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-Storia: Nazzismo e discriminazione.
-Geografia: La Germania.
-Arte: Cubismo e Pablo Picasso, Guernica.
-Letteratura: "Se questo è un uomo" (Primo Levi).
-Tecnica: L'elettricità.
-Musica: Un sopravvissuto di Varsavia (A. Schomberg).
-Francese: Il razzismo nelle poesie francesi: "L'homme qui te ressemble" (l' uomo che ti somiglia), "L'homme de couleur" (L'uomo di colore).
-Ed.fisica:Le olimpiadi del 1936 e Jesse Howens.
Dal punto di vista storico, la teoria delle razze è stata utilizzata
da molte dittature per controllare il pensiero della popolazione e
giustificare la loro politica aggressiva e violenta.
Il massimo esponente del razzismo in Europa fu Hitler, che fondò
in Germania il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori,
noto con il nome di Partito Nazista, e fu la principale guida del
nazionalsocialismo. Guidò la Germania dal 1933, anno in cui
diventò Primo Ministro, fino alla fine della II Guerra Mondiale nel
1945.
Hitler conquistò il potere approfittando dello scontento del popolo
tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e
della grave crisi economica che colpì la Repubblica di Weimar.
Dopo aver perso la guerra, infatti, la Germania aveva fondato la
Repubblica di Weimar. Il nuovo governo doveva affrontare le
conseguenze politiche ed economiche derivanti dalle sanzioni
economiche stabilite dagli Alleati durante la firma del Trattato di
Versailles. La perdita della regione mineraria ceduta alla Francia
determinò la chiusura di molte fabbriche; di conseguenza la
disoccupazione divenne altissima e il valore del marco, la moneta
tedesca, crollò. Gli operai scesero in piazza contro il governo. Le
destre, grandi nemiche del socialismo, manifestarono contro i
lavoratori e le città divennero teatro di scontri sanguinosi. In
quegli stessi anni uno degli esponenti della destra fondò le SA o
“camicie brune”. Egli si chiamava Adolf Hitler, condivideva le
idee di fondo del fascismo e, come il fascismo, trovava nel ceto
medio i suoi sostenitori.
Soprattutto dopo la crisi economica del 1929 partita dagli Stati
Uniti, che avevano economicamente aiutato la Germania,
l’economia tedesca entrò di nuovo in crisi e i disoccupati
aumentarono. Adolf Hitler 6
Appena uscito di prigione, dopo aver tentato un colpo di stato
qualche anno prima, Hitler fondò il Partito nazista. Nel 1930 si
presentò alle elezioni e ottenne un grande successo grazie a un
programma politico basato sul nazionalismo, l’anticomunismo e
l’antisemitismo e, in particolare, sull’esaltazione della nazione
tedesca e la difesa della razza ariana contro quella ebraica. Dopo
le elezioni, il Partito nazista divenne il partito unico, fu imposta la
censura, furono creati due corpi di polizia e nacque il Terzo Reich,
il Terzo impero, cioè una comunità di popolo basata sulla comune
appartenenza alla razza ariana. Escludeva quindi zingari, ebrei,
slavi, e altre minoranze presenti in Germania.
Il razzismo nei confronti degli ebrei nascondeva in realtà
soprattutto motivazioni di natura economica. La Germania
attraversava un periodo di grave crisi e Hitler indicò i cittadini di
cultura e religione ebraica come i responsabili di questa crisi.
Molte banche tedesche, infatti, erano controllate da ebrei, perciò
era facile far credere che gli ebrei fossero i responsabili della
situazione economica disastrosa. Ma Hitler era anche convinto
che gli ebrei fossero una razza inferiore, che stava contaminando
la purezza della razza ariana (la razza “nordica” di cui i tedeschi,
secondo lui, erano l’espressione migliore).
Con le leggi di Norimberga, emanate nel 1935, gli ebrei furono
esclusi dal diritto di voto e dagli impieghi pubblici (insegnanti,
impiegati negli uffici statali tipo poste, ferrovie, ospedali...), non
poterono più esercitare professioni quali il medico, l’avvocato...,
non poterono più commerciare, lavorare in banca e inoltre non
poterono più sposarsi con tedeschi. Dal 1938 la persecuzione
divenne ancora più aggressiva e sistematica: vennero sequestrati
tutti i beni appartenenti ad ebrei. Soprattutto la confisca dei beni
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degli ebrei e la loro costrizione al lavoro forzato, diedero ai
tedeschi dei vantaggi immediati: guadagnarono grandi ricchezze
e poterono sfruttare un gran numero di lavoratori che non
dovevano pagare e che non potevano protestare. Questo permise
per qualche anno ai tedeschi di vivere meglio degli altri stati
europei.
