con sotto la sua superficie aperta. Ad ogni punto
P’ della sfera corrisponde un P’’ sulla superficie della sfera aperta, mentre il punto P non si
identifica in alcun punto.
Con il biagono otteniamo una rotazione che origina la sfera. Questa è una figura non
orientabile, e questo concetto lo si può spiegare con il teorema della sfera pelosa, il quale
dice che non si può pettinare in modo continuo il pelo di una sfera pelosa, cioè non esiste
un campo vettoriale continuo e non nullo di vettori tangenti alla sfera stessa. Il risultato non
dipende dalla esatta forma della sfera, ma si applica anche a forme sferiche non regolari e
in generale ad ogni tipo di oggetto (purché la sua superficie soddisfi certi requisiti di
continuità e regolarità) che non abbia buchi.
Ora, siccome la topologia utilizza materiali molto elastici, possiamo ridurre altre superfici a
delle sfere, come nell’esempio sotto. Queste figure possono essere tirate e modellate, fino
a diventare delle sfere.
Nastro di Möbius
Un’altra superficie non orientabile è il nastro di Möbius. Su di esso infatti non possiamo
distinguere la superficie interna da quella esterna e nemmeno la destra dalla sinistra. Se
prendiamo un guanto destro, e gli facciamo percorrere tutta la superficie del nastro, ritorna
nella posizione iniziale sottoforma di guanto sinistro. Un’altra caratteristica del nastro di
Möbius è che esso possiede un unico bordo continuo. Inoltre se proviamo a tagliare in 2
per lungo il nastro di Möbius, non otteniamo altro che un nastro di Möbius girato 2 volte.
Il nastro di Möbius si può rappresentare cosi: 6
La testa del lato si identifica con la testa dell’altro lato e lo stesso fanno le code.
a a,
Bottiglia di Klein
Un’altra superficie non orientabile è la bottiglia di Klein. La particolarità della bottiglia di
Klein è che per immaginarcela dobbiamo uscire dallo spazio tridimensionale. Nella
bottiglia di Klein c’è un’intersezione di superfici che non può esistere senza passare alla
quarta dimensione, nella quale questa intersezione è possibile. La bottiglia di Klein può
essere costruita (in senso matematico) "incollando" i margini di due nastri di Möbius. Se
una bottiglia di Klein è divisa in due lungo il suo piano di simmetria, il risultato è un nastro
di Möbius. 7
Superfici orientabili
Toro
Dopo lo studio delle superfici non orientabili, siamo passati a quelle orientabili. Cosi
abbiamo preso in considerazione il toro. Possiamo stabilire che il toro è una superficie
orientabile riprendendo l’esempio della sfera pelosa, infatti il toro peloso è perfettamente
pettinabile. Un’altra caratteristica del toro è che sulla sua superficie, al contrario della
sfera, esistono linee chiuse che non dividono il toro in 2 superfici.
Il toro si forma facendo identificare tra loro i lati e
a b.
Piano proiettivo
Ora possiamo passare allo studio del piano proiettivo. Il piano proiettivo non si può
rappresentare nello spazio tridimensionale, perchè anche in questo caso è necessario fare
intersezioni di superfici. Il piano proiettivo equivale ad un nastro di Möbius con il buco
centrale riempito. Infatti, nello spazio topologico possiamo individuare un nastro di Möbius,
e per questo non è orientabile.
Se proviamo a fare un foro nel nastro piano proiettivo, otteniamo un nastro di Möbius con
attaccato un cilindro. Tuttavia questa figura si può ancora ridurre, fino ad ottenere solo un
nastro di Möbius. Viceversa, un nastro di Möbius con attaccato un disco equivale ad un
piano proiettivo. 8
REGOLE DI CALCOLO SUI POLIGONI
Dopo lo studio di alcune superfici ridotte a poligoni, siamo riusciti a ricavare 2 regole di
calcolo sui poligoni. Per semplificare l’identificazione dei lati, utilizziamo le lettere
minuscole per i lati diretti in una direzione, mentre invece utilizziamo lettere (minuscole) -1
per i lati diretti in direzione opposta.
1) dato un poligono, due segmenti consecutivi con versi opposti si eliminano.
2) lati non consecutivi con lo stesso verso possono diventare consecutivi.
Con queste 2 regole si possono rendere consecutivi i lati del tipo a…a e far coincidere i
-1
vertici per ridurne il numero.
SOMME CONNESSE E TIPI DI SUPERFICIE
A questo punto siamo passati a formalizzare le somme tra superfici. La somma connessa
(#) è la somma tra 2 superfici. 9