Il regime nazista utilizzò come pretesto per scatenare la sua
rabbia contro gli ebrei l'assassinio, avvenuto a Parigi, del
diplomatico tedesco Ernst von Rath da parte di un giovane esule
ebreo, Hirsch Grynszpan. Tre giorni dopo, nella notte tra il 9 e il
10 novembre 1938, si svolse in Germania la più dura e violenta
manifestazione di razzismo antiebraico in Europa: durante la
notte dei cristalli vennero date alle fiamme 119 sinagoghe,
saccheggiati 7500 negozi di ebrei, 91 israeliti vennero uccisi e
26000 chiusi nei campi di concentramento.
Interno di una Sinagoga distrutta durante la Notte dei Cristalli (1938)
La polizia ricevette l'ordine di non intervenire e i vigili del fuoco
badavano soltanto che il fuoco non attaccasse anche altri edifici.
Nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato.
L'origine della definizione "notte dei cristalli", più correttamente
"Notte dei cristalli del Reich" è riferito alle vetrine distrutte, ed è
un termine utilizzato per deridere i proprietari dei locali
danneggiati, fatto circolare da parte dei nazionalsocialisti e
diffuso fino ad oggi.
Per prendersi gioco dei cittadini classificati "ebrei" fece parte
anche l'obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il
valore economico dei danni causati nella “notte dei cristalli”.
Dopo lo scoppio della guerra (1939) si iniziò a parlare di
“soluzione finale”, con la quale si intendeva procedere allo
sterminio di tutti gli ebrei e dal 1942 in poi furono allestiti veri e
propri campi di sterminio che funzionavano come fabbriche di
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morte e servivano esclusivamente all’uccisione tramite le camere
a gas e i forni crematori in cui in un’ora si uccidevano circa
20.000 ebrei. 9
La Germania è uno Stato membro dell'Unione Europea, situato
nell'Europa centro-occidentale. I suoi confini naturali sono il
fiume Reno a Ovest e dall’Oder e dal suo affluente Neisse a Est,
mentre a Nord il Mare del Nord e il Mar Baltico e a Sud le alpi
bavaresi. Inoltre confina con la Danimarca a nord, la Polonia e la
Repubblica Ceca a Est, l’Austria e la Svizzera a Sud, e la Francia,
il Lussemburgo, il Belgio e i Paesi Bassi a ovest.
Fanno parte della Germania anche l’arcipelago delle Isole Frisone
nel Mare del Nord e la grande isola di Rügen nel Mar Baltico.
Il territorio è caratterizzato da coste sabbiose e basse, ricche di
dune e interrotte da isolotti e zone paludose.
La regione settentrionale è occupata dal Bassopiano Germanico,
una pianura di origine glaciale e di formazione molto antica.
La zona centrale è formata da colline e altopiani, tra cui il
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Massiccio Renano e le Selve di Turingia e della Franconia.
La regione meridionali è caratterizzata dai rilievi più alti, come le
Alpi Bavaresi al confine con l’Austria, con il monte più alto della
Germania (2963 m).
I fiumi sono numerosi e ricchi d’acqua perchè alimentati dai
ghiacciai e dalle frequenti piogge: il principale è il Reno, che
nasce in Svizzera e attraversa il Paese dal Sud al Nord, sfociando
nel Mare del Nord. Gran parte dei fiumi tedeschi è navigabile e
ospitano importanti porti fluviali; inoltre la rete idroviaria è
arricchita da un insieme di canali artificiali che collegano i
principali fiumi.
Sono presenti anche numerosi laghi di origine glaciale, il più
grande è quello di Costanza.
Il clima varia a seconda delle regioni. In generale, presenta
inverni freddi ed estati calde. E’ di tipo alpino, con inverni rigidi,
estati fresche e molte piogge nella regione meridionale; di tipo
continentale nella zona interna, con inverni freddi alternati ad
estati molto calde; lungo la costa nord, il clima è fresco e umido e
reso più mite dalle correnti del Mare Nord.
La lingua ufficiale è il tedesco, parlato da quasi tutta la
popolazione. La religione principale è quella protestante, ma è
presente anche un gran numero di cattolici ed è in crescita anche
la diffusione della religione musulmana a causa della forte
immigrazione.
Dal 1991, in seguito alla riunificazione delle due Germanie, la
capitale tedesca è Berlino con 3.400.000 abitanti circa. Berlino è
di origine medievale, capitale sia dell’Impero Tedesco
nell’Ottocento che della Repubblica Democratica Tedesca fino al
1990.
Infatti, dopo la seconda guerra mondiale, l’attuale territorio
tedesco fu diviso in due Stati differenti con due diverse capitali:
la Repubblica Federale Tedesca, nota come Germania
Occidentale, con capitale Bonn, e la Repubblica Democratica
Tedesca, con capitale Berlino.
Dopo la caduta del Comunismo e del muro di Berlino, le due
Germanie sono state unificate sotto un unico governo.
La regione denominata oggi Germania fu abitata da diversi popoli
germanici, conosciuti e documentati già dal 100 a.C. Nel X secolo
questi territori tedeschi costituirono la parte centrale del Sacro
Romano Impero e dopo la sua caduta fu istituito nel 962 il Primo
Impero Germanico, chiamato I Reich, caratterizzato da feudi
indipendenti tra loro. Come moderno stato nazionale il Paese
venne unificato nel 1871, quando nacque il II Reich, che aveva
intenzioni di espansione territoriale e questo lo hanno portato
alla Prima Guerra Mondiale.
Con la crescita politica di Hitler, i territori della Germania
formarono il Terzo Reich, che voleva riprendere le azioni di
espansione territoriale cercando di conquistare sempre nuovi
territori lungo i confini, come ad esempio in Austria e in Polonia.
Molte zone della Germania e di questi nuovi territori controllati da
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Hitler vennero utilizzati per la costruzione di numerosi campi di
lavoro forzato. Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista costruì
circa 20.000 campi di concentramento, con l’intento di
imprigionarvi milioni di persone. Questi campi venivano usati con
diversi scopi: oltre a quelli adibiti principalmente al lavoro
forzato, ve ne furono altri destinati al transito, che servivano
semplicemente da stazioni intermedie, e quelli, invece, costruiti
principalmente o esclusivamente per l’eliminazione in massa dei
prigionieri. Fin dal suo avvento al potere, nel 1933, il regime
Nazista cominciò a realizzare una serie di strutture di detenzione
per imprigionare ed eliminare i cosiddetti “nemici dello Stato”. La
maggior parte dei prigionieri, in quel primo periodo, era costituita
da cittadini tedeschi: comunisti, socialisti, social-democratici,
Rom (Zingari), Testimoni di Geova, omosessuali e persone
accusate di comportamenti ritenuti asociali o devianti. Queste
strutture venivano chiamate “campi di concentramento” in
quanto servivano a “concentrare” fisicamente i prigionieri in un
unico luogo.
I campi sorgevano in luoghi disabitati e spesso malsani, in genere
erano composti da baracche di legno costruite dagli stessi
internati ed erano chiusi da filo spinato nel quale era immessa
corrente elettrica ad alta tensione. Al centro vi era un grande
spiazzo dove avveniva l’appello mattutino e le esecuzioni
pubbliche. Ogni campo aveva un ufficio di comando, una sezione
politica, l’infermeria e una prigione.
Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania, nel marzo 1938, i
Nazisti cominciarono ad arrestare gli Ebrei tedeschi ed austriaci e
a imprigionarli nei campi di concentramento di Dachau,
Buchenwald e Sachsenhausen, tutti situati in Germania. Dopo
l’invasione della Polonia, nel settembre 1939, i Nazisti
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realizzarono diversi campi per i lavori forzati anche in quella
nazione, dove migliaia di prigionieri morirono per sfinimento,
malnutrizione o esposizione alle intemperie. La direzione e la
conduzione dei campi di concentramento erano affidate a unità
delle SS. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la rete dei campi
nazisti si ampliò rapidamente. In alcuni di essi, medici nazisti
effettuarono numerosi esperimenti sui prigionieri.
Ingresso del campo di Auschwitz in Polonia, con la scritta “Arbeit macht frei”
(Il lavoro rende liberi)
Dopo l’invasione dell’Unione Sovietica da parte dei Tedeschi, nel
giugno del 1941, i Nazisti aumentarono il numero di campi
destinati ai prigionieri di guerra, costruendone altri accanto ai
complessi già esistenti nella Polonia occupata, come ad esempio